Fior da fiore, 19 novembre 2014
Due cugini palestinesi hanno ucciso quattro rabbini e un poliziotto in una sinagoga a Gerusalemme • La maggioranza di governo ha formalizzato l’intesa definitiva sul Jobs Act • Online i conti dei Comuni italiani • Filmato il rito per diventare ‘ndranghetisti davanti a un’arma e a una pastiglia di cianuro • La ventiseienne che sposerà Charles Manson in galera
Attentato 1 Ieri due cugini palestinesi sono entrati in una sinagoga di Gerusalemme nel quartiere di Har Nof all’ora della preghiera del mattino e con mannaie da macellaio, coltelli da cucina e pistole hanno massacrato quattro rabbini ultraortodossi (tre americani e un britannico). In serata è morto anche un poliziotto coinvolto nella sparatoria in cui i due sono stati abbattuti. I cadaveri dei rabbini sul pavimento portavano ancora i simboli della preghiera, i tefillin di cuoio nero avvolti sul braccio, gli scialli bianchi inzuppati di sangue. Sei i feriti. L’italiano-israeliano Nissim Sermoneta si è salvato per aver tirato una sedia contro gli attentatori: «Veniva verso di me con una pistola, ho anche sollevato un tavolo e l’ho usato come scudo». È il più grave attacco a civili degli ultimi tre anni. Il premier Netanyahu in tv ha detto «Gerusalemme è sotto attacco, dobbiamo restare uniti» e ha annunciato le contromisure che dovrebbero riportare la calma nella città dopo sei attentati in meno di un mese: posti di blocco e controlli all’ingresso dei quartieri arabi, la demolizione delle case dei palestinesi coinvolti negli assalti, operazioni militari per fermare le violenze. Yitzhak Aaronovitch, il ministro per la Sicurezza interna, promuove la proposta più radicale: ammorbidire le regole per il porto d’armi, un’invocazione ai civili perché si difendano da soli. I due terroristi, Rassan e Uday Jamal, abitavano a Jabal Mukaber, dall’altra parte di Gerusalemme. L’area è stata circondata, le loro case perquisite, alla moglie di uno di loro è stato revocato il permesso di residenza, deve tornare nel villaggio della Cisgiordania da cui proviene. I parenti dicono che i due erano infuriati per la morte dell’autista arabo di autobus trovato impiccato lunedì. La polizia dice che si tratta di suicidio, i palestinesi sono invece convinti che l’uomo sia stato ucciso da estremisti ebrei e gli agenti abbiano coperto l’omicidio.
Attentato 2 Lo scrittore israeliano David Grossman: «Stiamo precipitando nella dimensione del fanatismo e dell’irrazionalità, siamo ormai sull’orlo dell’abisso. Il conflitto che stiamo vivendo ha fatto un salto indietro nel tempo, è sempre più brutale e più selvaggio. Le stesse armi usate per la strage, coltelli e accette, testimoniano il ritorno a una guerra tribale [...] sento una grande frustrazione nel vedere, giorno dopo giorno, nuove vittime dalle due parti. Uccisi, feriti, investiti o rapiti in questo circolo vizioso di violenza e di odio, che coinvolge nella sua spirale sempre più gente e che si sta trasformando da conflitto politico, che forse ha ancora una qualche piccola possibilità di venir risolto, in conflitto religioso, fondamentalista e di conseguenza irrazionale e primordiale. Conflitti di questo tipo, per la loro stessa natura, continuano a lungo e sono di difficilissima soluzione. Nel corso degli anni varie persone ed organizzazioni, sia israeliane che palestinesi, hanno tentato in modo quasi disperato di arrivare ad una soluzione del conflitto, mentre era ancora nella sua fase politica: l’idea che stava dietro questo sforzo immane era appunto che non si poteva consentire che sfociasse nell’irrazionalità e nel fondamentalismo [...]l’estremismo barbaro venuto dall’Is, che ha introdotto dei modi di operare del tipo di quello di cui oggi siamo stati testimoni — persone che vengono uccise a colpi di accetta, in modo davvero bestiale — sta infiltrandosi nel conflitto israelo-palestinese» (Scuto, Rep).
Jobs Act La maggioranza ha formalizzato l’intesa definitiva sul Jobs Act con la condivisione dell’emendamento sulla riforma del lavoro che ritocca l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, limitando la possibilità del reintegro nei soli casi di licenziamento discriminatorio e in alcune fattispecie (le fisserà il prossimo decreto delegato) di licenziamenti disciplinari, cioè nella stragrande maggioranza dei licenziamenti individuali. In tutti gli altri casi (sempre comunque nei licenziamenti economici) scatterà il risarcimento monetario (esentasse se si sceglierà la strada della conciliazione) il cui ammontare crescerà con l’anzianità di servizio del lavoratore. Contro l’emendamento hanno votato tutte le opposizioni che, subito dopo, in segno di protesta per come la maggioranza e il governo hanno gestito la discussione, hanno abbandonato la Commissione Lavoro. Cgil e Uil (ma non la Cisl) hanno annunciato lo sciopero generale che cadrà nella prima decade del prossimo mese. La risposta indiretta anche alla mobilitazione sindacale è arrivata da Matteo Renzi, attraverso la sua e-news: «Quando la cortina fumogena del dibattito si abbasserà, vedrete che in molti guarderanno al Jobs Act per quello che è: un provvedimento che non toglie diritti, ma toglie solo alibi. Toglie alibi ai sindacati, toglie alibi alle imprese, toglie alibi ai politici».
Comuni 1 Il governo ha messo on line un sito internet, all’indirizzo www.opencivitas.it, che per la prima volta consente ai cittadini l’accesso diretto a tutti i dati sulla spesa dei loro Comuni (ancora al 2010). Roma è la città che spende di più rispetto al suo fabbisogno standard, che indica i costi medi sostenuti da altri Comuni con caratteristiche simili, una sorta di «studio di settore» per gli enti locali: 252 milioni, ovvero il 7,67%. Torino, al contrario, spende il 7,6% in meno di quanto potrebbe, Milano è perfettamente in linea, con uno scarto dello 0,07%, e Napoli spende il 4,89% più di quanto dovrebbe. Ma non è più virtuosa di Roma considerando i servizi offerti, che il sito permette di verificare. Ad esempio per i trasporti pubblici Napoli presenta uno scarto piuttosto contenuto tra la spesa effettiva e quella «standard», pari al 6,1%. Molto meglio di Milano (47,7%, praticamente il doppio del fabbisogno standard) e Roma (15,2%). Ma non è più efficiente, visto che ad esempio gli autisti dei mezzi pubblici napoletani guidano in media per 2,2 ore al giorno contro le 6,7 dei loro colleghi romani e le 5,6 di quelli milanesi, e il grado di copertura territoriale del servizio è il più basso di tutti (il 22% contro il 37,6% di Milano e il 27% di Roma). Quest’anno la banca dati verrà aggiornata con i dati sulla spesa effettiva sostenuta dai Comuni nel 2011, 2012 e 2013 (Sensini, Cds).
Comuni 2 Altri numeri da OpenCivitas: a Roma i vigili fanno 929 mila sanzioni per violazioni al codice della strada, a Napoli 688 mila, gli autovelox nella Capitale producono un milione di multe l’anno, a Napoli 176 mila. La polizia locale a Milano eleva 80 mila sanzioni amministrative l’anno, a Roma 28 mila, a Torino 16 mila, a Napoli 963 (ibidem).
Rito Per la prima volta i carabinieri del Ros e la Dda di Milano hanno filmato, in un casolare rurale di Castello di Brianza in provincia di Lecco, l’iniziazione di nuovi affiliati alla ‘ndrangheta, il conferimento di «doti» a nome di « Garibaldi, Mazzini e La Marmora» e il giuramento davanti a un’arma e a una pastiglia di cianuro perché — riassume il gip Simone Luerti — allo ’ndranghetista viene riconosciuta autonoma capacità di valutazione sul proprio operato («Da questo momento in avanti non vi giudicano gli uomini... vi giudicate da solo!»), e nel caso commetta errori non attenderà il giudizio dei suoi «saggi fratelli», ma dovrà autogiudicarsi inesorabilmente («Dovete essere voi a sapere che avete fatto la trascuranza, vi giudicate voi quale strada dovete seguire»): o spararsi («Quanti colpi ha in canna, ne dovete riservare sempre uno!»), o suicidarsi col cianuro o nel vuoto («La pastiglia o la montagna...vi buttate dalla montagna»)».
Manson La ventiseienne Afton Elaine Burton sposerà Charles Manson, 80 anni, pluriomicida e capo di una setta di assassini che il 9 agosto del 1969 uccise l’attrice Sharon Tate, allora moglie del regista Roman Polanski, e altre quattro persone in una villa in California trasformata in mattatoio. Il giorno seguente fu il turno di un’altra coppia, Leno e Rosemary LaBianca. Al momento delle stragi la Burton non era ancora nata. Venne a conoscenza della vicenda di Mason quando era teen-ager, aiutando una compagna di scuola a preparare una tesina sull’argomento. Scrisse una lettera a Manson in carcere, ricevette una risposta e, con il tempo, la corrispondenza tra di loro si fece sempre più fitta. Poi, non ancora ventenne, la ragazza lasciò l’Indiana dove aveva vissuto con la famiglia, per trasferirsi a Corcoran vicino al suo Charlie. L’anno scorso, in una intervista su Rolling Stone , parlò per la prima volta dell’intenzione di sposarsi ma non fece molto scalpore, anche perché Manson smentì ogni cosa. Adesso la notizia è ufficiale. Lo stato della California ha approvato il 7 novembre la richiesta di matrimonio che potrebbe essere celebrato in carcere, alla presenza di soli 10 invitati, il primo sabato di dicembre, gennaio o febbraio. La Burton, che Manson chiama «Star», dice di volerlo sposare «perché lo amo» e perché «solo se diventerò la moglie di Charlie potrò aiutarlo a dimostrare la sua innocenza, perché avrò accesso ai documenti riservati ai familiari». Il padre della ragazza, Phil Burton: «Non nascondo il mio disappunto, né sarò presente al matrimonio. Ma non per questo abbandonerò mai mia figlia» (Zampaglione, Rep).