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 2014  novembre 19 Mercoledì calendario

Il tesoro dell’Italia sono i paesaggi. Il verde urbano più dei monumenti. Il piccolo borgo più del sito archeologico. Il sentiero sperduto più delle isole. Il Fai tira le somme di dieci anni di censimenti in un’indagine appena pubblicata. E offre una sorprendente classifica di quello che del nostro Paese amiamo davvero

È un amarcord nazionale: un viaggio collettivo nel passato, tra le radici di una bellezza un po’ ammaccata e nascosta eppure non scomparsa. Ma anche una proiezione verso il futuro, verso una mappa dei valori forti capaci di attrarre intelligenze e risorse per il rilancio dell’economia verde che ruota attorno alla qualità dei paesaggi.
Il censimento dei dieci anni dei Luoghi del cuore, un’iniziativa lanciata dal Fondo Ambiente Italiano nel 2003, era nato come un riordino della geografia emotiva degli italiani, ma la ricchezza dei dati (un milione di risposte nel solo 2012) lo ha trasformato in un atlante che delinea i confini di un nuovo territorio dalle potenzialità ancora inesplorate.
I Luoghi del cuore, quelli che per ognuno di noi sono caratterizzati da un’emozione, dal legame con un momento importante della vita, sono stati segnalati in tre quarti dei Comuni.
«Abbiamo creato uno strumento attraverso il quale sono nate e cresciute delle comunità», spiega Federica Armiraglio, responsabile Fai per le campagne sui Luoghi del cuore. «Ci sono paesi con poche decine di abitanti che hanno attratto migliaia di voti, riattivando la memoria di tante persone che si sono mobilitate perché sapevano che diventare il luogo più segnalato significava attirare attenzione, fondi e quindi riuscire a superare la crisi. Si è parlato molto della Convenzione europea sul paesaggio come valore culturale: bene, questa è la dimostrazione che quell’idea può funzionare nella pratica».
Alcuni esempi vanno in questa direzione. In Piemonte il borgo di San Gottardo, raggiungibile solo a piedi attraverso un sistema di vialetti lastricati utilizzati per secoli dai Walser, una popolazione di origine tedesca, è abitato da 12 persone in là con gli anni, ma ha ottenuto 2.776 segnalazioni come Luogo del cuore. L’intervento promosso dal Fai ha consentito il ripristino dei vialetti che si stavano perdendo.
A Lucca, della chiesa di Santa Caterina si stava cancellando il ricordo: la facciata esterna è infatti molto sobria e si mimetizza tra i palazzi. Era chiamata la “Chiesa delle sigaraie” perché sta proprio di fronte alla manifattura tabacchi. Passata al Comune, aveva subito alterne vicende fino all’abbandono e a 40 anni di oblio. Il terzo posto ottenuto al censimento dei Luoghi del cuore 2010 è riuscito a mobilitare i fondi necessari al recupero: oggi si può visitare.
In Campania, sul Monte Somma, uno dei primi su cui la camorra mise le mani, c’era un angolo della Terra del lavoro, una piana straordinariamente ricca, un paesaggio agricolo cesellato. Il progetto, sostenuto da una cooperativa di agricoltori locali e dal parco del Vesuvio, prevede la creazione di mini-appezzamenti per la coltivazione biologica delle specie tipiche a rischio di estinzione.
Quella che emerge non è l’Italia delle cartoline, ha una bellezza un po’ meno spettacolare, alle volte quasi spigolosa nel suo rigore storico, ma ha la forza dell’autenticità. Inoltre salvarla significa non solo arrestare l’abbandono e il degrado delle aree interne recuperando beni ambientali e culturali importanti, ma anche fermare il dissesto idrogeologico, perché spesso basta un presidio per evitare che un pendio si trasformi in frana.
«Questi dieci anni di Luoghi del cuore hanno rappresentato un ponte tra i cittadini e le istituzioni e qualcuno se n’è accorto», aggiunge Federica Armiraglio. «La Puglia, ad esempio, ha visto il successo di San Paolo di Civitate, nell’Alto Tavoliere. Il paesino ha solo seimila abitanti ma ha ottenuto 53mila segnalazioni grazie a un comitato spontaneo che ha fatto una campagna scuola per scuola. È stato premiato anche dalla Regione che ha concesso un finanziamento di 600mila euro per riparare la cupola della chiesa colpita da un fulmine. È stata una decisione intelligente perché portare i soldi dove c’è una mobilitazione popolare vuol dire avere maggiori garanzie che quei soldi vengano spesi bene e che attivino una buona economia attorno al bene restaurato. La Puglia inserirà i Luoghi del cuore nei piani paesaggistici».