Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  novembre 19 Mercoledì calendario

A Brescello, per difendersi dalla piena del Po che minaccia di allagare tutta la zona, sfilano in processione con il Cristo di Don Camillo, come nel film del 1953: «Case salvate grazie al nuovo argine»

A don Camillo-Fernandel l’acqua del Po arrivava sopra il ginocchio, ma era una finzione cinematografica alquanto raffinata per l’epoca (1953) creata con una bacinella e un gioco di specchi. A don Evandro Gherardi, ex bancario che ha trovato la fede e una parrocchia nella Bassa reggiana, il Grande fiume bagna davvero la veste bianca e le scarpe d’ordinanza: perché vero e minaccioso è il Po di Brescello che dà spallate all’argine maestro, ultima trincea prima delle case, dei negozi, della vita.
Ci sono tutti alla processione: il vigile urbano sull’attenti, il sindaco pd Marcello Coffrini, i bimbi vestiti da chierichetti. «Padre nostro, che sei nei cieli…» intona don Evandro, i piedi nella corrente tempestata da mulinelli, la testa appoggiata al «Crocefisso Parlante»: sì, lo stesso Cristo in legno che nel film redarguiva e incoraggiava l’impulsivo don Camillo e che ieri, in un martedì tra cinema e realtà, preghiere e antichi riti, se ne stava in mezzo alle acque, portato in processione da un intero paese per fermare la Grande Piena, che – sarà un caso – proprio nelle stesse ore ha cominciato a perdere intensità.
Terra di miracoli il guareschiano «Mondo piccolo», ma stavolta, in molti Comuni che si affacciano sul Po, la differenza l’hanno fatta le opere degli uomini. Se ora Brescello è all’asciutto, lo si deve all’innalzamento dell’argine di oltre 1 metro realizzato dopo la paurosa piena del 2000: «Senza quei lavori, sarebbero stati guai seri» dicono gli esperti. Ieri il livello del fiume ha raggiunto a Boretto il livello di 8,20 metri e, anche se il cielo promette bene, l’allerta resta alta, gli argini sono in sofferenza, la viabilità è mutilata.
Per la Protezione civile anche oggi sarà una giornata da «criticità rossa» per la Lombardia orientale, l’Emilia e parte del Veneto. «Situazione di attenzione, ma non di pericolo» ha assicurato il ministro Galletti. Ma per il migliaio di sfollati non è ancora tempo di tornare a casa. A Brescello, riportato il «Cristo Parlante» in chiesa, don Evandro si raccomanda che «l’eccesso mediatico non offuschi il carattere religioso di una processione voluta nel ricordo delle vittime del maltempo e dello scarso rispetto che l’uomo ha per l’ambiente». Intanto i fotografi gli chiedono di posare vicino alla statua di don Camillo. E il sindaco Coffrini gongola all’idea dei «30 mila turisti arrivati quest’anno».