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 2014  novembre 19 Mercoledì calendario

Il piccolo genio pakistano che a 5 anni e 11 mesi si è portato a casa il Microsoft Certified Professional. Il più giovane specialista dell’informatica, a tre anni installava programmi e assemblava pc. «Ora voglio fondare E-Valley, la versione inglese della Silicon Valley»

Quando si è presentato all’università di Birmingham, a settembre, l’hanno prima guardato stupiti. Poi gli hanno detto che a quell’età era troppo piccolo. Soprattutto: che bisognava essere almeno diplomati. Ma lui, Ayan Qureshi, ha insistito. Fino a quando dal quartier generale di Microsoft, negli Stati Uniti, è arrivato l’ok. 
E così si è seduto, a 5 anni e undici mesi, tra gli adulti. Ha risposto alle domande e ha pure finito ben prima delle due ore massime consentite per completare il test. Era sicuro di averlo passato. E ora quella certezza è un certificato, il Microsoft Certified Professional, che vale anche come titolo di più giovane specialistica dell’informatica. Battendo il record di un altro pakistano, Mehroz Yawar, «promosso» a 6 anni e mezzo. 
I circuiti al posto dei Lego e dei puzzle. Gli schermi al posto dei trenini. I volumi sul codice binario al posto dei libri di racconti. La stanza di Ayan – nato a Lahore, in Pakistan, papà esperto di software e dal 2009 a Walsgrave – non ha giocattoli «convenzionali», è un piccolo laboratorio di informatica. Perché il bimbo ha le idee chiare, sempre che l’adolescenza non arrivi a fargliele cambiare. «Voglio fondare E-Valley, la versione inglese della Silicon Valley», ha detto alla Bbc. «Quando aveva tre anni ricordava tutto quello che gli spiegavo dei computer», spiega il papà Asim al quotidiano Coventry Telegraph. «Mi stava accanto quando lavoravo e seguiva quello che facevo». La parte difficile «è stata tradurre l’informatica in un linguaggio adatto alla sua età». Lentamente Ayan ha iniziato a lavorare sui sistemi operativi e a installare i programmi. Poi, un giorno, è riuscito ad assemblare un pc. Da solo. 
«Sono felice e orgogliosa di quello che sta facendo», racconta Mamoona, madre e medico. «Ma non mi aspetto che batta altri record. Come genitore voglio il meglio per la sua vita e basta». Cuore di mamma.