la Repubblica, 19 novembre 2014
Corrado Augias alle prese con le lettere di cittadini che vorrebbero le dimissioni di Ignazio Marino o di cittadini che lo difendono. Roma è spaccata, le periferie in fiamme, il Pd capitolino in rivolta. Ma siamo sicuri che sia tutta colpa di questo sindaco?
Caro Corrado Augias,
lei ha difeso il Sindaco di Roma ma non sono d’accordo. Gli errori sono stati tali che è impossibile assolverlo. Scivolò subito con un’infelice uscita sullo stipendio basso (4.500 euro mensili) rispetto a ciò che percepiva da chirurgo e poi da senatore. Neppure il capitolo “nomine e curricula” è filato via liscio. Ma il nodo cruciale è stato quello del rischio default. Una falla da quasi 900 milioni che necessitava di un aiuto dall’esterno. A fine febbraio di quest’anno fu costretto a intervenire l’esecutivo di Renzi con il vituperato “Salva Roma”, pacchetto di misure straordinarie per scongiurare il dissesto finanziario. Per ottenere l’ok il sindaco minacciò il blocco della città. «Ho difeso i romani», si giustificò, ma Renzi, lo bacchettò: «Le motivazioni di Marino erano comprensibili, il tono no». Numerosi i passi falsi, ricordo solo l’ultimo: l’assenza da Tor Sapienza dopo gli scontri razziali. È arrivato dopo quattro giorni: troppi!
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Raramente un tema ha avuto un’eco pari a quello relativo al sindaco Marino. Decine di lettere curiosamente divise tra chi accusa il giornale, e la rubrica, di difenderlo e chi invece giudica eccessive le critiche. Enzo Cappucci per esempio: «Anche lei si schiera tra quanti mal lo sopportano. Io l’ho votato solo al ballottaggio, ma lo sostengo; Alemanno giunse in Campidoglio sfruttando la tragedia della povera signora Reggiani, oggi rischia di tornarci, con la destra fascista, sull’onda della presunta goffaggine del sindaco». Enzo Tessaro: «Finalmente un sindaco che si dà da fare per rimuovere il marcio dopo ignavia e abusi delle passate amministrazioni. I nostri rappresentati esclusi dalla torta si rivoltano per tornare in gioco. Ce ne fossero come lui che cercano di fare l’interesse di tutti senza guardare in faccia a nessuno». Angela Mazzocchi: «Dissento da quanto ha scritto sulle “disavventure” di Marino. Quanto sta avvenendo a Roma è di una gravità senza precedenti. Con la scusa della “goffaggine” si giustifica l’incapacità a svolgere non solo il ruolo di sindaco ma anche di “cittadino”». Plinio Garbujo: «Come è possibile che tutti quei manifestanti se la prendano con lui? Non ricordano i romani che hanno avuto come sindaco Alemanno e come presidente della regione la Polverini?». L’aspetto drammatico è che in ciascuna di queste osservazioni c’è del vero. Gli errori di Marino sono frutto di inesperienza e cocciutaggine che è cosa diversa dalla fermezza. Il peggior difetto è che non sembra capace di imparare dai suoi sbagli, il che è gravissimo per un politico. Il grosso errore è aver trascurato le periferie privilegiando trascurabili riforme del traffico. Per il resto si tratta di chiassose inezie abilmente sfruttate dagli oppositori – nel partito e fuori.
Caro Augias,