il Fatto Quotidiano, 18 novembre 2014
L’addio alla politica di Eva Klotz, la pasionaria del Tirolo libero. «Mio marito è malato, devo assisterlo», così si è dimessa dalla Provincia di Bolzano, dov’era entrato 31 anni fa. Le sue battaglie contro Mameli e la befana “festa di Mussolini”
Chissà se ora continuerà a indossare il Dirndl, il costume tipico tirolese con cui si presenta in pubblico. Eva Klotz, la pasionaria che dalla fine degli anni Settanta lotta per l’indipendenza del Sud Tirolo, ha deciso di lasciare la politica attiva, dimettendosi da consigliere della Provincia di Bolzano dopo 31 anni di carica ininterrotta.
Il motivo è privato. “Lascio per assistere mio marito che è molto malato. In tutti questi anni è venuta prima la mia lotta politica e poi tutto il resto. Ora non è più così. Mio marito ha bisogno del mio tempo e della mia presenza”, ha spiegato in conferenza stampa. Promettendo, però, di continuare a fare politica nel suo partito, il Sud Tiroler Freiheit, da lei fondato nel 2007. Il terzo movimento della sua vita politica. Perché nella sua lunga adesione alla causa tirolese Klotz ha litigato un po’ con tutti. A partire da Silvius Magnago, il fondatore del Sudtiroler Volkspartai, il partito più forte del Sud Tirolo, presente anche in Parlamento.
A Magnano Klotz ha sempre rinfacciato di aver rinunciato al sogno dell’indipendenza tirolese e di aver aderito al centrosinistra. Mentre dall’Union für Südtirol se n’è andata per dissapori con Andreas Poder. Da altri esponenti, invece, si è staccata quando ha fiutato aria di filo nazismo. Da questo punto di vista, dunque, le va riconosciuto l’essersi sempre tenuta alla larga dalle frange violente. Nonostante suo padre, Georg Klotz, detto il “martellatore della Val Passiria”, di azioni cruente ne avesse compiute parecchie: attentati contro ponti, bombe sui tralicci e scontri con la polizia che gli sono costati il carcere. Come si è sempre tenuta lontana, Eva, dai populismi padani di Umberto Bossi. Che infatti non l’ha mai sopportata. Giusto all’inizio degli anni 90 lei è l’Umberto si erano fiutati per vedere se era possibile percorrere un tratto di strada insieme, ipotesi subito scartata. Anzi, con il Carroccio litigò pesantemente a causa dell’apertura di una spiaggia per nudisti vicino a Jesolo. Eva, infatti, è anche una naturista convinta.
Tante le prese di posizione di Eva Klotz in questi anni. La battaglia per i cartelloni stradali in tedesco, per esempio. E i manifesti per dire che “Il Sud Tirolo non è Italia”. O la lotta alla festività della Befana, “una festa istituita da Mussolini che non appartiene alla nostra tradizione”. Non si è mai capito, però, se al distacco dall’Italia dovesse seguire uno Stato tirolese indipendente o la semplice annessione all’Austria. Il Tricolore l’ha sempre fatta inorridire ed è stata anche condannata per vilipendio alla bandiera. Mentre l’ascolto dell’Inno di Mameli è per lei “un atto di inaudita violenza”. Peccato, però, che le sue idee separatiste siano sempre state minoritarie in Trentino e in Alto Adige. Almeno a vedere le percentuali ottenute dai suoi partiti. Nonostante questo, l’obbiettivo della sua vita è sempre stato il referendum per la separazione dall’Italia. Sul modello Catalogna. Roma, però, non gliel’ha mai concesso. Ha fatto anche appello alla Corte europea per l’autodeterminazione, ma senza fortuna.
In costume tipico e con la sua lunga treccia che non taglia da trent’anni – da quando il padre la rapò a zero da ragazza – un paio d’anni fa fece un’apparizione a Servizio Pubblico di Michele Santoro per mettere in allarme l’Italia dal pericolo Grillo. “All’inizio mi piaceva per le sue critiche ai politici italiani, ma ora ha preso una deriva autoritaria che mi spaventa”, aveva spiegato in studio. Morale della favola: se Grillo va al potere, ho un motivo in più per staccarmi dall’Italia. Ora, però, il suo sogno indipendentista è costretta a riporlo nel cassetto.