la Repubblica, 18 novembre 2014
Gianni De Biasi, allenatore dell’Albania: «Qui hanno voglia di lavorare, gli italiani sono troppo viziati. Ormai siamo cambiati, troppi videogiochi e poco calcio di strada»
Al teatro dell’assurdo, Italia- Albania racconta in modo cinicamente fedele il declino azzurro. Copione classico, ma parti invertite: una squadra piccola e umile, orgogliosa del punticino strappato alla Croazia, contro un’altra fiera delle sue imprese recenti, il Portogallo piegato, la Francia spaventata in amichevole.
Dopo aver inseguito il sogno del Mondiale in Brasile, l’Albania corre concretamente per un posto al prossimo Europeo. Squadra nuova, con marchio italiano, non solo per Berisha, Hysaj, Cana: da quando la guida Gianni De Biasi, tre anni, è passata dal 74° all’attuale 48° posto nel ranking Fifa, avendo toccato anche il n. 37 (record) a luglio 2013. Eppure Tirana ha solo 53 mila calciatori tesserati, la povera Italia un milione e mezzo. «Ma io proprio in Albania – accusa De Biasi – ho capito cosa manca a noi italiani: la fame dei nostri padri, quelli che pensavano a dare un futuro ai figli. Ci siamo adagiati sulla ricchezza: troppi videogiochi e poco calcio in strada, perciò non nascono i talenti da noi, mentre continuano a fiorire nelle favelas, dove si corre in trenta dietro a una palla. In Albania i ragazzi hanno una voglia matta di crescere, di scavalcare gli altri, di recuperare il tempo perduto. E per molti di loro l’Italia è la seconda squadra». Ci sono state anche cento posizioni di differenza fra le due nazionali, invece stasera l’Italia sbiadita guarda con preoccupazione a questa rivale mai pervenuta ad alcuna fase finale e mai affrontata finora in età adulta: trascurabili i 4 precedenti con l’U21. Specchio dei tempi nuovi, l’anno scorso c’è stato pure un italiano emigrato al KF Tirana per giocare nella A albanese, l’emiliano Francesco Pigoni, ora rientrato in Eccellenza piemontese.
Si va in campo per ricostruire il calcio genovese perduto, raccogliere fondi che saranno destinati a riparare le strutture sportive della città, e non è un caso che Conte abbia attinto a piene mani da Genoa (Perin, Bertolacci, Sturaro, Matri, Antonelli) e Samp (De Silvestri, Gabbiadini, Okaka) nelle convocazioni. Dalle componenti federali già raccolti 400mila euro, la Figc verserà l’equivalente dei biglietti omaggio dell’ultimo precedente a Marassi contro gli Usa nel 2012 (circa 100mila euro) e una quota dei diritti tv, mentre Gigi Buffon, in forma di voce registrata, risponderà al numero verde attivato per le donazioni (800-585858). I tagliandi venduti ieri erano 17mila, i tifosi albanesi attesi almeno 5mila. Fuori dal coro, il presidente genoano Enrico Preziosi: «Non c’è il clima adatto per giocare, non basta una partita di calcio a distrarsi da tutto quello che è successo e sta succedendo qui».