la Repubblica, 18 novembre 2014
Ebola si è fermato in Africa. I casi registrati altrove superano appena la decina. Questa situazione era chiara già mesi fa. Ma in Occidente si è voluto puntare sulla paura, come in passato con altri virus. Anche l’ignoranza ha avuto un ruolo: in Italia con Grillo e i leghisti che hanno indicato gli immigrati dei barconi come «untori»
Come volevasi dimostrare, e non per fortuna, Ebola si è fermato in Africa. I casi registrati altrove superano appena la decina. L’unico italiano, il volontario di Medici senza frontiere, non è stato infettato. Dunque per adesso Ebola resta una pandemia – e una tragedia – africana. Confinata in Guinea, Sierra Leone, Liberia. Dove servono farmaci, strutture sanitarie, soldi, personale esperto per le epidemie. Questa situazione era chiara già mesi fa. Ma in Occidente si è voluto puntare sulla paura, come in passato con altri virus. Anche l’ignoranza ha avuto un ruolo: in Italia con Grillo e i leghisti che hanno indicato gli immigrati dei barconi come «untori». Perfino l’Oms «ha dato i numeri» prevedendo una progressione della malattia con diecimila nuovi infetti a settimana a novembre. Calcolo sbagliato. E speriamo che resti tale, perché il virus si può circoscrivere. L’allarmismo invece è ancora un male incontrollabile.