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 2014  novembre 18 Martedì calendario

Il Sole 24 Ore ha aperto l’edizione di ieri con un grosso titolo: «L’escalation di furti e borseggi», tema a cui poi ha dedicato due pagine fitte di tabelle, un pezzo di cronaca, due editoriali

Il Sole 24 Ore ha aperto l’edizione di ieri con un grosso titolo: «L’escalation di furti e borseggi», tema a cui poi ha dedicato due pagine fitte di tabelle, un pezzo di cronaca, due editoriali. L’insieme è stato ricavato elaborando dati 2013 forniti dal ministero degli Interni. Dati il cui esito è inequivocabile: la città italiana dove si verifica il maggior numero di reati è Milano, 265.048 eventi criminosi, in aumento del 2,3% sul 2012 e con un rapporto reati/popolazione più alto di tutti, 8.345 ogni centomila abitanti. Tuttavia se si guarda il semplice andamento del crimine, la città che registra l’incremento più impressionante tra quelle che guidano la classifica è Rimini, +8,3% sul 2012, con un rapporto reati/abitanti pari a ottomila. In assoluto, la città con l’incremento percentuale maggiore è Trieste: +19,4 sul 2012, seguita da Lecco (+13,2), Como (+10,5), Ascoli Piceno e Verbania (+10,1). Le dieci città peggiori d’Italia per numero di reati sono, nell’ordine: Milano, Rimini, Bologna, Torino, Roma, Ravenna, Genova, Firenze, Savona, Prato.

•  Nemmeno una città del Sud.
Al Sud, contrariamente a quello che potremmo pensare, ci sono le città più tranquille. Vale a dire, nell’ordine, Benevento, la più tranquilla di tutte (e con i reati in calo dell’8,7) e poi Matera, Oristano, Enna, Avellino, Crotone, Potenza, Frosinone. Uniche città nordiste nella classifica delle dieci meno criminose Belluno, che si piazza tra Crotone e Potenza, e Pordenone, tra Potenza e Frosinone.  

Come si spiega?  Azzardo: al Sud non ci sono meno reati, ma meno denunce (è una lettura cattiva). Oppure: al Sud ci sono meno reati perché ci sono meno immigrati (può darsi). La spiegazione che mi convince di più: il Pil del Sud è la metà del Pil del Nord, è chiaro che il crimine segue la ricchezza. E questa è anche la ragione per la quale il Mezzogiorno ha molti meno immigrati del Settentrione. Milano è prima e non per caso. E Rimini è seconda non solo perché è ricca, ma perché i milioni di turisti che la affollano ogni estate sono una preda assai ghiotta.  

Quando diciamo “reati” che cosa intendiamo esattamente?
Tutti i reati denunciati, di qualunque tipo, quindi anche i delitti in famiglia, femminicidi compresi. La massa di dati messa a disposizione del “Sole” dal Viminale ci dice che la nostra sensibilità di giornalisti ha poco a che vedere con l’effettiva vastità dei fenomeni: gli omicidi sono in netto calo, le donne ammazzate sono stabili e non c’è, relativamente ai femminicidi, un’emergenza statistica, ma casomai, fortunatamente, culturale e morale. Il “Sole” ha suddiviso la materia in quattro sotto-tabelle, “Furti in Casa”, “Borseggi”, “Rapine”, “Truffe e frodi”. Sono tutti in aumento, persino le rapine che invece nel resto del mondo calano. Ma l’incremento più forte riguarda le truffe e le frodi, cresciute di più di un quinto: 20,4%.  

Come si spiega?
Si spiega con internet e mi vien bene a questo punto l’esempio americano che traggo non più dalle statistiche del Sole/Viminale, ma da un rapporto recentissimo dell’Fbi che ha fatto un calcolo più vasto di quello anno su anno e ha studiato l’andamento di rapine e reati elettronici nel periodo 2003-2011. Risulta che in questi otto anni le rapine sono passate da 7.500 l’anno a 5.000, con ricavi scesi da 78 milioni a 38 milioni di dollari, tendenze confermate dalle prime evidenze del 2012 in corso di elaborazione. Del resto anche in Italia c’è un tipo di rapina in netto calo, ed è quella in banca. L’Osiff (Centro ricerche dell’Abi sulla sicurezza anticrimine) certifica che dal 2007 al 2013 le rapine in banca sono diminuite del 68% e nel primo semestre del 2014 si registra un calo del 50%. Questa diminuzione è compensata, ovunque, dall’aumento esponenziale della “rapina” - per dir così - compiuta attraverso la rete. Da noi come abbiamo visto la quantità di reati di questo tipo è aumentata di un quinto, in America si è addirittura quintuplicata. Sempre l’Fbi parla di ricavi da due miliardi di dollari tra frodi e rapine su conti on line e carte di credito. A livello mondiale (dati Norton) la criminalità in rete, o cybercrime, è costata nel 2013 113 miliardi di dollari, per il 60% grazie a frodi e furti on line. Vittime: 378 milioni di uomini e donne, un milione al mese, 12 al secondo.  

• Si direbbe che col suo misero +20% l’Italia sia un paese primitivo.
In un certo senso è così. Da noi vanno ancora forte le vendite-truffa di Viagra (pericolosissime) e in genere il traffico di farmaci, lo smercio di gasolio o benzina risucchiati dagli oleodotti o direttamente dalle pompe, il furto di rame, che ha questa stravaganza: non fa ricavare molto ai ladri, costa moltissimo invece a chi lo subisce.