Affari&Finanza, 17 novembre 2014
Guo Guangchang il Warren Buffett cinese che vuole comprare il Club Méditerranée
L’ultimo a rilanciare è stato Carlo Bonomi che ha messo sul piatto 23 euro ad azione per Club Med. Ma a far salire la quotazione è stato il cinese Guo Guangchang, che aveva portato a 22 l’offerta, dai 17 euro della prima Opa, partita a maggio scorso. Una battaglia a colpi di 1 o 2 euro per volta quella tra l’uomo d’affari italiano e l’imprenditore cinese. Entrambi a capo di corpose cordate internazionali si contendono da mesi l’operatore francese di turismo e vacanze di lusso. L’Amf, Autorità dei mercati finanziari francesi, ha fissato la data del primo dicembre quale termine ultimo entro il quale Gaillon Invest II, il veicolo di Guo, potrà presentare un rilancio rispetto alla proposta di Global Resorts, il veicolo di Bonomi, che ha come alleato anche il fondo di private equity Kkr. Colpisce, in particolare, l’interesse dell’imprenditore cinese, proprietario e presidente di Fosun, una delle più grandi conglomerate del Dragone, del valore di 51 miliardi di yuan, più di 8 miliardi di dollari, quotata a Hong Kong. Un gruppo stipato come una salsiccia, dal real estate alla farmaceutica, dagli ospedali all’acciaio, dalle assicurazioni e asset management al turismo. Solo nell’ultimo anno ha fatto dodici acquisizioni all’estero. Nel suo portafoglio è finito pure il Chase Manhattan Plaza, la torre costruita da David Rockefeller, che gli è stata venduta dalla JpMorgan lo scorso anno, la più grande operazione di real estate di un cinese all’estero, scrive Bbc News. Guo ha provato anche a comprare Forbes, uno dei più autorevoli magazine americani. Non c’è riuscito. Ma la marcia di conquista dei brand d’occidente non si ferma. «Il nostro obiettivo è chiaro – ha dichiarato tempo fa alla Bbc – abbiamo bisogno di creare una società di investimenti stile Buffett, con le radici in Cina ma con capacità globali». Quarantasette anni, sposato in seconde nozze con una famosa conduttrice televisiva, Wang Jinyuan, padre di tre figli, Guo è uno degli uomini più ricchi del mondo con un patrimonio personale di 4,3 miliardi di dollari secondo Forbes, di più, 5,4 miliardi, secondo l’indice dei Paperoni di Bloomberg che lo ha incluso nel ranking delle 50 personalità più influenti al mondo. La sua storia ricorda quella di tanti altri tycoon cinesi, nati poveri e che si sono fatti da soli, grazie al personale fiuto imprenditoriale e alla politica di Deng Xiaoping, il premier che è stato il pioniere delle riforme economiche partite negli anni ‘80, che hanno dato il via al boom della Cina. Oggi si ritrovano tutti al Cec, China Entrepenuer Club, esclusivo club a nord est di Pechino, al quale sono ammessi solo 46 imprenditori: Jack Ma, fondatore di Alibaba, il magnate degli immobili Wang Jianlin, il miliardario Huang Nubo, presidente e fondatore di Zhong Kun, società specializzata nella costruzione di resort di lusso. Il guanxi, fare network, è la chiave di volta dei cinesi in carriera. Quello del turismo è un business relativamente giovane in Cina, ma dal potenziale enorme. Si è sviluppato di pari passo con la crescita della nuova classe dirigente, e ora, con la classe media che avanza numerosa, si prepara a un nuovo boom. Il primo resort Club Med in Cina è stato aperto proprio su impulso di Fosun, che nel 2010 ha comprato una prima quota, il 9,96% del gruppo francese per 41 milioni di euro. Oggi la sua partecipazione è salita al 18,3%, in partnership con Ardian, ex gruppo Axa private equity, partner della scalata. Dopo l’uscita della famiglia Agnelli, dieci anni fa, Club Med ha attraversato molti cambiamenti e tanti bilanci in rosso. La cordata di Fosun può contare sull’appoggio del management di Club Med che, sotto la guida di Henri Giscard d’Estaing, figlio dell’ex presidente della Repubblica francese, ha rivisto le sue strategie puntando verso l’alto di gamma e in particolare sul mercato cinese. La guerra per il controllo è scoppiata a maggio, con la prima Opa lanciata dalla cordata di Guo. Da 17 euro della prima proposta si è saliti presto a 17,50, ma nel frattempo è sceso in campo Bonomi che ha iniziato a rastrellare azioni. Fino a che, la scorsa settimana, è riuscito a salire al 18,8% del capitale di Club Med, diventando il primo azionista. Secondo le Figaro économie, però, il gruppo legato a Fosun ha il 24,4% dei voti, più dei concorrenti. Niente colpi di scena. Prese di posizione frontali. Tutto avviene per piccoli passi reciproci. Come nel Tai Chi, l’arte marziale cinese che Guo pratica tutti i giorni, anche nei periodi di affari più stringenti. Lo fa nel suo ufficio, o nella sala conferenze, nel grattacielo che domina il Bund, lo storico waterfront di Shanghai. «Se sei in grado di praticare il Tai Chi anche nei momenti più indaffarati, di tirare fuori tutto il sudore, questo è quello che io chiamo godersi la vita. Devi essere in grado di buttare giù ogni cosa, goderti la vita e i suoi eventi», è una delle frasi che ama ripetere. A tavola con Patti Waldmeir, corrispondente del Financial Times, o in un’intervista video con la Bcc, Guo ama spiegare agli occidentali questa disciplina, anche esibendosi nella tenuta tipica di seta con i nodini di stoffa, fotografato cosi anche dal Wall Street Journal. Il suo messaggio: Tai Chi e investimenti sono simili, bisogna imparare a sentire, di volta in volta, come acquisire il vantaggio competitivo. In pratica si tratta di aspettare la mossa dell’avversario, farlo spingere in avanti con tutta la sua forza e poi, con un semplice colpetto, assecondare la sua stessa forza per farlo finire a terra. Si tratta di vedere se funzionerà anche con Bonomi. Con Apollo Global Management l’ha avuta vinta, sfilando alla società americana di investimenti Caixa Seguro e Saude, la più grande società di assicurazioni del Portogallo, di cui ha comprato l’80% per un miliardo di euro. Una “cassaforte” che gli conferisce asset liquidi per nuove acquisizioni, una risposta concreta alle critiche degli analisti che tengono basso il titolo che ritengono eccessivamente indebitato. Guo è abituato a fare affari partendo dal nulla. Nel 1992, dopo la laurea, ha creato Guangxin Technology Development Company, insieme a due colleghi dell’Università di Fosun, uno dei quali è stata la sua prima moglie. Da studente, per anni, si era mantenuto vendendo cibo porta a porta agli altri studenti delle camerate, la notte. Subito dopo è nata Fosun. Via via la scalata al business, anche attraverso acquisizioni mirate: Nanjing Iron& Steel, Shenyang Northeast Pharmaceutical Co, approdata in Borsa nel 2012 come Fosun Pharmaceutical: la Friendship Co. Nel 2007 c’è stata la quotazione di Fosun International, la holding. Turismo, assicurazioni, fashion, salute, asset e wealth management: i settori ai quali Guo punta con decisione sono quelli in forte espansione, i fondamentali della Cina del nuovo millennio, dicono analisti e gestori di fondi. Gli asset legati allo sviluppo dei consumi interni e di una nuova classe di benestanti. Cinesi medi, finalmente autorizzati a partire per fare vacanze all’estero. Ma profondamente legati alle tradizioni del proprio paese. Il doppio volto della Cina di oggi, che rimbalza in tutto il mondo attraverso Guo: vestito all’occidentale dietro le vetrate del grattacielo della sede. In piyamas al tavolo di legno antico con le bacchette, ciotole e bajiut, l’infuocato distillato. Ama mangiare il meigancaii, verdure essiccate al sole e in salamoia. Si usano per condire piatti bolliti a base di carne. «Quando ero piccolo la carne non c’era – ha raccontato al Financial Timesla mamma lo metteva sul poco riso al vapore che riusciva a trovare, con un po’ di grasso di pollo. Ma ancora oggi, al ricordo, mi viene l’acquolina in bocca».