Il Messaggero, 17 novembre 2014
«Grillo sta sbagliando tutto. Certe volte si muove come un dilettante». Parola di Paolo Becchi, ideologo del M5S che non ci crede più...
Qualcuno sta già mettendo le mani avanti e francamente non capisco perché. Non ci si rende conto che se alle regionali in Calabria ed Emilia Romagna il Movimento prenderà percentuali da prefisso telefonico, come è già successo alle comunali di Reggio Calabria, questo per noi vorrà dire il crollo. Rassegnarsi ad una logica di sopravvivenza. E non era questo lo spirito di un Movimento che fino a poco fa diceva di voler cambiare non solo la Calabria e l’Emilia ma tutta l’Italia».
Professor Paolo Becchi, proprio lei, l’ideologo grillino, non ci crede più?
«Io parlo a titolo personale, rappresento solo Paolo Becchi, cioè me stesso. E ho la netta impressione che si stia per commettere un grave errore. Se la prospettiva è il crollo allora è bene sapere che per il Movimento questa non sarà una decrescita felice».
Tutta colpa di Beppe Grillo?
«Certo volte si muove come un dilettante. Dopo l’alluvione è tornato a Genova ma invece di presentarsi con gli stivaloni e con la pala come avrebbe dovuto fare è sceso da Sant’Ilario in scooter. Ma dico?! Anche mio figlio, che è un suo simpatizzante e ha 17 anni, quando lo ha visto arrivare in quel modo si è indignato mica ci volevano gli angeli del fango...!. Se ha scelto di andarci, non doveva comportarsi come un politico qualsiasi. E proprio lui che non è come tutti gli altri, cosa che io continuo a credere».
A Bruxelles, davanti ai giornalisti, ha sfiorato la rissa. Eppure proprio lui aveva indetto la conferenza stampa.
«Anche qui, mi lasci dire: Grillo è andato al Parlamento europeo e ha litigato con un giornalista che voleva fargli una domanda. Ma se non voleva rispondere perché ha indetto la conferenza? Nessuno l’obbligava. Chissà chi lo consiglia. E vogliamo parlare della denuncia presentata in procura contro il patto del Nazareno? Sul web stanno ancora ridendo. Ma che senso aveva fare quella denuncia? Ora hanno aperto un fascicolo e un procedimento contro ignoti. Beh, Renzi e Berlusconi sono ignoti? Che senso ha? Ma dai! Mi hanno raccontato che in procura si rideva a crepapelle. Ecco, le ho fatto questi esempi per farle capire cosa intendendo io per dilettantismo quando parlo di Grillo».
Che a quanto pare non parteciperà ai comizi di chiusura delle prossimi regionali.
«Allora si è stancato o vuole passare la mano a qualcun altro. Perché uno che fa il capo politico di un Movimento non può rendersi conto che la sua presenza a Reggio Calabria o in Emilia Romagna può valere anche 2 o 3 punti. Sono percentuali che in termini di voti fanno la differenza. Si voterà in 2 regioni, Nord e Sud. Un test importante. Lo sa Grillo che se si scende sotto la soglia del 10% risalire la china poi sarà dura? Piuttosto che fare figuracce si poteva fare come in Sardegna quando alle scorse regionali si è deciso di non partecipare. Sarebbe stato meglio».
La spinta si è esaurita?
«Spero proprio di no, anche se a livello nazionale vedo una certa difficoltà. Il voto per la Consulta è stato un errore, l’inizio di una china scivolosa. E sarebbe assurdo che mentre in Inghilterra cresce l’Ukipe di Farage, in Francia Marine Le Pen fa il pieno di voti e da noi la Lega è in forte espansione, noi scendessimo e ci fosse addirittura un cedimento. No, Grillo proprio non lo capisco».