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 2014  novembre 17 Lunedì calendario

E Berlusconi è di nuovo in ospedale per l’uveite. Tutta colpa dell’aggressione di piazza Duomo

Tutta colpa, parole sue, della «maledetta statuetta», quella che gli arrivò in faccia nel famoso agguato del 2009. «Mi ha fatto saltare quattro denti e quasi un occhio. E proprio ora mi ha fatto tornare l’uveite»: così parlò Silvio Berlusconi sabato a Milano, presentando l’autobiografia di Michaela Biancofiore dietro un enorme paio di occhiali scuri.
Ma tanto è peggiorata, l’uveite, che ieri pomeriggio l’ex Cavaliere si è dovuto far ricoverare al San Raffaele: per quanto tempo, con precisione ancora non si sa: «Questione di giorni, comunque», assicura il suo medico curante. Alberto Zangrillo. E racconta: «L’uveite dà fotofobia (il che spiega i Ray-Ban di Berlusconi, ndr) ma anche forti dolori». E il paziente com’è, professore? «Non è depresso, ma un po’ preoccupato evidentemente sì. Nulla di misterioso o da tenere segreto: non c’è niente di non detto. Semplicemente, l’uveite è una malattia cronica con periodiche riacutizzazioni. E, certo, se fossero meno frequenti saremmo tutti più tranquilli».
La decisione del ricovero è stata presa dopo una visita di Francesco Bandello, titolare della cattedra di Oftalmologia al San Raffaele. Qui Berlusconi sarà sottoposto a una terapia sistemica e tenuto in osservazione per qualche giorno, «quanti – continua Zangrillo – con precisione non possiamo ancora dirlo. Previsioni è meglio non farne. Berlusconi si sta sottoponendo di buon grado alle cure».
L’uveite diventa dunque la malattia più citata della politica italiana. Si tratta di un’infiammazione a carico dell’uvea, la parte vascolare dell’occhio, compresa fra la sclera (la parte bianca) e la retina, di origine autoimmune. L’uveite è una patologia abbastanza comune, in termini profani una congiuntivite più fastidiosa. 
Riferisce Mario Stirpe, presidente della Commissione per la prevenzione della cecità del Ministero della Salute, che Berlusconi soffre di una «recidiva», insomma una ricaduta, e che la medicina con la quale si cura è il cortisone. Il professor Stirpe ha visitato Berlusconi mercoledì a Roma, dopo che l’infiammazione si era riaccesa (fra le cause, ci può essere anche lo stress): «È in buone condizioni e sempre con lo stesso spirito combattivo», racconta Stirpe, che ha raccomandato al paziente il ricovero perché gli esami devono essere effettuati più volte nel corso dello stesso giorno: «Le condizioni dell’infiammazione e i sintomi possono infatti variare durante la giornata – spiega -. Per questo, Berlusconi potrà così essere seguito in modo opportuno».