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 2014  novembre 17 Lunedì calendario

«Bisogna coinvolgere le assicurazioni in funzione di garanzia contro il rischio di inadempimento, come negli Usa». La ricetta di Francesco Giavazzi e Remy Cohen per battere la corruzione nella realizzazione di grandi opere

Per battere la corruzione nella realizzazione di grandi opere bisogna coinvolgere le assicurazioni in funzione di garanzia contro il rischio di inadempimento, una buona pratica ampiamente diffusa e funzionante negli Usa. A formulare la proposta sono stati ieri a Milano, nell’ambito delle manifestazioni di Bookcity, l’economista Francesco Giavazzi e Remy Cohen, docente di infrastrutture e project financing alla Sda Bocconi. In sostanza l’impresa che si aggiudica l’appalto sottoscrive una polizza che impegna comunque l’assicurazione a completare il lavoro nei tempi e costi promessi. La compagnia di conseguenza ha tutto l’interesse a scremare il mercato e a far pagare un prezzo più alto (della polizza) alle imprese ritenute meno affidabili. «È l’uovo di Colombo – sostiene Giavazzi – perché consente di effettuare aste al prezzo minimo rinviando la procedura di selezione a un soggetto terzo, esterno alla pubblica amministrazione e legato a una logica di mercato». Un uovo che – sorpresa – la legislazione italiana già prevede almeno in base ai dettami della legge 162/2008. Il caso vuole però che da allora si attenda invano l’emissione di un decreto ministeriale attuativo che tarda ad arrivare, perché evidentemente la novità non piace alle lobby del mattone. E proprio degli interessi nascosti che stanno dietro alla corruzione si è discusso ieri a partire dal libro ( Corruzione a norma di legge, editore Rizzoli) che Giavazzi ha scritto con il giornalista Giorgio Barbieri. Una seconda proposta riguarda il «whistleblower» ovvero la gola profonda. Sempre negli States è possibile denunciare in forma anonima sospetti episodi di corruzione, basta accedere a un sito del governo federale e fornire dati e circostanze credibili. Il principio è stato recepito dal neo presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, che ha introdotto la possibilità di utilizzare una mail per segnalare casi di illeciti di cui si è venuti a conoscenza. Per ora è riservata ai soli dipendenti pubblici ma anche in questo caso al denunciante sarà garantito l’anonimato.