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 2014  novembre 17 Lunedì calendario

Benedict Cumberbatch racconta la storia di Alan Turing, il matematico e criptologo di Cambridge che decifrò Enigma, il complesso computer per le comunicazioni della Germania nazista, riuscendo così ad anticipare bombardamenti e strategie

Benedict Cumberbatch non è Brad Pitt. E nemmeno Bradley Cooper. Insomma, non è uno che ha un volto e un corpo che corrispondono a canoni di bellezza classici. Semmai, è uno che seduce più a livello mentale, con quello sguardo che esprime intelligenza ed ironia. È molto british, Benedict Timothy Carlton Cumberbatch, viene da una famiglia di diplomatici e di ufficiali ed è stato ammirato di qua e al di là dell’Atlantico come forse il più bravo e il più credibile di tutti gli Sherlock Holmes, nella serie della BBC. Il personaggio che lo ha reso veramente popolare è stato tuttavia quello del perfido di turno nell’ultimo Star Trek, l’anno scorso. Eppure Cumberbatch ha saputo raccogliere attorno a sè un seguito da culto, ovunque va è seguito da un piccolo esercito di fan femminili che invocano il suo non facile nome e che si sono auto-proclamate con orgoglio le «Cumberbitches».
È stato anche uno dei protagonisti di War Horse, diretto da Steven Spielberg. L’anno scorso ha interpretato Julian Assange inQuinto potere. Quest’anno ha un film che lo ha messo automaticamente nella posizione di uno dei favoriti nella corsa all’Oscar, The Imitation Game. È la storia di Alan Turing, il matematico e criptologo di Cambridge che decifrò Enigma, il complesso computer per le comunicazioni della Germania nazista, riuscendo così ad anticipare bombardamenti e strategie. E che a sua volta aveva un grande segreto. Era gay, nel regno Unito degli anni della guerra, sino agli Anni 50 considerato un crimine. Dopo la guerra Turing venne condannato per indecenza e castrato chimicamente, e di lì a poco si suicidò.
Una storia da raccontare, in un film diretto dal danese Morten Tyldum e che ha tra i suoi protagonisti Keira Knightley, nella parte di una matematica a sua volta discriminata in quanto donna. 
Mr. Cumberbatch, dopo la condanna c’è stato il perdono della Regina.
«È una vergogna che si sia arrivati a questo punto, che ci debba essere stata una campagna per la sua riabilitazione. E spero che questo film aiuti a creare consapevolezza sul torto che è stato fatto a un uomo così unico, che ha salvato milioni di vite e che ha inventato una macchina precursore dei computer che usiamo ancora oggi».
Turing è diventato un’icona gay.
«E questo è ironico, perché era un uomo molto timido e riservato, che non avrebbe mai chiesto di esserlo, uno che non ha mai nemmeno promosso il suo lavoro e i suoi successi, che poteva apparire arrogante, ma in realtà era un uomo molto timido e insicuro. E la cosa più triste è che lo stesso pregiudizio che c’era negli Anni 50 da noi in Gran Bretagna continua in Iran e in Turchia e in Russia e in tante parti del mondo. Specie in tempi di difficoltà, sembra essere tristemente parte della natura umana prendersela con gli stranieri e con gli immigrati e con tutti i diversi. Molto triste».
Che cosa pensa delle Cumberbitches?
«I miei fan sono intelligenti e creativi e spiritosi e determinati. Alcuni si sono dati questo nome e devo dire mi sarebbe piaciuto ne avessero scelto uno più delicato. Sono orgoglioso che ammirino il mio lavoro, è ciò che conta. E se poi vogliono chiamarsi così, non posso farci molto».
La vediamo sempre più spesso sugli schermi, va mai in vacanza?
«MI viene offerto un sacco di lavoro ed è tutto così bello e così vario che è come una vacanza. Ma amo anche stare in ozio con gli amici. E viaggiare».