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 2014  novembre 17 Lunedì calendario

Gli Usa istruiscono l’Iraq «servono almeno 80 mila uomini ben preparati e armati per riconquistare tutti i territori catturati da Isis»

«Possiamo imprimere una svolta al conflitto contro Isis»: il generale americano Martin Dempsey arriva a Baghdad con l’intento di pianificare una campagna irachena di terra capace di riconquistare i territori caduti nelle mani del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi.
È l’incontro con il ministro della Difesa iracheno, Khaled al-Obeidi, il momento in cui il capo degli Stati maggiori congiunti Usa, illustra cosa ha in mente. L’occasione viene dalla riconquista della raffineria di Baiji da parte degli iracheni, registrata nella mattinata: «È un momento importante, vi abbiamo aiutato ad allontanarvi dal precipizio e ora possiamo arrivare ad una svolta contro lo Stato Islamico».
Il riferimento è al piano di sfruttare l’imminente arrivo dei nuovi 1.500 marines da parte del presidente Barack Obama – che si aggiungeranno ai 1.400 già presenti – per spingere l’esercito iracheno ad una «maggiore cooperazione sciiti-sunniti» ovvero siglare accordi con le tribù sunnite dell’Anbar per spingerle a rivoltarsi contro i jihadisti dello Stato Islamico. La creazione di un pilastro sunnita anti-Isis deve accompagnarsi, secondo Dempsey, ad un migliore addestramento delle truppe regolari di Baghdad perché, come lui stesso ha detto giovedì intervenendo al Congresso di Washington, «servono almeno 80 mila uomini ben preparati e armati per riconquistare tutti i territori iracheni catturati da Isis».
È questo lo scenario di una campagna di terra, affidata alle truppe di Baghdad, cui si è discusso nella scorsa settimana alla sede del Comando Centrale di Tampa, in Florida, fra circa 300 pianificatori militari di 20 Paesi della coalizione anti-Isis. Washington chiede agli alleati, europei e arabi, di prevedere un maggiore sforzo militare in Iraq nei prossimi mesi per sostenere la prospettiva di un’offensiva di primavera delle truppe di terra di Baghdad nel Nord e nell’Ovest. Non si parla di truppe Usa. Lo ha ribadito anche Obama dal G20.
L’arrivo degli istruttori statunitensi servirà proprio a preparare i reparti che dovranno assaltare le roccaforti di Isis in Iraq, separando dunque questo scacchiere dalla Siria. Un tassello importante del piano militare è il riassetto dei vertici delle forze armate di Baghdad innescato dalla decisione del nuovo premier Haider Al-Habadi di sostituire 36 comandanti, addebitandogli la responsabilità di non essere riusciti a difendere il territorio nazionale da Isis sotto il precedente governo di Nouri Al-Maliki.
I nomi dei generali defenestrati non sono stati diffusi, ma la nomina dei successori si preannuncia come il primo tassello della possibile campagna di primavera contro il Califfato: dovranno essere ufficiali in grado di operare agilmente tanto con gli americani che con le tribù sunnite.