la Repubblica, 17 novembre 2014
La lobby dell’eolico chiede (e otterrà) nuovi incentivi. Peccato che in Italia ci sia poco vento, che il Mezzogiorno sia già stato massacrato da migliaia di pale alte dagli 80 ai 130 metri e che i cittadini italiani stanno pagando una tassa nascosta nella bolletta elettrica di oltre 12 miliardi annui e che la continueranno a pagare, per gli stessi impianti, per i prossimi 20 anni
Ci risiamo. Sembra che anche questo governo, che pur sembrava animato da propositi risanatori, sia pronto a piegarsi alle richieste di nuovi incentivi da parte delle lobby eoliche. Fin dai tempi di Tremonti, ministro dell’Economia e Finanze si era riconosciuto come gli incentivi concessi ai Signori dell’Aria rappresentassero uno spreco esagerato e inutile e vennero studiate forme di riduzione. L’Italia nel frattempo si era mossa in base al protocollo di Kyoto, il famoso programma 20-20-20. Ovvero gli stati membri sono obbligati a raggiungere entro il 2020 i seguenti obiettivi: 1) riduzione delle emissioni di CO2 del 20% rispetto al 1990; 2) produzione del 20% di energia rinnovabile (rispetto a quella consumata); 3) aumento dell’efficienza energetica del 20% (misurata attraverso il calo dei consumi).Il fotovoltaico è finanziato con il Conto Energia: l’incentivo è talmente alto che ha dato vita a una bolla speculativa senza precedenti: in pochi anni, dal 2007 al 2013 sono stati costruiti impianti che oggi assorbono incentivi per oltre 6,7miliardi anno. Queste elargizioni saranno versate per 20 anni.L’eolico è stato finanziato con i cosiddetti certificati verdi. In Italia c’è poco vento. Si raggiungono a malapena le 1.700 ore annue contro le 2000 ore di media del Nord Europa. Impiantare le pale eoliche è molto redditizio lo stesso perché l’incentivo è il più alto d’Europa (cioè del mondo). Siccome per installare queste strutture occorre un buon controllo del territorio l’affare è finito in parte nelle mani della mafia. Tutto il Mezzogiorno è stato massacrato da migliaia di torri alte dagli 80 ai 130 metri.I certificati verdi hanno finanziato anche le centrali a biomassa e geotermiche. Principalmente però, gli incentivi sono finiti a grandi centrali che producono solo elettricità di cui non ci sarebbe alcun bisogno visto il calo dei consumi energetici a causa della crisi.Negli ultimi anni, governo e Parlamento hanno riformato il settore nelle procedure e negli incentivi. Al fotovoltaico è stato posto il tetto di 6,7 miliardi annui. Alle altre fonti rinnovabili elettriche (principalmente eolico e biomasse) un tetto di 5 miliardi e 800 milioni. Il tetto del fotovoltaico è stato raggiunto nel corso del 2013, quello dell’eolico e delle altre fonti sarà certamente raggiunto fra pochi mesi.Nell’insieme, i cittadini italiani stanno pagando una tassa nascosta nella bolletta elettrica di oltre 12 miliardi annui che grava sulle famiglie e, in particolare, sulla piccola e media impresa. La continueranno a pagare, per gli stessi impianti, per i prossimi 20 anni.La situazione è talmente grave che la ministra Guidi ha fatto approvare di recente un decreto legge, il cosiddetto “spalma incentivi” che diluisce gli incentivi al fotovoltaico su un numero maggiore di anni. Un segnale finalmente positivo per tutti coloro che non ne potevano più di assistere ad una gigantesca speculazione realizzata a spese del paesaggio (e delle bollette) e travestita di verde.Quelle associazioni ambientaliste (Amici della Terra, Italia Nostra, Lipu, Mountain Wilderness) che in questi anni si sono sgolate a smascherare questa truffa pensavano che ormai fosse finita. E invece no. Il viceministro allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, a sorpresa, nelle scorse settimane, ha annunciato un provvedimento “tampone” per ridefinire il tetto di 5,8 miliardi di euro destinati dal decreto 6 luglio 2012 agli incentivi per le fonti rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico al fine di “consolidare le filiere che si stanno formando in Italia”.“Ci risiamo – dice Rosa Filippini dalle colonne dell’ Astrolabio, il giornale online degli Amici della Terra – sembra che anche questo governo non riesca a resistere al fascino della lobby eolica e si appresti a dare ancora altri soldi agli impianti di rinnovabili elettriche a spese delle nostre bollette e dei crinali dell’Appennino”. Filippini ricorda che in queste filiere, compreso il fotovoltaico, c’è ben poco di italiano se non l’incentivo fuori misura. Inoltre, l’obiettivo del 17%, assegnato dall’Europa al 2020 per la produzione di energia da fonti rinnovabili, è già quasi raggiunto con 6 anni di anticipo e, in particolare, quello stabilito a livello nazionale per l’energia elettrica (29% del totale dei consumi elettrici) è stato abbondantemente superato arrivando a coprirne quest’anno circa il 37%. Insomma il solito gioco degli incentivi all’italiana.