Corriere della Sera, 17 novembre 2014
La lega sale nei sondaggi. Secondo Maroni Berlusconi dovrebbe sostenere Salvini: «Sta tallonando Renzi, il futuro del centrodestra passa da noi, da Matteo e dal rinnovamento». Ma l’ex premier non sembra affatto dell’idea
Guardiamo avanti, pensiamo al futuro. E dunque, Berlusconi sostenga Matteo Salvini. Roberto Maroni, il governatore lombardo nonché ex segretario della Lega, invita il leader di Forza Italia a non incaponirsi nel voler essere ancora il leader del futuribile centrodestra.
Tutto nasce sabato. Quando a Silvio Berlusconi, alla presentazione del libro di Michaela Biancofiore, viene chiesto perché non potrebbe essere Matteo Salvini l’uomo di punta di una rinnovata alleanza. L’ex premier non sembra affatto dell’idea. Dice che sì, ci vorrebbe qualcuno di nuovo. Per poi tagliare secco: «Umberto Bossi ha detto che “no, il leader deve essere Berlusconi”».
Maroni, però, comincia a crederci. E dunque, eccolo sostenere il segretario che lui stesso aveva scelto come successore: «Nei sondaggi Salvini sta tallonando Renzi, il futuro del centrodestra passa da noi, da Salvini e dal rinnovamento». Per questo «Berlusconi dovrebbe dare sostegno alla Lega e a Salvini che sta già interpretando» il futuro che verrà.
E, in effetti, almeno a giudicare dai sondaggi, il segretario leghista avanza a grandi falcate. Nel febbraio scorso, le indagini davano la Lega di poco sopra al due per cento. E invece, alle Europee il Carroccio prese circa tre volte tanto. Oggi, le intenzioni di voto assegnano al movimento consensi tra l’otto e il 10,8 per cento. Da notare che il punto alto della forbice non è mai stato raggiunto dalla Lega in nessun momento della sua storia. Mentre Salvini, sempre secondo i sondaggi, è il personaggio politico che gode di più fiducia dopo Renzi. Silvio Berlusconi è al settimo posto della classifica.
Tutto bene, dunque per la Lega? Il vento che gonfia le vele non incontra scogli capaci di fermarlo? A complicare le cose, in realtà, resta un Veneto che non ha ancora trovato la sua pace. Con il sindaco di Verona Flavio Tosi che reclama il rispetto di un patto stretto a suo tempo con Maroni. E cioé: Salvini sarebbe diventato il segretario federale, mentre lui stesso sarebbe stato il candidato della Lega a leader del centrodestra tutto, magari in sede di primarie.
Qualcosa deve essere cambiato, visto anche l’appello di Maroni. Forse proprio il ripetersi delle schermaglie nella Serenissima regione. Il governatore Luca Zaia, pronto alle Regionali, vola alto e cerca di non farsi invischiare nelle baruffe chiozzotte. Come quelle che per anni lo hanno opposto a Tosi. Eppure, difficile che sia entusiasta all’idea che a suo sostegno ci siano una lista Tosi e, ora, anche una lista Bitonci, promossa dal fumantino sindaco di Padova: tutto può desiderare Zaia tranne che il suo consiglio regionale si trasformi in pedana di scherma per tosiani e bitonciani. Peraltro anche tra il governatore e Bitonci c’è stato un memorabile scontro sulla collocazione dell’ospedale di Padova.
Ma è il fronte che contrappone Tosi e Bitonci quello più serrato. Sconcertante, per esempio, la guerra delle fiere. Verona ha annunciato una nuova esposizione dedicata alle biciclette dall’11 al 14 settembre 2015. Chiuderà, dunque, cinque giorni prima della tradizionale fiera di Padova, Expobici. Bitonci non ha gradito, ma non è tipo da stare a piangerci sopra. E così, ha annunciato che la città del Santo ospiterà due esposizioni nuove di zecca. Una dedicata al vino e una al cavallo. Tu guarda il caso: Vinitaly e Fieracavalli sono proprio le due fiere più note e importanti che si svolgono a Verona.