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 2014  novembre 15 Sabato calendario

Lo sciopero sociale nelle città italiane • Ancora in recessione il nostro Pil • Niente matite colorate e ginnastica nelle scuole dell’Isis • La Commissione europea dà il via libera all’accordo Alitalia-Etihad • È stato un mig ucraino ad abbattere il Boeing malese a luglio? • Cuccarini vs Carrà • I debiti di Marco Baldini


Sciopero Ieri c’è stato lo sciopero “sociale” indetto dai sindacati di base Cobas, Cub, Usi, Adl per dire no alle politiche del governo Renzi e dell’Unione Europea, al Jobs act, alla legge di Stabilità, al piano di riforma della scuola. Le città attraversate dai cortei sono state 25 e tante sono state le manifestazioni pacifiche. Molti i cortei degli studenti accanto ai lavoratori. Purtroppo ci sono stati scontri a Padova, Milano, Roma, mentre a Genova 70 dipendenti dell’Amt, l’azienda di trasporto pubblico, hanno distrutto le apparecchiature della propria azienda, bloccando l’intero sistema operativo. Gli scontri più violenti a Padova, dove i manifestanti hanno cercato di forzare il percorso autorizzato, tentando di sfondare le barriere della polizia. Alla fine a farne le spese sono stati cinque agenti della polizia. Anche al corteo di Milano i manifestanti hanno cercato di deviare dal percorso prestabilito tentando uno sfondamento, vicino piazza Fontana, e gli agenti hanno reagito con una carica e lancio di lacrimogeni, mentre gli studenti rispondevano con bottiglie e petardi. A Roma dieci lavoratori di una ditta privata sono riusciti ad «occupare» il Colosseo, salendo sulle impalcature usate per il restauro ed esibendo uno striscione: «No al Jobs act e privatizzazione dei servizi pubblici». Picco di tensione in via Venti Settembre, davanti al ministero dell’Economia: i manifestanti hanno lanciato uova e fumogeni, replicando la stessa protesta davanti alla vicina ambasciata tedesca, con slogan contro Angela Merkel. A Torino la Digos ha sequestrato da un furgone di studenti mazze, bastoni e fumogeni. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Pil L’economia è in leggera ripresa nella zona euro, ma continua a rallentare in Italia, l’unico grande Paese a mostrare ancora una flessione del prodotto interno lordo. Nel terzo trimestre del 2014 i dati Istat e Eurostat vedono una flessione del Pil nel nostro Paese dello 0,1% rispetto al secondo trimestre. Un po’ meglio di quanto ci si aspettasse, ma rispetto al terzo trimestre del 2013, quindi su base annua, l’Italia registra un calo del Pil pari allo 0,4%, secondo solo a quello di Cipro (-2%) e superiore a quello della Finlandia (-0,3%), gli unici tre Paesi della zona euro in negativo. Nella media l’economia dei 18 Paesi che hanno adottato la moneta unica è cresciuta tra giugno e settembre dello 0,2% sul trimestre precedente, e dello 0,8 su base annua. La situazione è migliore nei Paesi della Ue che non hanno l’euro, visto che nella media di tutti i 28 Paesi dell’Unione il terzo trimestre ha visto un progresso del Pil dello 0,3%, che diventa un più 1,3% in ragione d’anno.

Scuola Regole scolastiche in vigore nello stato islamico noto come Isis: le classi miste sono vietate, professori maschi non possono avere femmine tra gli allievi e viceversa, l’università è stata sdoppiata per evitare l’incontro tra i due sessi. L’educazione fisica è stata sostituita da lezioni intense di sharia o da corsi di jihad. Al posto dell’arte si studia la calligrafia araba. Vietate le matite colorate (Cremonesi, Cds).

Alitalia La Commissione europea ha dato il via libera all’accordo tra Alitalia ed Etihad: quest’ultima rileverà il 49% del vettore italiano che resterà controllato al 51% dalla compagine guidata da Intesa Sanpaolo, Poste e Unicredit. La Commissione Ue ha giudicato che «la partnership tra Alitalia ed Etihad è conforme alla normativa europea in materia di concorrenza». Ma per evitare il rischio di un monopolio sulla rotta Roma-Belgrado, visto che gli arabi controllano già il 29% di Air Serbia, Alitalia-Etihad si è impegnata a «liberare fino a due coppie di slot» a favore di eventuali nuovi operatori e ad agevolarne l’ingresso. Con l’ingresso in Alitalia, La compagnia araba rafforzerà la sua presenza nei cieli europei, dopo la partecipazione di circa il 30% in Air Berlin. Nell’insieme l’operazione che ha portato la compagnia di Abu Dhabi in Alitalia vale 1,7 miliardi di euro: 560 milioni entreranno nelle casse del vettore italiano.

Mig Ieri sera il primo canale russo ha mostrato le immagini satellitari in cui si vede un Mig-29 ucraino lanciare un missile contro il Boeing malese (volo Mh17) che esplose il 17 luglio nei cieli di Donbass facendo 298 vittime. Le immagini sono state scattate da un satellite spia straniero e al momento non sembrano essere state manomesse.

Delusione Lorella Cuccarini via Twitter molto dura con Raffaella Carrà: «Non ci siamo incontrate per 30 anni. Spero di non incontrarti nei prossimi 30. Umanamente sei stata un’amara delusione». La delusione è dovuta alla mancata partecipazione - nonostante le promesse - a Forte forte forte su Raiuno. Pronta la replica della Carrà: «Avrei dovuto chiamarla e non l’ho fatto. Mi spiace e le chiedo scusa».

Baldini Marco Baldini ha lasciato il programma radiofonico Fuoriprogrammai con Fiorello. Motivo: «Non sono più in gradi di garantire un buon livello di professionalitaà». Intervistato dal Cds fa sapere di essere perseguitato dai creditori: «Non sono banditi, sono persone esasperate che rivogliono i loro soldi. Ricevo 150 telefonate al giorno, mi citofonano, mi stanno addosso. Non posso più lavorare: potrebbero arrivare lì e fare una piazzata tremenda. Fuoriprogramma non si registra in uno studio, ma in un bar in mezzo alla strada. Troppo pericoloso». I debiti li ha fatti giocando, anche se ora ha smesso dal 2008: «Nel 2011 ho perso il lavoro. Per due anni sono stato fermo perché Fiorello era fermo. E lì i debiti sono aumentati perché non avevo entrate. Ora non riesco più a far fronte a tutto». I creditori non lo molleranno: «Alcuni sono ex amici, impazziti di rabbia, hanno bisogno di quei soldi. Sono disperati, piangono, urlano, non si rassegnano. I creditori non mi danno tregua. La mia vita è un inferno. Quando mi sveglio alle sei cominciano le telefonate, le urla. E so che sarà così fino alla notte. Prima o poi dovrò smettere di lavorare completamente anche perché non ce la faccio più con la testa. Ho 55 anni, il mio fisico non regge. Mi verrà un infarto». Un rimpianto: «Era l’aprile del 1991. Avevo 40 milioni di lire di debito. Valerio, un amico di Cecchetto, me li ha prestati. Metà li ho usati per i debiti, metà li ho giocati. Da lì è nata tutta la tragedia. Quella è la pallina di neve che è diventata valanga. L’errore più grande della mia vita» (Volpe, Cds).

(a cura di Daria Egidi)