il Giornale, 14 novembre 2014
La svolta mistica di Pannella. Il leader radicale, per anni paladino di divorzio, aborto e droga libera, ha intrapreso un laico recupero della religiosità. Grazie all’amicizia con Bergoglio: «Ma il Pontefice non gli ha mai chiesto di riprendere a bere e a mangiare. Anzi, ha parlato di gesto di coraggio»
Pure Pannella? Sì, pure lui, il leader storico dei radicali, l’uomo che ha combattuto per il divorzio, l’aborto e la droga libera, il Marco libertario e antiproibizionista, anche lui adesso sembra quasi che si stia convertendo sulla via di Damasco. Del resto, che c’è di strano? Se persino Claudia Koll è passata da Tinto Brass alla Vergine, perché meravigliarsi della svolta mistica di Pannella?
Sarà l’età, sarà quel codino che gli dà un’aria da santone. Fatto sta che piano piano il fondatore del Pr è passato da una religiosità laica a un laico recupero della religiosità. È affascinato dalla figura di Cristo: ne parla talmente spesso dai microfoni di Radio Radicale da provocare stupori e qualche malumore tra gli ascoltatori. Ma soprattutto è stregato da Papa Francesco, con il quale ha ormai stabilito una consuetudine di rapporti.
E proprio una telefonata del Pontefice, alcuni mesi fa, gli ha allungato la vita. Pannella era impegnato nel milionesimo sciopero della fame e della sete – non l’ultimo, perché ce n’è uno in corso – i suoi valori clinici erano del tutto sballati, il corpo era trivellato di tubi e sonde, i medici del policlinico Gemelli avevano le mani tra i capelli e lui voleva insistere nella sua protesta. Avevano provato in tanti, inutilmente, a dissuaderlo. Poi, quella chiamata del Vaticano. Per venti minuti Francesco e Marco hanno discusso della vita e della morte, dell’uomo e dello spirito, e pure della situazione delle carceri italiani. «Ma il Pontefice – racconta Giuseppe Di Leo, vaticanista di Radio Radicale – non gli ha mai chiesto di riprendere a bere e a mangiare. Anzi, ha parlato di gesto di coraggio, come se lo incoraggiasse a tener duro». È stato a quel punto che Pannella si è convinto e ha smesso.
Ora, le telefonate di Bergoglio fanno ormai parte non solo della simbologia, ma anche della letteratura del pontificato. Qualche tempo fa si è saputo del colloquio del Papa con una donna argentina nel corso della quale sarebbe stato toccato il tema dell’eucaristia e dei divorziati risposati. Con Pannella però a quanto pare c’è un vero e profondo feeling. E sono in molti a chiedersi i motivi dell’intesa tra il vicario di Cristo e il leader politico che santifica la breccia di Porta Pia e che ha portato Cicciolina in Parlamento. Il Papa che incontra quello che dovrebbe essere il nemico per eccellenza, è un po’ come San Francesco di Assisi che ammansì il lupo e andò a parlare con il sultano d’Egitto.
«Papa Francesco? Noi radicali lo amiamo molto, e credo che anche lui...», aveva confidato a gennaio a SkyTg24, elogiando il «riaffermarsi grande e grosso della spiritualità». E quando il Pontefice argentino l’estate scorsa aveva cancellato l’ergastolo e introdotto il reato di tortura nella legislazione vaticana, Pannella s’era spinto oltre: «Mi piacerebbe molto lasciare la cittadinanza italiana per diventare un cittadino del Vaticano».
In attesa di ottenere il passaporto, il leader radicale sta lavorando per realizzare «un’iniziativa comune» con il Pontefice. Magari nel quadro della onlus Spes contra spem, che ha già più volte visto la partecipazione di esponenti radicali e alti prelati a convegni e tavole rotonde. Una settimana fa Pannella è andato a Verona a un incontro con i giovani organizzato dalla diocesi locale e ha pronunciato un discorso a quanto pare molto apprezzato dai vescovi del Triveneto presenti in sala. E nei giorni scorsi ha visto in Vaticano padre Lombardi: stanno preparando un faccia a faccia?
«I due sono molto più vicino di quanto possa apparire – spiega ancora Di Leo –. Ad esempio, hanno lo stesso modo di concepire l’impegno pubblico. Ricordiamoci che pure la Chiesa fa da sempre politica». C’è di più. «Marco ha una formazione crociana e come Croce dice sempre che “non possiamo non dirci cristiani”. Suo zio Giacinto poi era una vera autorità culturale ecclesiastica abruzzese».
Insomma, laico e mangiapreti ma non mangiapapi. Pannella andava d’accordo pure con Karol Wojtyla perché «i jolly, gli irregolari, ci capiscono e si piacciono». E persino con Benedetto XVI, dopo i primi anni di ostilità, c’è stato un avvicinamento: è successo proprio quando Ratzinger si è dimesso. Già lo apprezzava come teologo, raccontano, ma dopo la rinuncia anche come uomo.