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 2014  novembre 14 Venerdì calendario

Diego Della Valle spara a zero contro tutti. L’operazione Corriere, il bidone Fiat, e poi «si vada a votare il prima possibile. Non possiamo aspettare due anni, il Paese muore». Mister Tod’s e la sua ricetta per il sistema Paese

Diego Della Valle a tutto campo: dallo sconto fiscale per il made in Italy alle elezioni da indire appena possibile, il patron di Tod’s trasforma il convegno di Pambianco e Deutsche Bank sulla moda in una tribuna da cui lanciare la sua ricetta per il sistema Paese. E già che c’è, togliersi qualche macigno dal mocassino: tipo l’«investimento sbagliato» in Rcs e il destino della Ferrari, sacrificata, insieme all’amico e socio in Ntv Montezemolo, per salvare il «bidone Fiat», gli Agnelli e Marchionne. Tra una bordata e l’altra, il vulcanico imprenditore coglie l’occasione per rassicurare la platea di Piazza Affari, visto che il titolo di Tod’s sta perdendo il 6% (-5,17% in chiusura) dopo conti trimestrali tutt’altro che esaltanti: «Non bisogna stressarsi, siamo un’azienda che guarda al lungo periodo». 
Per tutto il resto, invece, bisogna fare presto: Renzi è avvisato. «Si vada a votare il prima possibile. Non possiamo aspettare due anni, il Paese muore». Si faccia «presto la legge elettorale e sarebbe bello anche poter decidere noi chi ci governa». Quindi, sì al ritorno delle preferenze, ma è solo l’inizio: «Dovrebbe essere così anche per il presidente della Repubblica. È lui che controlla la politica, non mi va che lo eleggano i politici: sarebbe bello che lo eleggessimo noi». 
E il premier? «Siamo in ottimi rapporti», ma la frecciatina finale arriva ugualmente: «Non vogliamo farci regalare 80 euro, ma avere la dignità di guadagnare e spendere come vogliamo. Bisogna mettere in movimento la macchina che fa denaro». 
Anche qui, Della Valle ha la sua ricetta: uno sconto fiscale per chi produce in Italia. «Aumenterebbe le entrate fiscali e farebbe rientrare tutti quelli costretti ad andare all’estero». Che poi «non c’è nessun industriale che vorrebbe andare via dall’Italia, chi lo fa è costretto per far quadrare i conti». Ci va anche lui, ammette pudicamente, anche se solo per «una piccola quota» dei prodotti Hogan a più basso costo: tutto il resto, da Tod’s a Roger Vivier, è made in Italy puro. Il tema è caldo: l’eco degli attacchi di Report ai piumini Moncler risuona ancora agli orecchi degli imprenditori di moda presenti. Della Valle, per una volta, butta acqua sul fuoco: «Giusto tutelare il consumatore, ma il nostro lavoro è complesso, bisogna conoscerlo bene, non basta dire che 30 euro diventano 1.200». Le cannonate se le tiene per dopo, quando Enrico Mentana gli chiede dei due ad del lusso in uscita obbligata, Andrea Guerra da Luxottica e Luca Montezemolo da Ferrari: complimenti e auguri d’obbligo al primo, ma per il secondo è tutta un’altra storia. «Il modo in cui è stato mandato fuori dalla Ferrari è vergognoso». Adesso, il Cavallino sarà quotato, «per cifre enormi, che serviranno a coprire il debito di Fca e magari anche a fare macchine: prima o poi ne farà una Sergio, no?». Marchionne è servito: poi tocca agli Agnelli. «L’Italia cambierà quando capirà quanto male ha fatto questa famiglia al Paese».
La battaglia Fiat-Della Valle del resto è di lunga data, e ha per campo di battaglia Rcs, di cui sono rispettivamente primo e secondo azionista. Ma ora Mr Tod’s sembra pronto di dire addio al Corriere della Sera: «Un investimento tutto sbagliato. Pensavo di poter portare la voce dell’impresa: in realtà non sono riuscito a toccar palla. C’erano i famosi poteri forti, quasi tutti mummificati e autoreferenziali, che oggi grazie a Dio non ci sono più». E strappa l’applauso finale: «Noi valiamo cento volte di più di quella gente lì».