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 2014  novembre 14 Venerdì calendario

Altro scandalo sulla Diocesi. In una circolare il Servizio Insegnamento Religione Cattolica di Milano chiedeva ai prof. di segnalare le scuole dove si parla dei gay per «valutare in modo preciso la situazione e l’effettiva diffusione dell’ideologia del "gender"». In serata la Curia ha chiesto scusa

Bufera ieri sul responsabile del Servizio Insegnamento Religione Cattolica di Milano per una comunicazione inviata ai 6000 docenti di religione cattolica della diocesi. «Cari colleghi», si legge nel testo firmato don Gianbattista Rota, «come sapete gli alunni di alcune scuole italiane sono stati destinatari di una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale affermando un’idea di libertà che abilita a scegliere indifferentemente il proprio genere e orientamento sessuale». Poi la spiegazione dell’iniziativa: «Per valutare in modo più preciso la situazione e l’effettiva diffusione dell’ideologia del “gender” vorremmo avere una percezione più precisa del numero delle scuole coinvolte...». Infine la richiesta ai docenti di «riportare il nome delle scuole in cui si è discusso di progetti di questo argomento nella seguente tabella...».
La circolare, accessibile sul portale ai soli prof, sarebbe poi stata rimossa ma alcuni docenti l’avevano già girata a associazioni Lgbt e al quotidiano La Repubblica. Alla divulgazione è seguita, per tutta la giornata, una pioggia di dichiarazioni e proteste da parte di politici e associazioni. La prima e più dura dal sottosegretario Scalfarotto: «Lettera inopportuna», la definisce con fairplay in partenza, per poi trovare altre parole: «indagine conoscitiva che ha tutte le apparenze della “schedatura”» accusa, concludendo che «trasformare gli insegnanti di religione in una sorta di agenti segreti o “delatori” è lesivo della loro dignità». Poco dopo si aggiunge l’interrogazione di 11 senatori del Pd che chiedono «al ministro dell’Istruzione, anche attraverso l’Ufficio Scolastico della Lombardia, di fare chiarezza sull’iniziativa promossa dalla Curia... che ci appare grave e indebita». Seguono le accuse dell’associazione radicale Certi Diritti che stigmatizza «l’odio omofobico di certi personaggi abituati a usare il Crocifisso come un’arma contundente» e quelle della Rete Studenti che rivendica una scuola «in grado di sdoganare questi tabù che bloccano la crescita culturale del nostro paese». Non è mancata la voce di Luxuria, a rilevare «un movimento molto integralista che vuole tappare la bocca a qualsiasi tentativo di affrontare l’argomento». 
A tapparsi la bocca, in realtà, è stata la Curia, che in serata ha chiesto scusa. In un breve comunicato firmato ancora don Gianbattista Rota si legge: «La comunicazione... mandata da un collaboratore del Servizio Insegnamento Religione Cattolica è formulata in modo inappropriato e di questo chiediamo scusa». Poi il tentativo di spiegare: «L’intento originario era esclusivamente quello di conoscere dagli insegnanti di religione il loro bisogno di adeguata formazione per presentare la visione cristiana della sessualità in modo corretto e rispettoso di tutti». 
Dopo tante condanne, qualche difesa. I senatori Ncd Giovanardi e Roccella ribaltano le accuse: «Le aggressioni verbali che hanno costretto la Curia a chiedere scusa, in un clima di caccia alle streghe, sono il tentativo riuscito di intimidire chiunque non voglia piegarsi a questa dittatura culturale». 
E anche fra i prof di religione c’è chi difende la Curia: «Il principio di laicità tanto invocato è la capacità di fare i conti con le cose in maniera “spregiudicata” ovvero la più priva possibile di “pregiudizi”» spiega Francesco Trapani, pedagogista e docente di religione all’Istituto professionale statale Kandinsky al Gratosoglio, «ma se si abbozza un dibattito e subito si è esposti alla gogna questo principio viene meno». E conclude: «L’iniziativa era un voler prendere coscienza della situazione ma se questo genera una tale levata di scudi è chiaro che il confronto è tutt’altro che pacifico e rispettoso».