La Stampa, 14 novembre 2014
Sono almeno 4,5 milioni i clandestini che verranno regolarizzati in America dalla riforma sull’immigrazione. Così Obama si prende una piccola rivincita sui repubblicani dopo lo schiaffo elettorale del Midterm
Amnistia per 4,5 milioni di immigrati illegali. All’indomani dell’accordo sul clima in Asia, Obama riparte da qui, e tenta il riscatto in casa dopo lo schiaffo elettorale del Midterm. Lo fa puntando proprio sulla riforma dell’immigrazione, il pacchetto di leggi sul quale il Presidente aveva scommesso nel secondo mandato, che fino a oggi era rimasto bloccato a causa dell’ostruzionismo della destra.
Secondo alcune fonti l’annuncio ufficiale arriverà solo al rientro a Washington, e la data potrebbe essere quella del 21 novembre. La riforma, il cui architetto è Esther Olavarria, stretta collaboratrice di origini cubane arrivata negli Stati Uniti quando aveva 5 anni, e già consigliere legale del senatore Ted Kennedy, si fonda su alcuni pilastri: rafforzamento della sicurezza ai confini, aumento delle retribuzioni del personale di frontiera e delle risorse per l’assistenza agli immigrati clandestini, soprattutto se minori. Ma il cuore della riforma Obama è lo stop ai rimpatri forzati per milioni di irregolari. In particolare, la cosiddetta «deferred action» (rinvio o sospensione delle deportazioni) verrebbe estesa a tutti gli immigrati entrati clandestinamente sul suolo americano prima dei 16 anni, e a tutti quei genitori i cui figli sono già cittadini statunitensi e residenti permanenti. Si tratta di almeno 4,5 milioni di persone, ma se la norma fosse estesa a chi è entrato negli Usa prima del 2010 (e non più a chi lo ha fatto entro il giugno del 2007), saranno almeno altri 300 mila i clandestini amnistiati. Gli immigrati «regolarizzati» riceverebbero un permesso di lavoro, la Social Security, e tutti i documenti di identità emessi da governo ed enti locali. Sono previste inoltre iniziative nel settore tecnologico per agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro, e un programma che garantirebbe la nazionalizzazione di almeno 500 mila regolarizzati e delle rispettive consorti.
L’audacia di Obama è tuttavia destinata a scontrarsi ancora una volta al Congresso, dove lo speaker della Camera John Boehner, e il nuovo leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell (eletto oggi) avvertono il Presidente a chiare lettere: «Scherza col fuoco».