Corriere della Sera, 13 novembre 2014
Come cambia YouTube: Da ieri sera la piattaforma video offre una doppia possibilità: sotto la tradizionale barra di ricerca potremo scegliere «che cosa guardare» e allora ci ritroveremo sullo schermo le categorie cui siamo abituati, oppure «musica» se preferiremo concentrarci sulle canzoni
YouTube cambia pelle. Anzi home page. Da ieri sera la piattaforma video offre una doppia possibilità: sotto la tradizionale barra di ricerca potremo scegliere «che cosa guardare» e allora ci ritroveremo sullo schermo le categorie cui siamo abituati, oppure «musica» se preferiremo concentrarci sulle canzoni.
La nuova home è disponibile gratuitamente sia dal sito che dalla app per Android (per il sistema iOS, quello degli iPhone, bisognerà attendere qualche giorno) e ci presenterà dei suggerimenti personalizzati in base a un algoritmo che interpreta le nostre visualizzazioni e col tempo imparerà a «conoscere» i nostri gusti (attenzione quindi a quello che clicchiamo).
L’idea di YouTube parte dall’analisi dei dati. La musica è il contenuto più guardato all’interno della grande videoteca virtuale di Google. La rivoluzione digitale ha cambiato il modo di ascoltare musica e Internet, soprattutto nella fascia under 25 anni, ha sostituito sia le radio che i negozi di dischi. Gli equilibri economici si stanno spostando: i ricavi che le case discografiche ottengono dalle piattaforme di streaming e dalla pubblicità su YouTube hanno superato quelli dal download di canzoni e album.
YouTube ha un catalogo sterminato e ora ha deciso di sfruttarlo. Nel suo repertorio non ci sono soltanto i videoclip ufficiali. Ormai ogni concerto viene ripreso da centinaia di smartphone e le immagini vengono caricate sulla piattaforma. Il «tubo» è anche una vetrina per chi ci vuole provare: magari solo per scherzo e allora pubblica la parodia di un video famoso che poi diventa un fenomeno virale da milioni di clic, magari sul serio e allora carica le proprie canzoni o reinterpreta, Justin Bieber ha cominciato proprio così, i successi di altri.
Con tutto questo materiale si potranno costruire delle playlist, seguire i video più cliccati, cercare il nostro artista preferito ed essere portati a una pagina dedicata.
Il grande magazzino della musica è senza confini ma anche disordinato. Se vogliamo qualcuno che ci aiuti a mettere a posto gli scaffali e che ci dia le chiavi per entrare quando vogliamo dobbiamo pagare. In Italia e altri sei Paesi (Stati Uniti, Gran Bretagna, Spagna, Irlanda, Finlandia e Portogallo) lunedì prossimo partirà anche la versione beta di Music Key, un altro prodotto studiato dal colosso informatico. La strategia di Google è quella di conquistare gli appassionati di musica disposti a pagare e di fare concorrenza alle piattaforme di streaming. Su Spotify e Deezer troviamo (quasi) tutta la musica e possiamo ascoltare la canzone che vogliamo quando vogliamo: nel nostro telefonino abbiamo un negozio di dischi. Music Key aggiungerà a quel catalogo da oltre 30 milioni di brani anche la parte visiva e tutti quei video non ufficiali generati dagli utenti.
Il servizio per ora è a inviti (ne stanno partendo via email centinaia di migliaia in tutto il mondo) ed è a pagamento: dopo i primi sei mesi gratis, gli «invitati» pagheranno 7,99 euro al mese, mentre chi accederà in un secondo momento avrà una bolletta da 9,99 euro. Su Music Key non ci sarà la pubblicità che precede i video, funzionerà anche in background quindi senza mettere in pausa la riproduzione uscendo dall’app di YouTube, e permetterà di scaricare i contenuti per ascolto e visione offline.