Corriere della Sera, 13 novembre 2014
In Ucraina sono tornati tank e truppe russe, Kiev risponde: «Siamo pronti a combattere». Vale a dire che mentre la tregua regge con grandi difficoltà, i ribelli stanno ricevendo rinforzi da Putin che intanto spedisce i suoi bombardieri strategici in missione verso le coste americane
Il governo di Kiev e la Nato non hanno dubbi: nell’Ucraina sudorientale controllata dai ribelli sono tornati gli «omini verdi», soldati in divisa verde senza insegne accompagnati da mezzi blindati e armamenti di ogni tipo. Vale a dire che mentre la tregua regge con grandi difficoltà, i ribelli stanno ricevendo rinforzi dalla Russia, in vista di un’offensiva. Dal Donbass si ribalta l’accusa sul governo legittimo: «Da giorni si preparano a un attacco e continuano a bombardare aree abitate», dicono i rappresentanti dell’autoproclamata repubblica indipendente. Intanto Mosca annuncia ufficialmente che inizierà a pattugliare le coste del Nordamerica, a causa di quello che fa la Nato. «Alimenta le tendenze anti-russe mentre la presenza militare straniera in prossimità delle nostre frontiere sta aumentando», ha detto il ministro della Difesa Sergej Shojgu. Così, ha aggiunto, «dobbiamo assicurare la nostra presenza militare nella parte occidentale dell’Atlantico, in quella orientale del Pacifico e nelle acque dei Caraibi e del Golfo del Messico». Tutt’attorno agli Stati Uniti, per capirci.
Una iniziativa che fa seguito ai voli sempre più «provocatori» (la definizione è della Nato) vicino alle coste occidentali e in prossimità di navi e aerei dell’Alleanza. E alla quale si aggiunge la creazione di un gruppo di intervento militare completamente autonomo nella Crimea annessa da poco. In questo clima i nuovi venti di guerra che arrivano dall’Ucraina appaiono sempre più inquietanti. Sembra che i contendenti stiano semplicemente approfittando del cessate il fuoco per prepararsi ai prossimi scontri. Kiev non ha riconosciuto le elezioni tenute il 2 novembre dai separatisti. Così in questi giorni hanno preso a girare voci su una possibile nuova offensiva delle truppe regolari per riconquistare il Donbass.
I ribelli dicono che loro stanno semplicemente «raggruppando» le forze in vista di una possibile minaccia e negano che dalla Russia siano arrivati nuovi aiuti.
Ma i satelliti Nato, secondo il comandante supremo dell’Alleanza Philip Breedlove, confermano i movimenti: «Non c’è alcun dubbio sul coinvolgimento militare diretto della Russia in Ucraina», ha detto. Mosca, invece, smentisce tutto.
Così Kiev si prepara a quella che potrà essere una durissima campagna d’inverno. Le truppe ricevono abiti pesanti ed equipaggiamento nuovo. «Stiamo riposizionando le nostre forze per rispondere alle iniziative dei ribelli», ha spiegato il ministro della Difesa Stepan Poltorak. Inoltre si schierano prime e seconde linee di difesa, mentre si costituiscono unità di riserva.
Se non si riuscirà a far prevalere una linea moderata che punti a una composizione concordata del conflitto, è inevitabile che le relazioni tra Russia, Europa e Stati Uniti continuino a peggiorare. Inutile, quindi, parlare di modifica al regime delle sanzioni, visto che anche nell’Unione Europea c’è chi parla invece della necessità di nuove misure per costringere il Cremlino a cambiare strada. In realtà dal Consiglio Esteri Ue che si terrà lunedì a Bruxelles non dovrebbero ancora uscire nuove sanzioni nei confronti della Russia, hanno rivelato fonti dell’Unione Europea. «Le sanzioni esistenti sono dolorose per la Russia e potrebbero essere inasprite solo se l’Unione Europea non avesse altra scelta», ha sottolineato una fonte da Bruxelles. I vincoli finanziari ed economici stanno infatti colpendo duramente la Russia che deve fare i conti anche con prezzi del petrolio e del gas in discesa. Ma, almeno finora, tutto questo non sembra aver convinto Vladimir Putin a rivedere la sua posizione.