la Repubblica, 13 novembre 2014
Il record della Sicilia: sono già 43 su 90, quasi uno su due, i deputati regionali che hanno cambiato casacca in due anni, ovvero dall’inizio della legislatura del governatore Crocetta
L’ultima sigla è nata proprio ieri: Sicilia democratica, nuova insegna della maggioranza che sostiene il governatore Rosario Crocetta. L’hanno abbracciata con entusiasmo – su input del capopopolo catanese Lino Leanza – sei deputati: tre dei quali eletti nelle file dell’opposizione. È il tredicesimo gruppo parlamentare di un’Assemblea regionale che ha battuto ogni record di trasformismo. Sono già 43 su 90, quasi uno su due, i deputati regionali che hanno cambiato casacca in due anni, ovvero dall’inizio della legislatura. È un fenomeno inarrestabile, quello della transumanza politica all’interno dell’antico e glorioso Palazzo dei Normanni: sono 62, in tutto, gli spostamenti, perché non sono pochi i deputati che ne hanno fatto più di uno. In media, da quando è in vita il parlamento siciliano nella sua attuale composizione, una volta ogni dieci giorni un “onorevole” ha fatto i bagagli ed è passato in un altro partito. Con contorsioni inimmaginabili. La più irrequieta Alice Anselmo, che oggi milita nel movimento “Articolo 4” dopo essere stata eletta nel listino del presidente Crocetta, essersi iscritta al gruppo “Territorio”, avere abbracciato i “Democratici riformisti” e avere sposato l’Udc. E cosa dire dell’ex sindaco forzista di Ragusa Nello Dipasquale che, folgorato dall’ex comunista Crocetta, ha militato finora in tre gruppi diversi e si appresta ad approdare a quello dei democratici? Un percorso che si conclude solo due anni dopo un mitico comizio in piazza a Niscemi, ancora visibile su Youtube, in cui Dipasquale, lo stesso Dipasquale, urlava a squarciagola «Questo Pd mi fa schifo». Per carità, la Anselmo e Dipasquale sono in buona compagnia, in un’Ars in cui la frantumazione politica ha prodotto ben tre gruppi di Forza Italia, e in cui può accadere che Salvatore Lo Giudice, un candidato eletto nella lista dell’ex Msi e An Nello Musumeci, passi nella coalizione del “rosso” Crocetta ancora prima della seduta inaugurale. Saltano le appartenenze, le ideologie. Solo i gruppi di Pd e M5S hanno mantenuto, quasi per intero, la loro originaria consistenza. Con qualche clamorosa eccezione: l’ex pentastellato Antonio Venturino, che dell’Ars è vicepresidente, si è rifugiato sotto il garofano del Psi. Da Grillo a uno degli ultimi simboli della Prima Repubblica, un salto all’indietro da brividi. In 14, d’altronde, hanno cambiato non solo partito ma schieramento. La testimonianza di una instabilità che non teme confronti. Né con il passato stessa Ars – nella scorsa legislatura lunga quasi 5 anni furono “appena” 34 i deputati saltafosso – né con il Parlamento: alla Camera, finora, la media dei cambi di casacca è stata di uno su 10 deputati, a Palazzo Madama di uno su quattro senatori. «Tutto ciò è amorale», tuona Musumeci, che è presidente della commissione regionale antimafia. E che, per frenare questo frenetico via vai da un gruppo all’altro dell’Assemblea siciliana, ha pensato addirittura a disincentivi economici: una “multa” da 500 euro mensili ai gruppi che accolgono i transfughi. Ma il codice etico di Musumeci non è ancora stato esaminato neppure in commissione. Qualcuno ha obiettato che con questa norma, forse, si viola la libertà di mandato che la Costituzione riconosce agli eletti. E allora la transumanza continua.