Il Messaggero, 12 novembre 2014
Gli amori di casa Maraini. Esce oggi il libro “Love Holidays” che raccoglie i quaderni con le passione e le avventura di Topazia Alliata e Fosco, genitori della scrittrice Dacia
Ventenni, belli, innamorati, spregiudicati. Lui, giovane intellettuale fiorentino, figlio di una scrittrice anglo-polacca e di uno scultore di origine ticinese, sarebbe diventato un grande antropologo, un fine orientalista, un ottimo scrittore e fotografo. Lei, figlia del principe Enrico Alliata di Salaparuta e dell’aristocratica cilena Sonia Maria Amelia de Ortuzar Ovalle de Olivarez, aveva aderito a un movimento pittorico d’avanguardia e “dava scandalo” esponendo quadri nelle gallerie palermitane frequentate dalla buona società. I suoi migliori amici erano artisti del popolo quali Nino Franchina e Renato Guttuso.
Fosco e Topazia, detta Topsy. Entrambi cultori della libertà e dell’avventura. Tra il 1934 e il 1935 intrapresero una lunga serie di viaggi. Esplorarono l’Italia da Sud a Nord e viceversa. Piccoli alberghi, rifugi, sistemazioni di fortuna nei luoghi più impensati li videro stupiti e amanti, capaci di passar sopra a qualsiasi critica e, tra una spedizione e l’altra, desiderosi soltanto di riverdersi, riabbracciarsi, ripartire.
«Fosco è a-do-ra-bi-le. Siamo innamorati, innamorati!- e in modo meraviglioso e perfetto. Life is wonderfull!» scrive lei, che per il bel fiorentino aveva rifiutato un blasonato, gradito alla sua grande famiglia. Ancora: «Lì è Fosco – mi aspetta, fra alcuni istanti sarò vicino a lui – lo vedrò – lo bacerò – (potrò baciarlo? Ma non importa anche se c’è gente!)». E lui: «Com’è possibile che io ami questa donna che è mia moglie e che presto lo sarà anche ufficialmente, in questo modo disperato e rapinoso?».
DIVINE CREATURE
Topazia Alliata e Fosco Maraini, due divine creature che, decidendo di abbracciare insieme il futuro, vollero documentare le loro scelte, intitolando i rispettivi diari, affollati di paesaggi, persone, ostacoli da superare e obiettivi da raggiungere, Love Holidays. Sono note, osservazioni, confidenze, relazioni, sogni, visioni di due sguardi inimitabili, entrambi votati a vedere, ma soprattutto ad osare e conoscere. Questi bellissimi materiali sono stati ora riuniti nel volume Love Holidays. Quaderni d’amore e di viaggi (Rizzoli, 533 pagine, 39 euro, con uno scritto di Dacia Maraini), da oggi in libreria.
I LUOGHI
Tra un cielo d’alta montagna e una marina, tra un sentiero sassoso e il corso di un fiume, le testimonianze della coppia. Sono gli scritti, a volte rapidi, a volte ponderati, di due personalità eleganti e forti, quasi snob, ottima famiglia, ottime frequentazioni, coraggio e spirito da usare a piene mani. E quell’abitudine all’esercizio dell’intelligenza e della curiosità che hanno le persone di mondo. Così, chi sfoglia e legge va con gli amanti dalla Sicilia al Monte Bianco, da Taormina alle Dolomiti, da Enna al Cervino e poi al Tirreno, corroborando l’onda di giovinezza che viene dalle loro confidenze grazie a fotografie, disegni, annotazioni scherzose, confessioni impegnative. «Noi siamo compagni di cordata, d’amore, di lavoro, di vita. Infine amici, fratelli, compagni: perfettamente liberi e perfettamente uniti».
IL LINGUAGGIO
Dai diari, riprodotti nel volume di Rizzoli nella loro forma originale, trabocca anche un linguaggio particolare, fatto di suggestioni, complicità, senso di onnipotenza. «Fosco e Topazia – scrive Dacia Maraini, figlia dei protagonisti –, un ragazzo anglo-fiorentino che percorre l’Italia e una giovanissima e biona siciliana, refrattaria a tutte le regole e a tutte le tradizioni, appena si conoscono e cominciano a frequentarsi inventano un lessico che li chiude in un mondo di giostra amorosa dall’accento giocoso e autoironico. Le loro scelte linguistiche non derivano da un’opzione letteraria, ma da un intreccio di culture che li ha familiarizzati con lingue lontane fra di loro come l’italiano e l’inglese, come il dialetto siciliano e quello fiorentino, nonché qualche termine spagnolo della nonna cilena». Un esempio? «Indietro, signori, arriva il treno! Oh finalmente. Eccola! Topsy, Topsy. Un kissone adorabile! Ce ne freghiamo del capostazione col fischio, dei passeggeri, dei facchini. Che darlinga! Una sottana bianca, una maglietta azzurra, un bascherino sulle ventitré...».
L’introduzione a Love Holidays firmata da Dacia si concude nel modo migliore: dandoci la chiave del fascino di un libro all’apparenza eccentrico, troppo singolare. La figlia scrittrice lo definisce «una testimonianza, una memoria, una esaltazione amorosa, un gioioso ballo a due». E giustamente osserva: «A volte fa bene sorbire con gli occhi e con l’immaginazione un documento come questo, ci fa sentire più sereni, più allegri, più fiduciosi di fronte ai disastri tanto frequenti delle cronache familiari. Erano solo tempi più spensierati e innocenti o erano e sono le espressioni di due persone straordinarie che hanno saputo raccontare la felicità mentre la vivevano?».
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«I diari sono riemersi - scrive Toni (Antonella) Maraini, poetessa, scrittrice e storica dell’arte, nella foto - dopo più di mezzo secolo nel corso del primo inventario delle carte di mio padre Fosco da me intrapreso a Firenze, tra maggio e settembre 2005, quando venne chiusa la casa - detta “Torre di sopra”- in cui aveva vissuto. Redatti in collaborazione con mia madre Topazia, erano stati scritti tra agosto 1934 e settembre 1935. Nell’agosto 1934, lui non aveva ancora 22 anni, lei ne avrebbe compiuti 21 di lì a poco. Si erano conosciuti nel 1932 a Firenze. Attraversando in motocicletta il Sud d’Italia, lui era poco dopo andato a trovarla in Sicilia. Da allora avevano intrapreso numerosi viaggi - in nave (Napoli-Palermo e viceversa) o in treno (14 ore di ritardo, informa un telegramma di Topazia) - per ritrovarsi ora in Toscana, ora in Sicilia, ora in Val d’Aosta; dopo avervi prestato nel 1932 servizio militare nel V reggimento degli Alpini, Fosco, sottotenente o tenente secondo vari documenti, era tornato nel 1934 «da ufficiale alpino - così scrive sotto una foto che lo ritraeva allora col cappello a piuma - nel campo estivo degli Alpini in Alta Val d’Aosta». Ogni incontro si prolungava in gite e perlustrazioni del territorio.