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 2014  novembre 12 Mercoledì calendario

Vanessa Mae, la violinista bugiarda, è stata squalificata dalla Federsci internazionale per quattro anni. La prima sciatrice a cinque cerchi della Thailandia ha ingannato tutti con la favola della bambina prodigio e manipolato i risultati delle qualificazione per le olimpiadi

A vederla scendere a foglia morta e sci larghi, fieramente fantozziana in quel circo barnum che di solito raccoglie i pettorali più alti di uno slalom olimpico (la turca, la birmana, l’italiana travestita da portabandiera del Togo...), ultima a mille anni luce dall’oro zecchino di Tina Maze, con il senno di poi avremmo dovuto capirlo. Come diavolo poteva la violinista thailandese da 10 milioni di dischi venduti Vanessa Mae, al secolo Vanessa Vanakorn, essere lì, al cancelletto di partenza del gigante di Sochi? 
Ieri la violinista bugiarda è stata squalificata dalla Federsci internazionale (Fis) per quattro anni, insieme ai furbastri (2 anni di stop ciascuno: tra essi c’è anche l’italiano Fabio de Cassan, delegato tecnico della Fis) che resero possibile la partecipazione della Mae all’Olimpiade. Il grande bluff della neve era già venuto a galla lo scorso luglio, quando una commissione d’inchiesta della federazione aveva studiato a fondo le quattro gare Fis svoltesi il 18 e il 19 gennaio a Krvavec (Slovenia), concludendo che i risultati erano stati manipolati «non riflettendo affatto le reali prestazioni dei partecipanti» per consentire a Vanessa Vanakorn di accumulare il punteggio necessario per partecipare ai Giochi, il sogno di una vita. Una concorrente immaginaria, la presenza in classifica di un’atleta caduta, condizioni meteo proibitive per lo svolgimento, lo stesso tracciato per entrambe le manche di una gara. Troppe incongruenze per la prima sciatrice a cinque cerchi della Thailandia, che aveva ingannato spettatori, media e se stessa raccontando per mari e monti la favola della bambina prodigio della musica innamorata della missione impossibile di sciare sulla neve più nobile, condividendo per due settimane l’anonimato del villaggio in un’esistenza da pop star. «Vedere la fiamma ardere a Sochi mi ha toccato il cuore. La vera festa è far parte di questi Giochi. Gareggiare per la Thailandia mi aiuta a riscoprire le mie radici. Lo sci è come il mio violino: ci vuole ritmo» aveva raccontato strada facendo l’impunita, prendendo in giro anche lo sponsor svizzero che aveva puntato su di lei e che ora potrebbe portarla in tribunale per danno d’immagine. 
Il 18 novembre il Consiglio della Fis annullerà i risultati di quegli slalom maldestramente taroccati, invalidandone la partecipazione ai Giochi invernali 2014 (insieme a quella di altre due sciatrici: la sanmarinese Federica Selva e la lituana Ieva Januskeviciute), come se Vanessa Vanakorn a Sochi non fosse mai esistita. 
Al di là dell’immensa figura di palta, il danno per la carriera da atleta della violinista, 36 anni, è inesistente: «Raggiunto lo scopo di prendere parte a un’Olimpiade, non credo che avrebbe puntato alla prossima – ha detto Gian Franco Kasper, presidente della Fis —, e di certo senza la truffa orchestrata dai suoi manager non sarebbe stata presente a Sochi perché mai avrebbe ottenuto i punti sufficienti. In ogni caso, abbiamo fatto in modo che il problema non si ripresenti a PyeongChang 2018». 
Dalla 3.166a posizione del ranking Fis alla pubblica vergogna. Ieri il sito ufficiale di Vanessa Mae, bloccato da un virus, non era navigabile. 
Che giornataccia.