Corriere della Sera, 12 novembre 2014
«No agli sgomberi». A Milano, dieci ragazzi con il volto coperto hanno distrutto la sede del Pd, dove la Sunia era in assemblea con un trentina di inquilini. I gruppi anarchici si stanno concentrando sempre più sulla difesa delle occupazioni abusive. Solo nel 2014 ce ne sono state 730. Le famiglie che aspettano una casa sono oltre 22 mila
La polvere degli estintori impregna ancora l’aria nella stanza; la vernice rossa cola lungo i muri, fino al pavimento, dove restano frantumi di vetro, una cassettiera ribaltata, cartelloni rovesciati, una porta divelta. Fuori, sul marciapiede, una donna vomita, altre anziane ansimano per la fatica di respirare; un uomo, 67 anni, viene caricato in ambulanza. E in quel momento i carabinieri trovano uno striscione. La scritta: «No agli sgomberi, blocchiamo la Tav». Più che due battaglie, la frase indica uno spostamento: i gruppi anarchici si stanno concentrando sempre più sulla crisi della casa e la difesa delle occupazioni abusive. Stavolta, con un inedito livello di violenza, il messaggio l’hanno gridato con un’irruzione nella sede del Pd e del sindacato Sunia, dove erano riuniti una trentina di inquilini, per lo più anziani.
Erano le 15.30 di ieri pomeriggio, via Mompiani, quartiere Corvetto, periferia sud-est di Milano. Secondo alcuni investigatori, l’episodio è stato uno spartiacque. Un salto di livello nel conflitto sociale che percorre i quartieri popolari. La corrente anarchica che prende spazio e visibilità nel magma dell’antagonismo.
Gli anziani (una trentina) erano riuniti con Stefano Chiappelli, segretario cittadino del Sunia, e un funzionario dell’Aler, l’azienda degli alloggi pubblici. Assemblea mensile, dove gli inquilini segnalano i piccoli problemi del quartiere, dal cancello rotto alla serratura inceppata. Ieri, dal cortile interno, hanno sentito urla, cori, esplosione di petardi. Poi una decina di ragazzi con maschere nere hanno divelto la porta, muovendosi nella nebbia di un fumogeno; hanno distrutto la stanza e svuotato due estintori in un ambiente stretto, appena due stanze. Hanno spento le luci e sono scappati. L’aria s’è saturata di polvere irritante. Il sindacalista è saltato giù dalla finestra e ha aiutato gli anziani a scendere.
Su questa dinamica indagano i carabinieri, coordinati dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, dell’anti-terrorismo. Il sindaco Giuliano Pisapia ha promesso: «Non ci pieghiamo davanti alle intimidazioni, insieme restituiamo dignità alle case popolari». In serata sono arrivate le parole del premier Matteo Renzi: «In questo momento l’obiettivo è il Partito democratico».
Che il livello di scontro si sia alzato, lo dimostrano anche alcune prese di posizione di assessori comunali: hanno parlato di «fascisti» e «squadristi filoabusivi». L’«immobiliare rossa» dei gruppi antagonisti ha organizzato da oltre due anni una campagna per l’occupazione delle case sfitte. A Milano, nei primi dieci mesi del 2014, ci sono state oltre 730 nuove occupazioni. Le case popolari vuote sono oltre 5 mila e le famiglie in attesa, in graduatoria, oltre 22 mila.
Ieri si è arrivati all’attacco frontale: contro il Pd e la giunta Pisapia, accusati di essere «responsabili politici di azioni legalitarie». È stata anche un’intimidazione. Verso gli inquilini regolari. Quelli che pagano l’affitto. Quelli che segnalano se si fulmina una lampadina. Sui muri dei loro palazzi, campeggiano scritte così: «Non tirare la cinghia. Tira una pietra».