la Repubblica, 12 novembre 2014
Con un burqa e un fischietto, Burha realizza i suoi sogni: è la prima donna arbitro velata del calcio. Ha 21 anni
Ha 21 anni, studia economia alla Afyon Kocatepe Universitesi di Afyokarhisar, una città turca 250 km a ovest di Ankara, in piena Anatolia, che deriva il suo nome dall’oppio, perché sono ancora molto estese le coltivazioni di papavero (per uso gastronomico pare). Buhra Yurdakul è la prima donna arbitro velata del calcio. Ha debuttato domenica scorsa come assistente di linea del direttore di gara Aydin durante Demirspor-Sandiklispor 2-1. Una “Buhra-cam” era stata posizionata su di lei, che quindi ha sventolato, segnalato fuorigioco e falli per diversi minuti con la quasi certezza di finire nel giro di un paio d’ore su youtube. E così è stato.Nel 2013 Buhra aveva portato a termine il corso offerto dalla federcalcio turca nell’ambito del progetto “Calcio arbitrale per tutti”. Dall’altra parte del campo c’era la sua amica segnalinee Hatice Usanmaz, lei senza velo, per il quale c’è il permesso e non l’obbligo. Buhra indossava l’hijab, il velo che copre il capo e il collo nascondendo fronte, orecchie nuca e capelli. «Diventare arbitro era il mio sogno. Adesso spero di essere riconfermata. Magari un giorno avrò anche un fischietto tutto mio», ha detto a fine partita. Era lei, ovviamente, una delle star di giornata. Il velo nello sport in Turchia è una recente acquisizione (i suoi detrattori la chiamano “reislamizzazione del paese”) del presidente Erdogan. Dopo aver aperto al velo nelle università, nelle scuole elementari, durante i corsi di Corano e nelle feste religiose private, alla fine del 2012 il governo ha abrogato il divieto di velo anche nello sport (il velo era stato vietato nello sport con una legge del 1982). Il velo è stata la causa del ritiro della squadra femminile di basket del Qatar ai Giochi d’Asia dello scorso settembre: gli organizzatori avevano chiesto al team di non indossarlo. In febbraio, la nazionale di calcio femminile dell’Iran si trovò in ben altro imbarazzo: i dirigenti scoprirono che quattro delle loro ragazze, nascoste dal velo, erano dei bei maschietti imbroglioni. Cacciati e squalificati.