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 2014  novembre 12 Mercoledì calendario

Volevamo fare tutto un resoconto sul dissesto idrogeologico, con ragionamenti sulla nostra complessiva sciagurataggine (i sindaci non spendono i soldi che hanno nel cassetto per salvaguardare il territorio, noi italiani - in quanto “popolo” o “gente” - continuiamo a costruire case in posti impossibili e se qualcuno tenta di farci rinsavire scendiamo in piazza)

Volevamo fare tutto un resoconto sul dissesto idrogeologico, con ragionamenti sulla nostra complessiva sciagurataggine (i sindaci non spendono i soldi che hanno nel cassetto per salvaguardare il territorio, noi italiani - in quanto “popolo” o “gente” - continuiamo a costruire case in posti impossibili e se qualcuno tenta di farci rinsavire scendiamo in piazza). Volevamo occuparci soprattutto di questo, ma siamo a nostra volta travolti dalle alluvioni, decine e decine di dispacci e un conto terribile, nella giornata di ieri: il diluvio ha provocato tre morti.

•  Dove è successo?
Carmine Arminise, di 73 anni, e Franca Iaccino, di 68, marito e moglie. Siamo a Leivi, dietro Chiavari, dove in due ore son venuti giù 285 millimetri di pioggia. Lunedì alle dieci e mezza di sera i coniugi Armenise hanno parlato al telefono con la figlia, poi i vicini li hanno sentiti ragionare intorno all’opportunità di scappare, quindi è mancata la luce ed è venuta giù una frana di pietre e fango che li ha ammazzati sul colpo. Ieri hanno recuperato i corpi, piuttosto vicini uno all’altra, stesi di fronte a casa. L’ipotesi è che sì, stessero tentando di scappare. Il pubblico ministero Biagio Mazzeo ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e non si vede chi possa accusare se non i politici che non hanno messo in sicurezza il territorio. La terza vittima è una donna di 62 anni, Maira Grassi, che i vigili del fuoco avevano tratto in salvo dall’alluvione di Carrara e che non ha retto allo shock, andandosene all’altro mondo per un aneurisma cerebrale. Lo shock deve essere stato tremendo: Maira è stata chiusa in casa per due giorni consecutivi con la madre e due cagnolini, proprio per il terrore dell’alluvione. I soccorsi sono arrivati per una chiamata del padrone di casa che non le vedeva più da un pezzo e temeva che fossero morte nell’appartamento. Il ricovero all’ospedale di Carrara e poi di Pisa non è servito.  

Com’è la situazione a questo punto?
Il black-out nel Tigullio è durato fino a ieri mattina, ma in molte zone la luce va e viene aumentando il terrore generale. La Protezione civile ha esteso la massima allerta in tutta la regione fino alle tre di oggi pomeriggio. Il prefetto di Genova ha chiesto alla ministra della Difesa, Roberta Pinotti, di mandare l’esercito e nelle prossime ore arriveranno quaranta soldati, oltre a una trentina di operatori della Protezione civile friulana. I telefoni fissi hanno smesso di funzionare, manca l’acqua e se ne esce un po’ dai rubinetti non deve assolutamente essere bevuta (casomai, prima bollirla). Nel Chiavarese gli sfollati sono sedici, lo Sturla è salito di undici metri a Carasco dove si è intervenuti con l’elicottero, non si contano le frane. Le scuole sono chiuse a Genova e in molti altri comuni della Regione, la prima del Falstaff
con Battiston è saltata.  

Ma quanti fiumi o torrenti sono esondati? Sembra un bollettino di guerra...
Sono esondati o sono a rischio il torrente Entella, il rio Rupinaro, il rio Campodonico, lo Sturla, il Nervi, il solito Bisagno, il Sansabbia e il Teiro a Varazze (con allagamenti a Porosio, Casanova, Campomarzio, Cantalupo), il Mola. Nel Carrarese, il Carione. Burlando, il governatore della Liguria, chiede soldi: «Servono subito i soldi, altrimenti questa regione non la ritiriamo su. C’è bisogno di almeno 150-200 milioni per ridare una speranza alle persone colpite un mese fa a Genova e ora nel Tigullio». Mi astengo dal ricordare i soldi a Genova e alla Liguria per l’alluvione del 2010, soldi finiti non si sa dove. Adesso il governo ha stanziato 5-7 miliardi opere sul territorio da spendere tra il 2014 e il 2020.  

I dati sul dissesto idrogeologico?
Forse conviene far vedere che là dove i sindaci sono intervenuti, i danni da maltempo o da frane risultano limitati. Nella stessa Liguria, a Quiliano (Savona), dove la pioggia nel ’92 provocò due morti, hanno adoperato i soldi per allargare l’alveo del torrente, costruire un canale scolmatore, aggiungere un’arcata a un ponte medievale troppo basso, coinvolgere la popolazione in incontri con i geologi per capire come comportarsi quando arriva l’alluvione. Interventi di saggezza anche a Posada in Sardegna, a Senigallia nelle Marche, dove hanno addirittura delocalizzato degli immobili e in questo modo sono usciti pressoché indenni dalle ultime due alluvioni (in tre anni). Giuseppe Salvaggiulo, sulla "Stampa", ha ricordato che a Genova ci sono voluti più di vent’anni per convincere ventotto famiglie a demolire il palazzo costruito sul torrente Chiaravagna, che provocò l’alluvione di Sestri Ponente nel 2011.  

Quindi?
I politici, voglio dire, sono colpevoli, Ma gli italiani non sono di sicuro innocenti.