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 2014  novembre 10 Lunedì calendario

Quel piccolo avviso a pagamento pubblicato pochi giorni fa dal Wall Street Journal: un insolito annuncio della Marc Faber Limited di Hong Kong che nasconde le storie di un ex maestro di sci svizzero gestore del fondo Iconoclastic International e di nove sottoscrittori di quattro continenti che devono essere rimborsati. Ma non si trovano

Succede molto raramente che i soldi ci inseguano. Di solito avviene il contrario. Una di quelle rare volte è stata stampata su un piccolo avviso a pagamento pubblicato pochi giorni fa dal Wall Street Journal (Wsj). Dietro l’insolito annuncio della Marc Faber Limited di Hong Kong si nascondono le storie di un ex maestro di sci svizzero gestore del fondo Iconoclastic International e di nove sottoscrittori di quattro continenti che devono essere rimborsati. Ma non si trovano.
Hong Kong
Di tutti viene indicato l’ultimo indirizzo noto: una città, una diocesi, una società. E poi un contatto cui rivolgersi a Hong Kong: Lucie Wang. Storia curiosa. Versione romantica: la serietà e l’onestà di chi spende soldi in un annuncio internazionale per poter pagare «creditori» introvabili.
Versione terra terra: prima di sciogliere il fondo e «incamerare» le quote non riscosse va fatta per legge una comunicazione pubblica.
Già, ma chi sono quei signori distratti? E chi è Marc Faber?
Telefonata al contatto di Hong Kong. Miss Wang? «Yeees». Ecco: l’unico «yes» della telefonata è questo. Poi una sequenza di no e di silenzi. L’argomento rimborso è tabù, i motivi pure, del fondo Iconoclastic nemmeno una parola. E il capo non c’è.
L’ex sciatore
Marc Faber, 68 anni, è quello che si dice un personaggio. Conosciuto sia per le sue teorie controcorrente (pubblica una newsletter mensile molto seguita «The Gloom, Boom Doom Report») che per il suo stile di vita anticonformista. Chiamare Iconoclastic un fondo (che già negli anni 90 raccoglieva denaro) è già indicativo.
Il «pane» di Faber è stata la neve fino a 23 anni quando con la tuta della nazionale elvetica di sci si ruppe l’anca; da allora, con laurea e master in tasca, si è cibato di investimenti con una specialità sui mercati emergenti, insediando la sua società a Hong Kong e la sua famiglia in Thailandia. Qualcuno degli irrintracciabili signori che oggi vorrebbe rimborsare probabilmente è passato dal suo ufficio, tutto meno che sobrio secondo la descrizione che ne fece il Wall Street Journal anni fa: oggetti e paccottiglia comunista ovunque con una gigantesca statua di Mao al centro. Un money manager molto particolare che scrive articoli sulla stampa internazionale e libri di successo. Ha collaborato a lungo anche con una pubblicazione di Hong Kong, Apple Daily, suggerendo investimenti e allo stesso tempo monitorando i prezzi delle prostitute sui «mercati» internazionali.
L’ingegnere
Tra gli investitori che Faber vorrebbe rintracciare c’è un certo «Dr. N V Sunderland» indicato all’indirizzo dell’AlhoTrust di Zurigo.
Se miss Wang non avesse bruscamente chiuso la telefonata potevamo suggerirle il numero di telefono di Neil Vernon Sunderland, un ingegnere chimico svizzero che ha girato mezzo mondo con incarichi dirigenziali in grandi gruppi. Oggi presiede la svizzera Adinvest nel cantone di Zurigo terra natale di Faber. L’ingegnere non è molto cordiale al telefono. Eppure non si tratta di un lutto: gli si dice che c’è l’annuncio sul Wsj, che forse è lui quello che cercano per dargli dei soldi. «Dovreste parlare con Faber, è una cosa di tanto tempo fa. Clic». Forse non ha capito. Ritelefoniamo: «Clic». Ragioniamo: il problema potrebbe essere che i soldi sono di competenza del trust (spesso usato come schermo giuridico) e dunque la questione doveva rimanere riservata. Non è escluso che lo scarso gradimento per la pubblicità sia condiviso anche dagli altri della lista.
La diocesi cinese
L’ultimo indirizzo noto di un certo G. Gerardy è nella «Dicocese (Diocese, ndr) of Wanhsien» in Cina il che lascia supporre che sia stato una specie di tesoriere e l’investimento direttamente in capo alla diocesi. Chissà se Paul He Ze-Qing, il vescovo, ne sa qualcosa.
Società fantasma
E Richard Kayne della Arco Associates di Los Angeles? Ha tutta l’aria di essere un noto gestore di patrimoni di ricche famiglie e istituzioni californiane. Uno che presiedeva il comitato investimenti dell’università Ucla e della Jewish Foundation di Los Angeles.
Un bel rebus si presenta di fronte al nominativo di Pierre Emmanuel Scherrer con domicilio alla Lactuel limited (Lussemburgo): il nome corrisponde a un giovane avvocato di Tolosa ma ovviamente potrebbe trattarsi di omonimia mentre in Lussemburgo non è mai esistita la società Lactuel. Anche per «Guillamo, Pascole Eric» della Nuova Caledonia è pronto un bonifico ma non si sa chi e dove siano. E anche degli altri le tracce sono quasi nulle. I soldi li inseguono, loro non si trovano. Chi sa parli, o telefoni a Miss Wang. Astenersi curiosi.