10 novembre 2014
Metro C di Roma, all’inaugurazione i primi guasti: tornelli difettosi, annunci fantasiosi dell’altoparlante, difficoltà di accesso per i disabili. Senza contare quei passeggeri rimasti nei convogli (a porte chiuse) senza poter scendere. La terza linea romana, la prima che viaggia senza conducente, è costata (sinora) 4 miliardi di euro
Corriere della Sera,
Vent’anni per averla e venti minuti per il primo guasto. Qua e là tornelli difettosi, annunci fantasiosi dell’altoparlante, difficoltà di accesso per i disabili. Senza contare quei passeggeri del viaggio inaugurale rimasti nei convogli (a porte chiuse) senza poter scendere: nonostante l’altoparlante avesse cambiato, per la terza volta in meno d’un quarto d’ora, la destinazione d’arrivo. E così la linea C della metropolitana si ferma per undici minuti durante la prima corsa: s’era pure allagata in un paio di stazioni col maltempo di qualche giorno fa, e comunque, di certo, fa discutere da qualche lustro. Inchieste, polemiche, il faro della Corte dei Conti sullo spreco di denaro pubblico. Per essere chiari: i neanche due miliardi di spesa sono diventati, anno dopo anno, quasi quattro. E forse per sintetizzare la partenza flop della linea romana – i progetti iniziali risalgono ai primi anni Novanta, doveva essere pronta per il Giubileo del 2000 – basta l’ironia di Spinoza.it: «Il metrò si guasta al viaggio inaugurale. Vedi a fare le cose di fretta?».
Lo stop arriva dieci minuti prima delle sei del mattino, quando l’altoparlante del convoglio partito alle cinque e trenta annuncia, nell’ordine: che la fermata successiva, quattro prima del capolinea previsto, sarà l’ultima della corsa, poi (per due volte) che si torna alla stazione di partenza, e infine che il treno proseguirà verso la destinazione iniziale. Il risultato è che in molti, sulla banchina, ridono: «Quelli che volevano andare al capolinea di partenza, Centocelle – racconta Alessandro Bordonaro, 18 anni – sono stati portati nella direzione opposta, e noi che eravamo scesi seguendo le indicazioni dell’altoparlante siamo rimasti fuori, con le porte chiuse nonostante il treno fosse fermo». La stazione del pasticcio si chiama «Fontana Candida» e a qualcuno, sulla banchina, viene in mente l’omonimo vino: «L’altoparlante è ubriaco». Del resto, anche sul treno che parte dieci minuti dopo il primo accade più o meno la stessa cosa: si annunciano fantasiosi cambi di rotta.
Certo, una linea della metropolitana che – senza guidatori – colleghi la periferia Est e l’hinterland è per Roma, stritolata dal traffico, puro ossigeno. Così il sindaco Ignazio Marino – mentre le opposizioni ironizzano per i guasti – sorride: «Il nuovo metrò rappresenta un cambio di passo, dopo un quarto di secolo, molto importante. Il progetto è stato bloccato per anni. C’è voluta determinazione per superare tutti quelli che volevano fermarci». Alle dieci c’è tutta la giunta, il clima diventa di festa, i cittadini ringraziano felici. Però c’è un altro piccolo imprevisto: le porte del treno che porta il sindaco si aprono, si chiudono, rimangono chiuse per un minuto e poi finalmente Marino può scendere. Ma è il contrattempo del mattino che fa discutere: «C’è stato un disguido, bisognava consentire di risalire su quel treno che tranquillamente è arrivato al capolinea – spiega l’assessore ai Trasporti, Guido Improta – perché il sistema driveless non comanda solo i treni ma anche i binari e stamattina un circuito ha segnalato un’occupazione». Tra i critici, però, c’è anche l’ex commissario straordinario della Fe-dercalcio, Luca Pancalli, oggi assessore allo Sport di Roma. Sulla sua sedia a rotelle ha avuto non poche difficoltà: «Quando si aprono le porte c’è un dislivello tra la banchina e il treno». Per eliminare quel gradino, quella barriera archi-tettonica, bisogna aspettare il pienone: «Perché quando c’è tanta gente il dislivello non c’è».
***
La Stampa,
Si è guadagnato il titolo di incompiuta più costosa d’Europa. Ieri il metrò del Giubileo è partito con quattordici anni di ritardo e un imprevisto: il convoglio delle 5,30 si è bloccato quattro fermate prima del capolinea di Pantano-Montecompatri (zona Castelli romani). Uno stop di 11 minuti alla stazione Due Leoni-Fontana Candida. «Il treno si è fermato alcuni minuti per consentire la soluzione di un problema tecnico proprio per evitare limitazioni e completare la corsa», si è poi giustificata l’Atac.
C’è sempre stato troppo ottimismo sulla linea C. Quando negli Anni 90 fu messo a punto il progetto in preparazione dell’Anno Santo, nelle periferie romane le case guadagnarono subito valore. Errore. C’era ancora da scavare quasi un quarto di secolo dribblando scandali e bocciature tecniche degli standard di qualità. Sarà forse per lo stupore che ieri centinaia di curiosi hanno immortalato con selfie l’esordio della metro C. Un’opera all’avanguardia gravata da due inchieste: una dei pm della Capitale, una della Corte dei Conti per un danno erariale di 364 milioni di euro. Tra polemiche e carte bollate, i suoi cantieri sono parte del paesaggio delle borgate romane. L’obiettivo è aprire la seconda tratta (Centocelle-Lodi) nei primi mesi del 2015 e poi fino a San Giovanni. Poi ancora Colosseo, piazza Venezia fino a San Pietro. L’opera, ultimata, potrebbe raggiungere i 4 miliardi di costi e i 25 km di percorso: 160 milioni a chilometro. Ma è comunque una svolta storica per la mobilità urbana: i pendolari non dovranno più districarsi tra coincidenze di autobus e tragitti alternativi.
Una rivoluzione per i popolosissimi quartieri-dormitorio attorno all’Urbe. Per curiosa coincidenza Roma inaugura con 14 anni i di ritardo la sua terza linea metropolitana (la più lenta e costosa d’Europa), mentre Milano festeggia il mezzo secolo della «mm rossa».
La linea doveva essere pronta per il Giubileo, ma tra ritardi, variazioni di percorso, inchieste della magistratura, costi schizzati (per ora) a due miliardi di euro, solo ora migliaia di passeggeri possono viaggiare sul tratto che collega Pantano sulla Casilina a Centocelle, periferia est. Ieri ha aperto i battenti la strada ferrata finora paralizzata da stop della commissione tecnica del ministero dei Trasporti e inchieste della procura. Un calvario burocratico: autorizzazioni del ministero, convocazioni della direzione generali per il trasporto pubblico locale, verifiche sul campo, passaggi alle commissioni sicurezza e agibilità, abilitazione dei dipendenti, sopralluoghi dell’ufficio Ustif delle Infrastrutture. Sono collegati quartieri finora confinati ai margini della capitale.
Centocelle, Alessandrino, Torre Spaccata, Torre Maura, Borghesiana, Finocchio. L’intero tracciato si sviluppa parallelo alla via Casilina. I treni non hanno conducente e sono controllati da una postazione remota. Ma prima di essere inaugurata, la C si era allagata con il nubifragio che ha colpito Roma la scorsa settimana: l’acqua è arrivata negli atri delle stazioni Giardinetti e Grotte Celoni. Il procuratore della Corte dei Conti del Lazio ha contestato un danno per l’erario tra il 2006 e il 2010 a causa del rinvio dei lavori e di un aumento dei costi di 364 milioni. Negli snodi di San Giovanni e Colosseo, Italia Nostra certifica ritrovamenti archeologici nel sottosuolo e rischi per la stabilità del monumento più famoso di Roma.
***
Il Messaggero,
Il primo viaggio della Metro C parte dalla stazione di Centocelle, periferia Sud Est di Roma, alle 5.30 in punto. Ed è già una novità, dati i ritardi a cui le altre due metropolitane della Capitale hanno abituato i romani. Invece al termine della sua prima giornata di vita, la neonata “linea verde” permette ad Atac di diramare un bollettino senza macchie: «Servizio regolare al 100% su tutte le 130 corse giornaliere». Tanto che fa quasi sorridere l’unico “imprevisto” che si registra in 13 ore di servizio: 10 minuti di ritardo alla fermata di Fontana Candida alle 5.50 del mattino. Ben poco rispetto ai disagi con cui i pendolari della Città eterna si sono temprati nel corso degli anni.
LA FESTA
Infatti il primo giorno della nuova Metro si trasforma subito in una festa. Con atmosfere che ricordano più il lancio-evento di un nuovo smartphone della Apple che l’inaugurazione di una linea del trasporto pubblico. E infatti capannelli di curiosi si registrano fin dalle 4.30 davanti al capolinea di Centocelle e nei vagoni ultramoderni scatta la caccia al selfie davanti alle finestre “belvedere” posizionate ai due estremi dei convogli, dove normalmente siederebbe l’autista. Che invece sulla metro C, come a Parigi, non c’è, perché sostituito dall’innovativo sistema Driveless con pilota automatico. Perché i vagoni della metro C, come ha detto il sindaco Marino, rappresentano «un gioiello tecnologico, uno dei modelli più avanzati d’Europa», con telecamere in tutti i corridoi, in tutti gli spazi della stazione e in tutti i veicoli e pannelli che si aprono in sincronia con il treno che arriva al binario. Tanto che tra i primi passeggeri la frase che ricorre con più frequenza è: «Non sembra quasi di stare a Roma».
Ed è solo l’inizio. Al taglio del nastro dall’altro capolinea di Montecompatri-Pantano, Marino, insieme all’assessore ai Trasporti Guido Improta, ha promesso: «Oggi inauguriamo questo primo tratto ma lo facciamo con la determinazione di arrivare a inaugurare presto le stazioni di Lodi e San Giovanni e, quindi, finalmente a intersecare le nostre linee della metro in modo che Roma diventi sempre più una capitale europea».
TORNELLI ANTI-PORTOGHESI
Capitale europea anche nella lotta ai “portoghesi”, i furbetti che salgono sui vagoni senza pagare il biglietto. Con le casse di Atac in profondo rosso, nelle 15 stazioni della nuova metro C sono stati installati tornelli già programmati per richiedere obbligatoriamente di obliterare i ticket anche in uscita. Una funzione che sarà attivata quando, entro metà 2015, saranno sbloccate anche le altre 6 stazioni che arriveranno fino a piazza Lodi.
A fine giornata l’assessore ai Trasporti Improta fa un primo bilancio: «Grande partecipazione di pubblico – dice – come testimoniano gli oltre 12mila opuscoli distribuiti i 1.265 biglietti venduti dal personale di supporto, che si vanno ad aggiungere a quelli acquistati alle macchinette e agli ingressi con abbonamento». Appena un antipasto della rivoluzione della viabilità romana che la nuova metro promette, con la sua capacità di trasporto da 150mila passeggeri al giorno, che tra sei mesi, con le nuove stazioni e una corsa ogni 6 minuti, dovrebbe addirittura raddoppiare, aiutando a decongestionare il traffico in un intero quadrante della città.
Soddisfatto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, che ricorda quanto fatto dal governo con il decreto Sblocca Italia, che a fine agosto ha stanziato 160 milioni di euro per finanziare la tratta Colosseo-piazza Venezia: «L’inaugurazione e la realizzazione della metro C – dice il braccio destro del premier Renzi – è un bene e un’ottima notizia per i romani e gli italiani. Spero che il prolungamento fino al Colosseo venga realizzato quanto prima. Il risultato di oggi è importante anche alla luce dello Sblocca-Italia che ha accelerato la realizzazione delle metropolitane nelle grandi città».