Fior da fiore, 8 novembre 2014
Napolitano lascerà entro la fine dell’anno • Renzi sprona Berlusconi • un ciclone terrorizza la Sicilia • Lo spread della malavita • La famiglia Cucchi fa un esposto contro il perito dei pm • Niente armi sui set italiani
Napolitano Stefano Folli su Rep scrive che Giorgio Napolitano è intenzionato a lasciare la presidenza della Repubblica entro la fine dell’anno: «Le ragioni sono legate alla fatica del compito, sempre più estenuante per un uomo che nel prossimo mese di giugno festeggerà i novant’anni». «Npolitano è stanco e ritiene di aver diritto di esserlo. Rispetta gli impegni con puntualità, quelli interni e quelli internazionali, ma sta diradando l’agenda, se si tratta di allontanarsi dal Quirinale». Dunque, la decisione sarebbe ormai presa: «Nel 2015 Napolitano seguirà le vicende italiane dallo studio di Palazzo Giustiniani che è già pronto ad accoglierlo quale presidente emerito». Con un po’ di delusione, visto che le riforme costituzionali auspicate non sono state elaborate: «È chiaro che alla fine dell’anno non avremo la riforma del voto, ma è altrettanto certo che il presidente della Repubblica non aspetterà i tempi dei partiti. Non intende farsi condizionare dai ritardi e della solita pratica del rinvio. Su tale passaggio si mostra molto deciso con i suoi interlocutori. Quindi viene meno il nesso tra riforme e dimissioni. E non ci sarà l’inaugurazione di Expo 2015, come vorrebbe il premier Renzi. L’uscita dal Quirinale sarà il compimento di una missione personale, il cui bilancio sarà dato dalla gran mole di atti compiuti in oltre otto anni e mezzo. Ma se le forze politiche non sono state in grado di dare forma conclusa a un nuovo capitolo della storia repubblicana, il presidente le lascia alle loro responsabilità. Non le asseconderà al solo scopo di coprire lacune e debolezze di un sistema rinnovato solo in piccola parte».
Alleanze Il testo della riforma elettorale già approvato alla Camera comincerà ad essere esaminato in Commissione al Senato. Renzi, quindi, vuol sapere entro domani se Berlusconi terrà fede al patto oppure no. Se alla fine Forza Italia si sfilasse, la maggioranza avrebbe i numeri per procedere da sola e accostarsi agli ex grillini e agli eletti di Sel.
Ciclone In Sicilia è stato allarme per tutto il giorno in attesa di un ciclone simile a quelli tropicali, con raffiche di vento a più di cento chilometri orari. Il ciclone, spiega Massimiliano Pasqui dell’Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), è stato favorito da «particolari condizioni ambientali che ha incontrato, una sorta di combinazione anch’essa eccezionale di correnti, disponibilità di energia fornita dal mare e uno scontro con masse d’aria piuttosto compatte». «Si tratta di un ciclone unico e atipico - nota Andrea Buzzi dell’Università di Bologna e dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr -. Nel Mediterraneo però si manifesta in media quattro volte l’anno, mentre colpisce l’Italia una o due volte sempre nell’arco dei dodici mesi. Uno studioso del Massachusetts institute of technology (Mit) di Boston li ha classificati proprio come “Mediterranean Hurricanes” per la loro specifica identità».
Credibilità In un convegno il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha calcolato lo «spread di credibilità» dell’Italia per effetto del potere pervasivo della malavita, capace di far salire «il costo del credito per le imprese meridionali di 30 punti base rispetto alle concorrenti attive in zone a bassa intensità criminale». Trenta punti base significa un costo del denaro più alto dello 0,3%, dato che si somma al differenziale tra i nostri titoli decennali e gli omologhi tedeschi.
Cucchi Il procuratore Giuseppe Pignatone, dopo aver garantito ai familiari di Stefano Cucchi di voler rileggere le carte dell’istruttoria non appena la Corte d’Assise d’Appello depositerà le motivazioni della sentenza, ha preso atto della loro denuncia contro il professor Paolo Arbarello (consulente dei pm nella prima indagine) e ha dato il via alle verifiche. Secondo il medico, Cucchi non morì per le percosse subite ma per inadempienze e negligenze dei medici del “Pertini”.
Armi Problema per il cinema: una legge impedisce di usare le armi finora utilizzate in scena. Chi lo fa, rischia l’arresto. Spiega Luca Ricci, che si occupa di armi per il cinema: «Noi compriamo le armi, le facciamo modificare dall’armaiolo e chiediamo l’autorizzazione alla questura. Durante un controllo un ispettore decise che la modifica fatta, pure autorizzata, non era a norma». Poi è intervenuta la legge: «Mentre in Francia, Inghilterra e nel resto del mondo si usano le modifiche che abbiamo fatto sempre noi, la commissione consultiva italiana tre anni fa ne ha stabilite altre, difficili e perfino pericolose per chi le usa. Il periodo di proroga che consentiva ancora l’uso delle vecchie armi è finito, ora non si possono usare più». Il risultato del pasticcio burocratico è che il set di Suburra, nuova serie di Stefano Sollima, rischia di fermarsi per impossibilità di usare le armi di scena. Cosa che capiterà anche al nuovo James Bond con Daniel Craig, che sarà in parte girato a Roma a partire da gennaio (Finos, Rep).
(a cura di Daria Egidi)