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 2014  novembre 07 Venerdì calendario

Alla bellezza di 89 anni Aldo Ciccolini sostituirà la più giovane collega Maria João Pires, per la tournée dell’Orchestra da Camera di Mantova all’Unione Musicale di Torino. Quando la musica è l’elisir di lunga vita

Aldo Ciccolini deve avere sette vite come i gatti, o forse la musica è l’elisir di lunga vita. Alla bellezza di 89 anni è stato lui a sostituire una più giovane collega, la pur famosa Maria João Pires, indisposta per la tournée dell’Orchestra da Camera di Mantova all’Unione Musicale di Torino e al Valli di Reggio Emilia. Il carismatico veterano del piano, di nascita partenopea ma da un quarantennio cittadino francese, ha restituito il favore alla signora portoghese, che a sua volta l’aveva sostituito un paio d’anni fa a Reggio Emilia in un’analoga occasione.
Che un quasi novantenne di simile statura artistica si presti a tale galanteria è cosa eccezionale, più dell’essere ancora in carriera, fatto che l’accomuna a mostri sacri del pianoforte come Arthur Rubinstein o Claudio Arrau, rimasti sulla breccia fin che poterono. Ciccolini, così avanti negli anni da essere smagrito, ha qualche difficoltà motoria: a Torino se n’è arrivato sul palco del Conservatorio sorretto dal bastone e dal direttore Umberto Benedetti Michelangeli. Ma quando si è seduto alla tastiera per il Concerto in re minore K. 466 di Mozart la stanchezza è via via scemata: il guizzo felino sulle ultime battute della cadenza del primo movimento ha svelato ancora una classe e una pulizia di adamantina luminosità. E questa naturalezza assoluta della frase musicale, unita a un suono di bellezza perlacea, non ha mai abbandonato quell’altro capolavoro del Concerto in la maggiore K. 488, con Michelangeli attento nell’assecondare con l’orchestra questa icona del pianismo mondiale.
La longevità di Ciccolini deriva anche dal fatto che egli non è stato un pianista di forza, ha coltivato quel repertorio francese fin de siècle che si estende nel 900 ironico di Satie e nelle innovazioni armonico-timbriche di Debussy, autori di cui è stato elegante interprete. Ma è così longevo perché vecchia scuola non mente. Radicata in Europa, con riferimenti culturali solidi, stanzialità, esercizio, stile e conoscenza del passato, essa si trasmette ancora alle nuove generazioni: per decenni gli studenti sono andati umilmente a lezione da Ciccolini a Parigi. La standing ovation del pubblico dell’Unione Musicale ha avuto il sapore di un Leone d’oro alla carriera. L’italofrancese, che già aveva programmato i Concerti mozartiani a Firenze in ottobre per gli Amici della Musica, darà un recital solistico a Lucca il 28 novembre nell’ambito dei Puccini Days.