il Giornale, 6 novembre 2014
Vip vignaioli, da Sting a Pirlo, da D’Alema a Gianna Nannini. Al Bano grande esperto, Oliviero Toscani punta al salto di qualità. Potere dell’hobby più trendy che c’è, quello di produrre vini famosi
Scegliere un vino può comportare dilemmi altrimenti impensabili: Al Bano o Sting? D’Alema o Berlusconi? Moser o Trulli? Ferragamo o Cavalli? Potere dell’hobby più trendy che c’è, quello di produrre vini «famosi». E di non farlo, come un tempo, per edizioni limitate destinate all’acetificazione da donare a parenti e amici per Natale. Ma puntando alla qualità, ai «grappoli» e ai «bicchieri» delle guide. Perché famoso sarà lei: io sono vignaiolo.
I CANTANTI
Vignaiolo di lungo corso è Albano Carrisi, che nella sua Cellino San Marco, nel Salento brindisino, si è conquistato una certa qual fama per le etichette che talora evocano le canzoni con Romina (Felicità, Nostalgia). Anche se poi il pezzo pregiato è il Platone, sontuoso rosso Igp barriccato da Negramaro e Primitivo. In Toscana fa vino anche Gianna Nannini: il Baccano, il Rosso di Clausura e l’InNo, un Sangiovese distribuito da Oscar Farinetti, patròn di Eataly. E poi ci sono le superstar straniere: tra essi Mick Hucknall, frontman dei Simply Red, che da diversi anni produce il suo Cantante ai piedi dell’Etna, terra in grande spolvero; e Sting che nella toscana Tenuta il Palagio, fa vino (il Sister Moon prende il nome da un suo brano) e olio.
GLI SPORTIVI
Uno dei più grandi ciclisti italiani, Francesco Moser, nel suo Trentino ha 15 ettari di proprietà curati dal nipote Matteo. Ottimi il Riesling e il Moscato Giallo, anche se a conquistare le lodi della critica è soprattutto un Brut Metodo Classico il cui nome (51,151) evoca lo storico record dell’ora del 1984. Jarno Trulli, ultimo pilota italiano a vincere un gp di Formula 1, fa sul serio. La sua azienda, Castorani, è realtà affermata in Abruzzo con punte qualitative notevoli (ad esempio il Montepulciano d’Abruzzo Riserva). Più recente la passione enologica del numero 10 della Juventus Andrea Pirlo, con la sua cantina bresciana Pratum Coller.
GLI IMPRENDITORI
Il vino più noto è Berlusconi: Alessia, figlia di Paolo e nipote di Silvio, nella sua azienda in Franciacorta, La Contessa, si fa notare, oltre che per il Rosa Mistica, uno spumante Blanc de Noirs – vale a dire tratto da uve rosse (Sangiovese e Barbera) – anche per un vino a bassa gradazione, il 9.9, che ha suscitato curiosità tra gli addetti ai lavori. Altri capitani d’industria con l’hobby della barrique sono Renzo Rosso, che nelle colline vicentine ha la sua Diesel Farm; e Paolo Marzotto, che stupisce con il Carduni, un Petit Verdot prodotto in Sicilia da Baglio di Pianetto.
GLI STILISTI
Molte le griffe che shiftano sul mondo del vino. I risultati migliori sono quelli di Ferruccio Ferragamo, il cui rosso di punta che si chiama come la cantina, Il Borro, un Igt blend di uve internazionali prodotto nelle campagne aretine, è ormai nel Gotha della nuova enologia toscana. Ci sono poi anche Roberto Cavalli con la sua chiantigiana Tenuta degli Dei, e Ilaria Venturini Fendi, che ha scelto per le sue vigne l’aspra isola tirrenica di Ponza.
GLI ALTRI
Alla bella Carole Bouquet la storia con Gérard Dépèardieu ha lasciato un podere in contrada Serraglio a Pantelleria, dove produce un buon passito, il Sangue d’Oro. Vignaioli freschi ma ambiziosi sono Bruno Vespa (Puglia) e Massimo D’Alema (Umbria), che hanno in comune la star degli enologi, Riccardo Cotarella. Nella campagna pisana che guarda al mare c’è OT, l’ambiziosa azienda del fotografo Oliviero Toscani, che punta al salto di qualità. Anzi, allo scatto di qualità.