la Repubblica, 6 novembre 2014
Papa Francesco vuole che la Sacra Rota Romana agisca gratuitamente nella cause di annullamento del matrimonio. Ma come funziona questa Rota? In tutto una ventina di prelati uditori appartenenti a tutte le nazionalità nel mondo. 270, invece, gli avvocati rotali che, laureati dopo un severo esame, guadagnano dal 2010 da un minimo di 1575 euro a un massimo di 2992 a causa. Certo, come ha detto Francesco, c’è chi disattende il tariffario e lucra sulle sofferenze della gente
La Stampa
«La madre Chiesa ha tanta generosità per poter fare giustizia gratuitamente», e le procedure di nullità matrimoniale sono «troppo lunghe o troppo pesanti» per le persone semplici. Francesco parla a braccio, rivolgendosi ai partecipanti a un corso promosso dal tribunale della Rota Romana: ne approfitta per ribadire che le procedure vanno riviste e snellite, pensando a chi è meno abbiente. E ricorda anche di aver dovuto allontanare dal tribunale ecclesiastico di Buenos Aires una persona che vendeva le sentenze.
Dei processi di nullità matrimoniale si è parlato al Sinodo sulla famiglia. Il cardinale Angelo Scola ha avanzato una proposta per procedere in modo più snello attribuendo competenze al vescovo. E c’è anche chi ha proposto di semplificare la procedura che oggi prevede due sentenze conformi, in prima e seconda istanza. Com’è noto, l’autorità ecclesiastica non scioglie il matrimonio, può solo riconoscere che era nullo in origine, per la mancanza di qualche requisito, ad esempio la decisione preventiva di uno dei coniugi di non aver figli o l’aver tenuto nascosto al coniuge caratteristiche della propria personalità. Negli ultimi anni si è insistito sulla possibilità di considerare tra le cause di nullità anche la mancanza fede al momento delle nozze.
In Italia i tribunali ecclesiastici di prima e seconda istanza - e nel caso di sentenze non conformi, la Rota Romana che funziona da terzo grado di giudizio - pronunciano ogni anno migliaia di sentenze di nullità: nel 2012 sono state 2.413. In quello stesso anno, nel mondo, le nullità matrimoniali sono state 49.810.
Nel suo breve intervento, papa Bergoglio ha riecheggiato la proposta emersa al Sinodo di rendere gratuiti i processi e ha anche ricordato di aver istituito una commissione per studiare la semplificazione dei processi. «C’è una preoccupazione per snellire le procedure, per un motivo di giustizia. Giustizia, perché siano giuste, e giustizia per la gente che aspetta... quanta gente aspetta per anni una sentenza».
Francesco ha parlato anche di carità, «perché - ha detto - c’è tanta gente che ha bisogno di una parola della Chiesa sulla sua situazione matrimoniale, per il sì e per il no, ma che sia giusta. Alcune procedure sono tanto lunghe o tanto pesanti che la gente lascia. Un esempio: il Tribunale interdiocesano di Buenos Aires, credo che, in prima istanza, abbia 15 diocesi, e che la più lontana sia a 240 km… Non si può immaginare che persone semplici, comuni vadano al Tribunale: devono fare un viaggio, devono perdere giorni di lavoro».
Il Papa ha anche ricordato che bisogna essere «molto attenti» all’affarismo in questo campo: «E non parlo di cose strane. Ci sono stati anche scandali pubblici. Io ho dovuto congedare dal Tribunale una persona che diceva: “Diecimila dollari e ti faccio i due procedimenti, il civile e l’ecclesiastico”. Per favore, questo no!».
«Sempre nel Sinodo - ha aggiunto papa Bergoglio - alcune proposte hanno parlato di gratuità, si deve vedere… La madre Chiesa ha tanta generosità per poter fare giustizia gratuitamente».
Secondo le più aggiornate tariffe stabilite dalla Cei, le spese che bisogna affrontare sono: 525 euro di contributo; un onorario per l’avvocato che varia da 1.575 a 2.992 euro, e un onorario per l’appello ordinario che varia da 604 a 1.207 euro. A questo si devono aggiungere le spese vive (documentate), cioè l’Iva, la cassa avvocati, le consulenze, le trasferte, le spese per il materiale probatorio. «Mediamente il costo si può aggirare sui 3.500 euro - spiega l’avvocato rotale Davide Venturini - ma ricordo che ci sono anche avvocati d’ufficio per chi ha problemi economici».
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Non è un caso che Papa Francesco, ricevendo ieri mattina i partecipanti a un corso promosso dal tribunale della Rota romana, comunemente denominata Sacra Rota, abbia chiesto che nei procedimenti di nullità matrimoniale non vi siano «affari» né «scandali pubblici». Evidentemente sa di cosa parla: già da cardinale arcivescovo di Buenos Aires, infatti, allontanò una persona che per dieci mila dollari «vendeva» sentenze. «Per favore, questo no!», ha detto ieri il Papa. E ancora: «Nel Sinodo alcune proposte hanno parlato di gratuità, si deve vedere… Ma quando sono attaccati l’interesse spirituale all’economico, questo non è di Dio!».
È nei primi due gradi di giudizio (cioè quelli che si svolgono a livello locale, nelle singole diocesi) che si annidano la maggioranza dei casi di corruzione, considerato anche che ad arrivare in Vaticano sono soltanto i casi “di cassazione”, appunto quelli di terzo grado. E su questi ultimi decide direttamente la Rota Romana. Quindi, alla terza istanza, le possibilità di corruzione e di interventi pilotati è ridottissima e non è lì che il Papa chiede di fare pulizia perché sa bene che i problemi, le lentezze e il malaffare si annidano laddove le cause vengono avviate: appunto nei tribunali ecclesiastici di prima e seconda istanza.
Quella di Papa Francesco è dunque una sollecitazione fortissima alle chiese locali a vigilare sulla correttezza e la moralità dei giudici chiamati a pronunciarsi su una materia che tocca direttamente la vita di migliaia di persone e che è al centro delle attenzioni dello stesso Pontefice al punto da averlo indotto a dedicare addirittura un Sinodo alla famiglia e alle sue problematiche pastorali, incluse le coppie che vanno in frantumi. Dal punto di vista dei numeri, le cause di nullità alla Rota Romana si sono mantenute invariate negli ultimi tempi. In particolare, negli ultimi quattordici anni, le richieste di annullamento sono state circa tremila all’anno. Mentre si è ridotto sensibilmente il tempo di attesa: se fino a qualche anno fa una causa di nullità poteva durare anche cinque o sei anni, «ora si cerca di non andare oltre un anno e mezzo», spiegano in Vaticano.
Macchina ben oliata, la Rota Romana. In tutto una ventina di prelati uditori appartenenti a tutte le nazionalità nel mondo. 270, invece, gli avvocati rotali che, laureati dopo un severo esame, guadagnano dal 2010 da un minimo di 1575 euro a un massimo di 2992 a causa. Certo, come le parole del Papa testimoniano bene, c’è chi disattende il tariffario e lucra sulle sofferenze della gente. Ciò accade a livello locale, dove non sempre i vescovi vigilano come dovrebbero.
Nel 2011, i matrimoni accertati come nulli dai tribunali diocesani in prima e seconda istanza nel mondo sono stati 44.646. Solo negli Usa 21.325. In Italia 2515. A fine anno le cause pendenti erano 5487 e le nuove presentate 2588. Un ritmo di chiusura di 2500 cause l’anno nei tribunali diocesani. Per quanto riguarda la Rota Romana, 222 sono state le sentenze definite a fine 2012 con 1444 cause esaminate, 312 nuove arrivate e 1020 pendenti ad anno concluso. I tempi sono divenuti assai brevi, rispetto ai tempi dell’iter civile italiano. In Italia, secondo le disposizioni della Cei, le tasse giudiziarie per l’accesso ai Tribunali ecclesiastici territoriali sono di 525 euro per la parte attrice, da versare al momento dell’introduzione della causa; 262,50 euro per la parte convenuta, soltanto se costituita con un avvocato, da versare al momento della presentazione del mandato. Per le cause innanzi al Tribunale della Rota Romana, gli onorari sono necessariamente maggiori di quelli previsti dalla Cei per il patrocinio innanzi ai tribunali inferiori.
Sulla gratuità ha detto «bisogna vedere», come a dire che la questione dovrà essere studiata ma poi ha lasciato intendere che personalmente è favorevole a introdurla. «La madre Chiesa ha tanta generosità per poter fare giustizia gratuitamente». Del resto non si contano le circostanze in cui Francesco ha polemizzato contro le «tariffe» per le celebrazioni dei sacramenti e contro ogni «dogana» e ogni richiesta di denaro ai fedeli.
Considera il costo dei processi matrimoniali come uno dei più odiosi dal punto di vista della Chiesa «povera e per i poveri» che si adopera a realizzare, perché impedisce ai «semplici» – ha detto ieri – di ricorrere al tribunale che potrebbe riconoscere la «nullità» di un matrimonio. Ha ricordato che il Tribunale dell’arcidiocesi di Buenos Aires serve 15 diocesi e dovrebbero ricorrere a esso persone che abitano anche a 240 km: «Devono fare un viaggio, devono perdere giorni di lavoro, anche il premio», cioè il costo. Forse questi costi stanno per cadere.