la Repubblica, 6 novembre 2014
Parla il professor Arbarello, il consulente dei pm denunciato dalla famiglia Cucchi: «Io non so se Stefano è stato picchiato o se le lesioni che aveva se le è procurate, come lui aveva detto, cadendo. So però che ad uccidere quel ragazzo è stata la negligenza dei medici»
«Io non so se Stefano Cucchi è stato picchiato o se le lesioni che aveva se le è procurate, come lui aveva detto, cadendo. So però che ad uccidere quel ragazzo è stata la negligenza dei medici». Paolo Arbarello, ex direttore del Dipartimento di Medicina Legale della Sapienza, è stato consulente dei pm al processo Cucchi. E ieri è stato denunciato dalla famiglia per falsa perizia. Professore, viene accusato di aver redatto una consulenza falsa.
«Ho dato mandato al mio amico professor Coppi di procedere per diffamazione. Una denuncia come questa mira a coinvolgere non solo me, ma tutti i medici legali e i magistrati che, con grande serenità e in piena scienza e coscienza, si sono occupati di un caso così complesso».
Ma perché la famiglia Cucchi ce l’ha con lei?
«Evidentemente non tengono conto che il mio parere, e quello di tutti i colleghi che hanno lavorato con me, è stato confermato anche dai periti della Corte d’Assise, scelti a Milano».
E cioè che Stefano è stato ucciso dai medici.
«Mi creda, non è stato semplice muovere rilievi a dei colleghi. Noi, con grande sofferenza ma con gradissimo impegno abbiamo ritenuto che ci fossero delle omissioni nel lavoro dei sanitari che hanno avuto in cura quel paziente».
E le lesioni che si vedono nelle foto?
«Non hanno causato la morte di Stefano Cucchi».
Che però è stato picchiato.
«Lo abbiamo scritto e ripetuto più volte: ci sono lesioni che sono sospette. Ma noi non siamo in condizioni di dire se qualcuno gli ha sbattuto la testa contro il muro facendolo cadere o se invece ha fatto tutto da solo. In ogni caso, ripeto, non sono queste le cause del suo decesso».
La famiglia le contesta un pregiudizio perché, appena nominato, dichiarò che secondo lei era un caso di colpa medica.
«L’autopsia era stata fatta nel mio dipartimento. Non avevo ancora approfondito tutti gli atti ma sapevo benissimo di cosa stavamo parlando. In ogni caso, se anche si hanno delle opinioni riguardo a un caso, bisogna dimostrarle. Trovare delle prove. Che esattamente è quello che fatto».
Lei sedeva nel cda di un’assicurazione che fu poi acquistata da Unipol che assicurava i medici del Pertini.
«La cosa risale a molto prima e in ogni caso non capisco dove sia il nesso: loro dai medici sono stati risarciti anche sulla base della mia consulenza. Se avessi avuto qualche interesse, al massimo sarebbe stato nel proteggere i sanitari, non nell’accusarli di quella morte».
Nella denuncia sono riportate anche alcune intercettazioni in cui gli indagati, prima delle riunioni medico legali, dicono che i consulenti stabiliranno che Cucchi è morto di morte naturale.
«Chi ha mai parlato di morte naturale? Non noi».
Professore, però un ragazzo è morto mentre era nelle mani dello Stato.
«Lo so bene. E la cosa mi indigna. Per questo ho fatto tutto quello che ho ritenuto giusto fare insieme ai miei colleghi e ai magistrati. Non è stato un processo facile per nessuno».