La Stampa, 6 novembre 2014
Dopo Marcello Lippi anche Fabio Cannavaro sbarca in Cina. Sarà il prossimo allenatore del Guanzhogu Evergrande, la squadra che con l’ex ct azzurro ha vinto tre campionati di fila
Altro che una semplice «Little Italy» calcistica, a Canton c’è un vero protettorato della scuola italiana. Al Guanzhogu Evergrande, dopo tre edizioni vinte di fila della Chinese Super League (il campionato), la Champions League asiatica alzata nel 2013 e un altro paio di trofei raccolti (la coppa nazionale del 2012 e la supercoppa dello stesso anno), si sono trovati così bene con Marcello Lippi da fargli designare in piena libertà il successore per la panchina, un po’ come fece il Manchester United con Ferguson.
E la scelta, nonché primo atto dirigenziale del Lippi direttore tecnico, è ricaduta su Fabio Cannavaro, al primo impiego da capo allenatore successivo a un’esperienza da vice di Cosmin Olaroiu all’Al-Ahli. Tutti e due di nuovo insieme dopo le convivenze al Napoli e in Nazionale. La colonna vertebrale del nuovo Guanzhogu ricalcherà quella dell’Italia campione del mondo nel 2006. Con la differenza, più formale che sostanziale, che allora il ruolo di Cannavaro era di capitano e di Lippi il commissario tecnico. Il primo emanazione in campo delle direttive del secondo, un quadretto destinato a ripetersi anche sotto le rispettive nuove vesti. Il maestro e l’allievo non saranno soli, ma accompagnati da un bel po’ di italiani che bazzicano il Guanzhogu: dentro il campo come Alberto Gilardino, guarda caso altro componente della trionfale spedizione azzurra nel mondiale tedesco, e Alessandro Diamanti, ma anche fuori grazie a uno staff di collaboratori made in Italy con il vice allenatore Massimiliano Maddaloni, l’assistente Narciso Pezzotti, il preparatore dei portieri Michelangelo Rampulla e quello atletico Claudio Gaudino. Insomma, problemi di lingua non ce ne dovrebbero essere.