Corriere della Sera, 6 novembre 2014
Il volgare doppio senso sul gelato della Madia che ha fatto infuriare la Rete. La difesa di Alfonso Signorini per le foto e il titolo di Chi: «E allora il calippo della Pascale?». Interviene l’Ordine dei giornalisti
Si gode il suo gelato il ministro Marianna Madia, in auto con il marito, il produttore Mario Gianani, in una tiepida giornata d’autunno romano e non sa che l’obiettivo scoopista è in agguato per immortalare l’innocente siparietto di privacy familiare e trasformarlo in qualcosa di giornalisticamente rilevante: almeno secondo il settimanale Chi, che monta quattro foto del volto di Madia mentre assapora il suo cono sotto il titolo malandrino «Il ministro ci sa fare con il gelato». Ad abundantiam c’è anche la didascalia: «Con il marito si concede… una pausa di piacere».
Si può discettare a lungo su che cosa sia una notizia nell’era di Internet agli anni Duemila, ma il Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti lombardi ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti del direttore di Chi Alfonso Signorini. E questa volta anche la Rete non accetta la (presunta) ironia e si scatena la catena della solidarietà nei confronti del ministro arbitrariamente chiamata in causa: nel giro di un lampo arrivano online i tweet di Susanna Camusso, «un vero rigurgito maschilista», di Ignazio Marino, di Ivan Scalfarotto «raramente una cosa più laida». Antonio Barone, capo ufficio stampa dei Verdi, sintetizza così: «Si è realizzato il paradigma perfetto dell’insulto sessista».
Alfonso Signorini, sempre pronto all’ironia, questa volta tenta di buttarla sul serio, chiamando in causa i due pesi e le due misure, la presunta supremazia della sinistra sulla destra e si interroga, sempre su Twitter: «Calippo sì, gelato no?». Concetto che ripete e spiega meglio a Catania dove era accorso per presentare il suo libro L’altra parte di me con il collega direttore di Panorama Giorgio Mulè: «Chi oggi si indigna per la Madia ha marciato per anni sul calippo della Pascale». Insomma, secondo il recondito pensiero del direttore di Chi, per par condicio tutti i gelati sarebbero uguali e di conseguenza pari dovrebbe essere il diritto di indignarsi o meno.
Ma il paragone fra Madia e Pascale è improprio, perché una se ne stava tranquilla nella sua automobile in situazione privata a godersi un gelato, l’altra – altrettanto legittimamente – si godeva un bel gelato, anzi un calippo, ma in situazione del tutto diversa, in uno spot allusivo e promozionale per Telecafone, girato per far pubblicità e non perché se ne tacesse.
Signorini riceve via tweet l’endorsement affettuoso e risonante di Giuseppe Cruciani: «Quelli che hanno giocato per anni col calippo della Pascale sono indignati per il gelato della Madia. Che gente ridicola». Ma la Rete insiste. Puntano sull’ironia Sara Giudice e altre giornaliste di ClassTv che lanciano l’hashtag «Ci so fare anch’io». E si fanno fotografare con tanto di cartello mentre anche loro gustano il gelato, con invito a Signorini: «Pubblica anche questa!».
Sotto lo stesso hashtag, #cisofareanchio, intanto, Luca Di Ciaccio pubblica la foto di Matteo Renzi anche lui con il suo cono a Palazzo Chigi, Diego Zorro posta il suo cane che lecca un bel cono di fragola, Melty.it quattro ragazzi barbuti con cremino, Angelo Belussi una scimmia con ghiacciolo arancione.
Insomma Chi di ironia ferisce di ironia perisce.