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 2014  novembre 05 Mercoledì calendario

Il caso dell’articolo firmato dalla professoressa Zaccanti pubblicato sul bollettino parrocchiale di Rivarolo Canavese in cui si sostiene che la pedofilia sia «una delle tante vie per soddisfare il diritto al piacere, che può diventare un metodo pedagogico ammesso anche dall’Onu». E poi si evocano documenti che prevederebbero alla scuola materna «la masturbazione a partire dai tre anni per far sperimentare al bambino le proprie pulsioni... così da alimentare l’esperienza omosessuale...»

La pedofilia mescolata all’omosessualità e presentata come «una delle tante vie per soddisfare il diritto al piacere, e persino come metodo pedagogico ammesso dall’Onu». Poi, l’evocazione di documenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che prevederebbero alla scuola materna «la masturbazione a partire dai tre anni per far sperimentare al bambino le proprie pulsioni... così da alimentare l’esperienza omosessuale...». A Rivarolo Canavese, dodicimila abitanti e due parrocchie, il bollettino parrocchiale è entrato in questi giorni in tutte le case con tre pagine dedicate- con questo tipo di contenuti – al cosiddetto «fenomeno gender». 
«L’angolo della riflessione», la rubrica affidata a Cristina Zaccanti, docente di italiano e storia al liceo Botta di Ivrea, è stata ribattezzata dal Coordinamento Torino Pride – che riunisce le associazioni gay, lesbiche e transgender subalpine e a cui un attivista l’ha immediatamente segnalata – «l’angolo della mistificazione e della falsità». 
«Le perle – fa notare Alessandro Battaglia, responsabile del Coordinamento – sono ad ogni riga, orripilanti». Un altro esempio: «In nome del diritto del bambino alla propria autodeterminazione in Inghilterra, ma anche in alcune scuole italiane, si somministrano ormoni ai bambini affinché, venendone ritardata la crescita, abbiano più tempo per decidere. All’insaputa delle famiglie il bambino viene orientato all’omosessualità».
«L’esercizio dell’autrice è stato a tutto campo. Non ha risparmiato niente. Quando vuole denigrare la famiglia omosessuale e parla di figli di coppie sterili, arriva ad affermare che vanno “a vantaggio delle industrie farmaceutiche che producono ormoni per arrestare la crescita e favorire il cambiamento di sesso”». Quando invece cita il ddl Scalfarotto e il reato di omofobia, Zaccanti infila pure la pena della «rieducazione in un campo Lgbt». Per Maurizio Gelatti, segretario del Coordinamento «è un campionario completo di manipolazioni della realtà». La docente, membro delle Sentinelle in Piedi, il movimento impegnato in difesa della famiglia tradizionale e contro il diritto alla famiglia delle persone Lgbt, è serena. «Ho fatto ricerche – spiega – e ho scritto il mio articolo sulla scorta di documenti che posso trovare in qualsiasi momento, cose che sono su internet e su pubblicazioni». Anche le citazioni dell’Oms, quella visione della pedofilia? «In Australia è così». La docente si stupisce di essere al centro dell’attenzione. «Se mi dimostreranno che ho fatto affermazioni azzardate, chiederò scusa, vorrà dire che sono stata ingannata. Ho fatto il punto sulla questione “gender”: non mi permetto di giudicare gli omosessuali, tra i quali ho molti amici». Il testo è stato «benedetto» dal parroco che ha dato voce a Zaccanti perché ospitata più volte sul settimanale della diocesi di Ivrea, Il Risveglio, con interventi sul «gender». «Non rappresenta opinione mie né della diocesi, però – dice don Raffaele Roffino – stimola la riflessione su un tema sul quale ci sono opinioni diverse».