Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  novembre 05 Mercoledì calendario

Oggi articolo straziantissimo su quanto siamo brutti e cattivi, l’economia va giù, il debito non ne parliamo, il sistema bancario sta in piedi per miracolo, eccetera

Oggi articolo straziantissimo su quanto siamo brutti e cattivi, l’economia va giù, il debito non ne parliamo, il sistema bancario sta in piedi per miracolo, eccetera. A questa geremiade si oppone solo il premier, che s’è presentato, indifferente di ogni Cassandra, a Ballarò ieri sera, respingendo con grazia un’intemerata di Juncker, avvocato lussemburghese, presidente della Commissione europea. A Renzi non fa un baffo nemmeno la Banca d’Italia, che raccomanda di mettere il Tfr in busta paga solo per poco tempo, in modo che ai futuri vecchi resti un po’ di pensione. D’altra parte, anche la Banca d’Italia non può fare troppo la maestrina. Un economista-che-non-si-discute come Luigi Zingales l’ha fatta a pezzi l’altro giorno sul Sole 24 per i conti edulcorati delle nostre banche e soprattutto ne ha demolito lungimiranza e trasparenza un altro economista-che-non-si-discute, cioè Simon Nixon, Chief-Commentator-of-The-Wall-Street-Journal , niente di meno. Nixon ha tirato le sue sberle contro Bankitalia proprio dal WSJ , giornale fuori-discussione.

• Non ho capito di che sta parlando, ma lei sembra prendere le cose allegramente.Sto parlando di nuove previsioni europee che ci pronosticano scenari peggiori di quelli che avevamo immaginato.

• Peggiori in che senso?
Peggiori nella crescita, nell’occupazione, nel debito. Peggiori nel deficit. Renzi dice che l’Italia si metterà a posto col pareggio di bilancio nel 2017? Ma con i numeri e le percentuali che la Commissione europea ci scarica addosso, non pareggeremo neanche nel 2017, e forse nemmeno nel 2018. Del resto, bisogna credere nel Pareggio di Bilancio così come alcuni credono in Dio? C’è stato un convegno a Firenze pochi giorni fa (non la Leopolda) e abbiamo sentito queste parole, pronunciate da un professore come Giulio Sapelli, uno che ha tra l’altro insegnato alla London School of Economics: «È impossibile che esista uno Stato in costante pareggio di bilancio. Lo Stato è un’entità in continua evoluzione e il pareggio di bilancio è o un’illusione o uno strumento ideologico per distruggere la spesa pubblica e gli investimenti pubblici». Quindi la discussione intorno al 2017 o al 2018 è forse ridicola. Dice: stampa moneta e smettila con il 3% e il resto. Flessibilità, flessibilità e che la festa ricominci! È quello che ha fatto Abe in Giappone e oggi sappiamo che non ha funzionato. La Banca Centrale di Tokyo, che Abe aveva messo in mano a un flessibilista addirittura talebano, ci sta ripensando di corsa. Idem, la Yellen in America: prosciugherà il mercato della liquidità immessa da Bernanke ancora più in fretta di quello che s’era pensato. E pensi che le Commissione europea prevede per l’anno prossimo una leggerissima ripresa grazie alla domanda estera. Ma quale domanda estera se tutti quelli che hanno stampato moneta stanno rientrando di corsa, evidentemente in previsione del peggio?


• Qualche notizia su questi più e questi meno?
Il minimo indispensabile, perché tanto tra sei mesi queste medesime cifre saranno corrette al ribasso. Non dimentichiamo che questi economisti esperti sono gli stessi che non ci hanno mai avvertito dei subprime, dei derivati e del resto. In sintesi: la Commissione Ue «rivede al ribasso le stime di crescita dell’Italia e dell’intera Eurozona» (così le agenzie). Per Eurozona: non crescerà dell’1,7 ma dell’1,1. Per l’Italia: non scenderà dello 0,3 ma dello 0,4. Per la Germania: non crescerà del +2, ma dell’1,1. Fatto preoccupante, perché se non tira la Germania...


• La litigata tra Juncker e Renzi?
Renzi aveva detto: «Non ci faremo dare ordini dai burocrati europei». Juncker, facendosi fare una domanda apposta dal capogruppo del Ppe Manfred Weber, ha risposto: «A Renzi dico che non sono il capo di una banda di burocrati: sono il presidente della Commissione Ue, istituzione che merita rispetto, non meno legittimata dei governi». Renzi ha ribattuto dalla tribuna di Ballarò : «Nessuno dice che Juncker sia un tecnocrate, ma è bene per l’Italia e l’Europa che non dia troppo ascolto ai tanti tecnocrati che lo circondano». Ha anche detto: «In Italia ce la stiamo giocando, la partita non è vinta né persa ma stiamo segnando dei gol». Frase che non c’entra niente, ma che dobbiamo riferire se no prendiamo un “buco”.


• Questo articolo di Simon Nixon sul «Wall Street Journal»?
Il sistema bancario italiano è il più debole di tutti. Ci sono 320 miliardi di crediti inesigibili. Circola poco capitale. Le nostre aziende sono le più indebitate d’Europa e le famiglie che le guidano non intendono mettere mano al portafoglio. Meglio fare altri debiti, dicono (cosa ormai pressoché impossibile). Se non si salva l’Italia non si salva nemmeno l’Europa, aggiunge Nixon. D’altra parte, nessuno può salvare l’Italia se l’Italia non comincia a salvarsi da sé.