Il Sole 24 Ore, 4 novembre 2014
Vigilanza unica. La Bce assume da oggi l’attività di supervisione sui 120 istituti «sistemici» dell’eurozona. Danièle Nouy: «Un passo importante ma non c’è spazio per autocompiacersi. Occorre completare la ricapitalizzazione di quelle banche in cui la valutazione complessiva ha individuato insufficienze». Tra queste Mps e Carige
La Banca centrale europea «è pronta». Da oggi assumerà la vigilanza sulle 120 maggiori aziende di credito di Eurolandia e, da subito, il difficile compito di gestire le conseguenze dell’analisi degli attivi, l’asset quality review. Un esame che ha colpito per la bocciatura - tra le altre - di due banche italiane, MontePaschi e Carige, ma che ha anche rivelato prestiti in difficoltà per 900 miliardi di euro in tutta l’area.
Oggi l’Unione bancaria fa dunque un passo importante, ma non è conclusa. «Non c’è spazio per autocompiacersi», ha così detto il presidente della vigilanza europea, Danièle Nouy nella sua audizione alla commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo, che esercita il controllo politica su tutte le attività della banca centrale. Mancano ancora tre tasselli importanti alla creazione di quell’Unione bancaria di cui la vigilanza unica è solo un elemento: in primo luogo, «occorre completare - ha detto Nouy - la ricapitalizzazione di quelle banche in cui la valutazione complessiva ha individuato insufficienze». Poi gli Stati membri dovranno fornire al Fondo di risoluzione le risorse necessarie, e «dovrebbe essere chiaro che non saranno i contribuenti a pagare il conto». Infine occorre mettere tutte le banche europee nella stessa condizione attraverso una regolamentazione armonizzata.
Sono compiti, questi, che coinvolgono tutte le istituzioni europee. La sola Bce, in ogni caso, ha impegni complessi da affrontare subito. La massa di prestiti in difficoltà è importante. Il rapporto trimestrale sulla vigilanza pubblicato ieri segnala la necessità di vigilare sulle ricapitalizzazioni obbligatorie per 6,35 miliardi, i cui piani dovranno essere presentati entro il 10 novembre e che dovranno, ha detto Nouy, essere effettuati senza risorse pubbliche. Occorrerà anche seguire le sei banche che hanno deciso di non ricapitalizzare o sono sotto procedura fallimentare. Bisognerà definire il piano delle ispezioni per il 2015, che coinvolgerà tutte le grandi banche. Occorrerà definire i rapporto tra la Bce e le singole banche centrali nazionali, che conservano poteri di controllo sulle aziende più piccole.
Bisognerà poi tener conto delle variazioni nazionali nel l’interpretazione delle regole di Basilea III, che hanno già segnato l’esito dell’Aqr: Germania, Italia e Spagna sembrano averne beneficiato di più, per un totale di 126 miliardi di euro: la Bce intende uniformare queste modalità. Nel più lungo periodo bisognerà infine unificare diverse culture di vigilanza: ogni banca o gruppo di piccole banche sarà seguita da un Joint Supervisory Team, un gruppo di vigilanza "congiunto", cioè multinazionale. Non mancano, tra i manager della Vigilanza, persone provenienti da altri sistemi. Come Stefan Walter, proveniente dalla Federal reserve di New York, responsabile dei grandi gruppi.
Non mancheranno le polemiche, già sorte in occasione dell’Aqr appena terminato. Durante l’audizione, Nouy ha rivendicato la correttezza del l’esame: è stato, ha detto, «un esercizio equo e paritetico». Ha però ammesso che alcuni rischi, non presi in considerazione dall’Aqr, saranno valutati in una seconda ricerca, chiamata Pilot2. Su MontePaschi, ha precisato che la banca potrà recuperare se abbandonerà «la cattiva gestione passata» e si dedicherà ai prestiti per le piccole e medie imprese.
Nessuna cerimonia segnerà l’enorme ampliamento di poteri concesso alla Bce. «La Bce è pronta», ha comunque detto Nouy, che governerà su una divisione - totalmente separata da quella che si occupa della politica monetaria - nella quale lavorano oggi 900 persone. Mancano in realtà - ha ammesso - alcuni tasselli: all’inizio del 2015 sarà pubblicato il regolamento sulla contabilità di vigilanza, mentre è stata pubblicata a settembre la Guida per illustrare alle banche e al grande pubblico il modello di vigilanza, il protocollo che sarà seguito e che, ha aggiunto, «è stato disegnato sulle migliori procedure di controllo disponibili tra gli Stati membri».