la Repubblica, 4 novembre 2014
Marco Rizzo, il segretario del Pc, riesuma il mito della rivoluzione sovietica: «Pensi a cos’era l’Urss nel ’17. E pensi cos’era diventata durante la Seconda guerra mondiale. Da Paese medievale a secondo potenza industriale del mondo. Bisogna ripartire da lì, da quel modello di società»
Un manifesto campeggia sui muri di Roma: “Viva la Rivoluzione sovietica!” c’è scritto. E mostra i faccioni di Lenin e Stalin. Chi c’è dietro? Marco Rizzo, il segretario del riesumato Partito comunista.
Lei è matto?
«Beh, questo sicuro. Ma prima di chiamare il 118 mi ascolti».
L’ho chiamata apposta.
«Allora, voglio parlare a un ipotetico giovane che chiede una via d’uscita dalla crisi».
Lei gli offre il comunismo?
«Infatti lui mi dirà: “Ma il comunismo ha fallito”. E io gli ribatterò: “Non è fallito il socialismo, ma la sua revisione, da Krusciov a Gorbaciov”».
E quindi viva Lenin e viva Stalin?
«Sì, assolutamente. Il giovane mi controreplicherà: “Ma i gulag, le purghe, le carestie?».
E lei?
«Io gli direi che bisogna storicizzare. Stalin aveva di fronte Hitler, Mussolini, gli Usa con la bomba, mica Vendola».
Insomma, questo giovane pensa di convincerlo?
«Ne abbiamo già convinti a centinaia. Sabato pomeriggio ci riuniremo al Centro congressi di via dei Frentani a Roma, dove un tempo c’era la Federazione del Pci».
Non è da cabaret pensare di abolire il capitalismo?
«Ma le pare quello che stiamo vivendo invece un modello vincente? Il moloch del profitto messo a religione del fare soldi a tutti costi».
Ma Rizzo qua non c’è più il lavoro!
«Pensi a cos’era l’Unione sovietica nel ’17. E pensi cos’era diventata durante la Seconda guerra mondiale. Da Paese medievale a secondo potenza industriale del mondo. Bisogna ripartire da lì, da quel modello di società».
Di questo parlerete sabato?
«Lukacs, che pure era un eretico, diceva che il peggior socialismo reale era preferibile al miglior capitalismo».
Ma il muro è caduto 25 anni fa
«Fa niente. Abbiamo costituito un’Internazionale comunista in Europa, il nostro è uno dei 29 partiti operai. Mi piacerebbe far ragionare criticamente un giovane, aprirgli la mente, farlo appassionare a “una passione durevole”. Per la nostra idea 70 anni fa la gente moriva. Lei pensa che qualcuno sia disposto a morire oggi per un Renzi o un Grillo?».
E per un Rizzo?
«Per carità!»
Quindi Renzi non ha sedotto anche lei?
«Ma figurarsi, Renzi guida un treno che va sempre nella direzione che vuole la Bce, come accadeva già con Monti e Letta».
E lei quel treno vuole deviarlo?
«Deragliarlo».