Corriere della Sera, 4 novembre 2014
In Russia si epurano i testi scolastici: ma non solo i manuali di storia, via a un libro che spiega la matematica servendosi di Biancaneve. «E in letteratura il prossimo obiettivo potrebbe essere Aleksandr Solzhenitsyn che, secondo Yurij Polyakov, non andrebbe più studiato, visto che emigrò "volontariamente" in America». A selezionarli ci penserà Arkadij Rotenberg, compagno di judo di Vladimir Vladimirovich dall’età di 14 anni, ricco costruttore, finito nella lista dei personaggi sottoposti a sanzioni in Usa ed Europa
Vladimir Putin aveva pensato addirittura a un solo libro di testo per ogni materia. Questo per tutti i 14 milioni di studenti sparsi in 43 mila scuole russe. Alla fine però si è deciso «semplicemente» di ridurre il numero dei manuali e di accertarsi che tutti seguano le direttive dello Stato: un «singolo standard storico-culturale», basato sui «Fondamenti della politica culturale statale» elaborati dal ministero per la Cultura. Tanto per capirci, concetti che implicano il rifiuto dei punti di vista «liberali dell’Occidente» e che ribadiscono il principio che «la Russia non è Europa». Benvenuti nel nuovo sistema scolastico-educativo.
La storia, soprattutto, va trattata con grande attenzione. Nei frenetici, caotici ma liberi anni Novanta si era proseguito con la demolizione della figura di Stalin che, in fin dei conti, aveva pur sempre edificato l’Unione Sovietica. E visto che il presidente russo ebbe a definire lo scioglimento dell’Urss «una delle più grandi catastrofi del Ventesimo secolo», non c’è da sorprendersi se del Piccolo Padre, dei suoi massacri e delle sue deportazioni si parla ora in maniera un po’ diversa.
In un recente testo si afferma che il Grande Terrore degli anni Trenta (con milioni di persone deportate e trucidate) fu attuato perché Stalin «non sapeva chi avrebbe assestato il prossimo colpo, e per questa ragione attaccò ogni gruppo e ogni movimento».
Il manuale include istruzioni per gli insegnanti: «È importante mostrare che Stalin agiva in una situazione storica concreta». In un’altra «Storia della Russia» scritta da due accademici, si afferma che quei milioni di cittadini colpiti «costituivano una potenziale quinta colonna che non era affatto immaginaria».
Libri attentamente selezionati, dunque. Ma a chi affidare il compito? Come è spesso avvenuto in questi anni, nelle vicende più spinose sono sempre comparsi personaggi legatissimi al presidente russo. Nel caso specifico colui che sembra destinato a diventare il supercontrollore delle nuove generazioni è Arkadij Rotenberg, compagno di judo di Vladimir Vladimirovich dall’età di 14 anni, ricco costruttore, finito nella lista dei personaggi sottoposti a sanzioni in Usa ed Europa. In Italia gli sono state sequestrate due ville in Sardegna e un albergo a Roma.
Rotenberg è riuscito a mettere le mani (per quattro soldi) su quella che era l’unica casa editrice sovietica, la Prosveshcheniye (istruzione), che oggi è il principale editore scolastico. I libri di tutti gli altri vengono bloccati con una scusa o con l’altra. E così rimangono solo i testi «giusti» della Prosveshcheniye.
Ma non si epurano solo i manuali di storia. Via, ad esempio, un libro che illustrava problemi di matematica parlando di Biancaneve. E in letteratura il prossimo obiettivo potrebbe essere Aleksandr Solzhenitsyn che, secondo il direttore della famosa Literaturnaya Gazeta Yurij Polyakov, non andrebbe più studiato, visto che emigrò «volontariamente» in America. Il suo Arcipelago Gulag che descrive gli orrori dei lager, poi, «è ben lontano dai dati della scienza storica e del buon senso».