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 2014  novembre 03 Lunedì calendario

Biografia di Lucia Morselli

Modena 9 giugno 1956. Amministratore delegato dell’Ast di Terni (da luglio 2014).
• Laureata alla Normale di Pisa in Matematica con 110 e lode, due master, il primo in Fisica a Roma, il secondo in Business administration a Torino. «Nel 1982 entra in Olivetti. E da lì comincia una carriera via via sempre più rapida: fino al 2010 cambia 17 incarichi, acquisisce esperienze nel campo delle comunicazioni, poi la ritroviamo a Bioera e, successivamente alla Berco: fino al 10 gennaio Morselli era amministratore delegato dell’azienda della Thyssen che sta a Copparo di Ferrara ed è stata protagonista di una durissima trattativa che ha portato a drastici tagli del personale e a un braccio di ferro estenuante con sindacati e istituzioni. La sua fama è quella di una dura, una tagliatrice di teste che interviene quando le aziende sono in crisi. Alla Berco, tanto per capirci, fece arrivare 611 lettere di licenziamento e non ebbe mai un incontro con le istituzioni, nemmeno con il pasionario sindaco di Ferrara. Incontrò la stampa solo due volte, senza concedere una parola di più rispetto al comunicato ufficiale dell’azienda» (Vanna Ugolini) [Mess 2/4/2014].
• «Alla Berco di Copparo, stabilimento ThyssenKroup, da dove arriva, aveva fatto quadrare i conti mandando a casa 438 persone. A Terni, dove il suo piano prevede la chiusura di uno dei due forni elettrici, sull’altare del profitto dovrebbero essere sacrificati 537 esseri umani, 445 operai e 92 impiegati (…) Di lei dicono: “È una donna che non lascia mai trasparire una briciola di umanità” e non arretra neppure di fronte al rispetto istituzionale. Quando gli operai circondarono la Palazzina per chiederle un incontro, ovviamente negato, restò chiusa in ufficio per 15 ore. Raccontano che al Questore che la invitava ad uscire dalla porta secondaria rispose: “Se ne vada, non è casa sua, questo è territorio tedesco”» (Sandra Amurri) [Fat 2/11/2014].
• «Gli operai di Terni la considerano “più tedesca dei tedeschi”. Non la amano, ma a modo loro la rispettano. “È una pazza, ma ha coraggio” dicevano di lei le tute blu radunate, l’altro giorno, in piazza poco prima delle manganellate. E i racconti sul personaggio si sprecano. Una settimana fa, accompagnata dal solo autista, è arrivata all’1 e mezza del mattino ai cancelli della fabbrica presidiata dagli operai (primo giorno dello sciopero in corso). “Soffiava vento di tramontana, ci ha chiesto: cosa fate con questo freddo? – racconta chi era di turno alla guardia – ci ha proposto aggiustamenti, ci ha detto di non dar retta ai sindacati. Una provocazione che non abbiamo colto, perché siamo signori, noi, e non picchiamo nessuno”. Sono arrivati prefetto e dirigente Digos e l’hanno convinta ad andarsene. Un’altra prova di carattere era stata data ai primi d’agosto» (Luisa Grion) [Rep 31/10/2014].
• Dal 2003 è socia fondatrice della “Franco Tatò e partners”.
• Sposata senza figli.