Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  novembre 03 Lunedì calendario

I test di medicina annullati per colpa di un errore umano: trasmissione sbagliata tra computer. Tra gli specializzandi avanza l’ipotesi class action. Il capo del consorzio si dimette

«Un errore umano, un banalissimo errore materiale, una buccia di banana». E quella che doveva essere una «rivoluzione» si è trasformata in «tragedia» per oltre 11 mila persone. Laureati che da mesi aspettavano il primo concorso nazionale per aggiudicarsi le 5 mila borse di studio quinquennali delle scuole di specializzazione e poter finalmente ottenere la «patente» di medico ed esercitare la professione.
Dovranno aspettare. Risottoporsi al test. Ricominciare da capo. Tutto per «un errore di importazione: dal cd del Miur al database del Cineca che erogava i quiz», un «banalissimo errore di esecuzione» che ha invertito le 30 domande generali di due aree: quelle dei Servizi clinici al posto dell’area Medica e viceversa. «Una stupidaggine con conseguenze tragiche» che ha costretto il ministero dell’Istruzione ad annullare le prove del 29 e 31 ottobre.
«Solo un errore umano», dice Marco Lanzarini, direttore generale del Cineca, il Consorzio di 69 università italiane e Miur cui vengono affidati concorsi e test di ammissione, incluso quello per la specializzazione di Medicina della scorsa settimana. Il Cineca si è assunto la responsabilità dell’accaduto e ha promesso di «farsi carico di spese e eventuali danni». Il presidente Emilio Ferrari ha annunciato che rassegnerà il mandato al consiglio, «un atto dovuto». Lanzarini fa lo stesso: «La responsabilità è mia», perché «non possiamo non farci carico dell’errore», anche se «l’importazione era solo tecnica: forse serviva tempo per un collaudo con persone più competenti che controllassero l’esattezza delle domande», e certo «i tempi sono stati stretti» (il concorso è stato preparato in pochi mesi, ndr ). Ma «il baco non è il sistema, la prova ha funzionato e senza l’errore saremmo qui a parlarne bene».
Perché quella della settimana scorsa doveva essere «la rivoluzione», il primo concorso nazionale basato su trasparenza e merito, un sistema per combattere lo strapotere dei baroni. Una «rivoluzione» con prove in contemporanea in 442 aule in tutta Italia, con 12 mila computer accesi tutti nello stesso istante e con domande diverse per ogni candidato e un giudizio uguale per tutti.
Ma l’errore c’è stato. E non tutto è andato così liscio. Molti candidati raccontano di computer bloccati, aule non sorvegliate, quiz fatti in gruppo e pc collegati a Internet. Il Miur non replica. Ieri il ministro Stefania Giannini ha saltato una visita a Genova per rimanere in viale Trastevere con la sua squadra e definire il decreto che firmerà oggi per annullare le prove e fissare la data dei nuovi test (il 7 novembre probabilmente). Non si esclude la revoca del mandato al Cineca, ma «la priorità è trovare una soluzione che tuteli al massimo i candidati». Che sono sul piede di guerra e minacciano ricorsi. Mentre l’associazione dei giovani medici e gli specializzandi si riservano di avviare una class action contro Cineca e Miur.