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 2014  novembre 03 Lunedì calendario

«Sui test di medicina sbagliati nessun sabotaggio, è stata solo colpa mia. Ma ora non bloccate il concorso nazionale». Parla Marco Lanzarini, direttore dimissionario del Cineca: «Abbiamo fatto un errore tecnico con uno scambio di file, ma l’impianto resta rivoluzionario»

«Mi sono dimesso subito, sono il responsabile del fallimento del concorso nazionale per le specialità di Medicina. Sono il direttore generale del Cineca, le questioni operative stanno tutte sotto la mia responsabilità. Speravo che il mio presidente, Emilio Ferrari, fosse tenuto fuori dalla bagarre. Ha solo una responsabilità politica, ma vedo che in serata si è arreso pure lui».
Marco Lanzarini, come si possono scambiare trenta domande di due discipline mediche diverse?
«Abbiamo fatto l’errore più sciocco che si possa immaginare, infatti non lo avremmo mai immaginato. Uno scambio di file nel momento in cui da un dischetto del Cineca i dati vengono riversati sul data-base del ministero. È così, semplice e terribile. Mi creda».
I social forum sono pieni di studenti che parlano della volontà di sabotare il primo concorso contro i baroni d’ateneo.
«No, proprio no. È stato solo un errore materiale, lo garantisco al cento per cento. Un vulnus da informatici, non da tecnici della materia».
Lo avrà fatto un operatore, immaginiamo. «Sì».
Rischia il posto di lavoro?
«No, l’errore umano può succedere, la responsabilità è soltanto mia. E non vi accanite con il professor Ferrari, non ha colpe».
Da sempre il Cineca gestisce prove, test e abilitazioni per conto del ministero dell’Istruzione. Quando è entrato nel Consorzio interuniversitario, direttore?
«Nel 1969, quando Cineca è nato. Oggi ho settant’anni e potrei andare in pensione con questo errore grossolano e sciocco sulla cosscienza ».
Ha un tono sereno.
«Ma l’amarezza è enorme».
Il Cineca ha già ricevuto diverse contestazioni. Le abilitazioni scientifiche nazionali, per esempio. I tirocini formativi attivi, per esempio».
«Le abilitazioni le ho qui davanti a me, centinaia di ricorsi impilati. Noi siamo lo strumento e nessuno ha contestato i modi con cui veniva preparata la prova. Così i Tfa, il secondo ciclo: il Cineca ha fatto il suo lavoro».
Le risulta che il ministro Carrozza avrebbe voluto dare l’organizzazione del test delle specialità mediche all’Indire, l’istituto di documentazione e innovazione?
«Non lo so, ma è difficile che l’Indire abbia un software come il nostro, elaborato in 45 anni di attività. Mi creda, stavamo per festeggiare un grande successo».
Cioè?
«Alle 17 e 30 di venerdì scorso stavo per chiudere l’ufficio con una prova per noi riuscita, perfetta. Poche lamentele, circoscritte. Le assicuro, il lavoro è stato enorme e direi anche rivoluzionario».
Poi alle 18 le segnalazioni del sindacato dei Giovani medici.
«Le abbiamo ricevute dal ministero, le abbiamo verificate. Domande incongrue, c’era stato lo scambio di file».
Gli studenti temono che adesso i rettori inizieranno a sparare sul concorso unico per tornare alle prove d’ateneo, così poco credibili.
«Nessuno deve toccare questa prova. Abbiamo fatto un errore tecnico, ma l’impianto, lo ripeto, è rivoluzionario per il mondo accademico italiano. Un test scientifico uguale per tutti in tutta Italia, risposte al computer, valutazioni in presa diretta. Bisogna andare avanti».