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 2014  novembre 03 Lunedì calendario

«Ottomila euro di bonus per contare le scrivanie». Tutti gli assurdi premi ai dirigenti pubblici, da Genova a Lecce, da Perugia a Verona. Dovrebbero essere incentivi all’efficienza ma ormai assomigliano a regalie, l’unica cosa a non essere tagliata in tempi di spending review

Al Comune di Perugia i trentasei dirigenti si sono divisi 188mila euro in premi, 5.200 euro a testa in media. Un sei per cento abbondante di aggiunta sul loro stipendio. Obiettivi del 2012, premi sull’anno 2013 bonificati a inizio 2014 (poi, lo scorso giugno, è cambiata giunta: il sindaco elargitore Wladimiro Boccali è andato a casa per far posto al centrodestra). I dirigenti che non hanno raggiunto gli obiettivi hanno preso il premio lo stesso, solo un po’ più magro: sui duemila euro.
E gli obiettivi sono i più svariati a Perugia: far riaprire in tempo i bagni pubblici di via Boncambi (risultato non raggiunto anche se affrontato da due dirigenti), celebrare i 50 anni del gemellaggio tra Perugia e Bratislava (le celebrazioni obiettivamente ci sono state e le spese sono state coperte per metà dagli sponsor). Nel Palazzo dei Priori, prodigo con i suoi, un manager pubblico è stato premiato per aver attivato «una nuova procedura periodica di monitoraggio di mozioni e ordini del giorno deliberati dal Consiglio comunale». Spesso, segnala l’opposizione, le mozioni restano inevase innescando le ire trasversali dei consiglieri comunali. C’è chi si è impegnato per la «razionalizzazione del servizio di inventario dei beni mobili attraverso l’aggiornamento informatico delle attrezzature presenti nelle strutture». Significa che un dirigente del Personale, nell’occasione la ragioniera Luciana Lucarelli pensionata tre giorni fa, si è presa 8.721 euro come ultimo bonus per aver contato il numero di scrivanie e computer presenti negli uffici.
Già, riconoscimenti sono andati pure, si legge, «a chi ha proposto il contratto di valorizzazione urbana denominato Perugia piano città 2012». Per quel piano, però, il Comune è rimasto fuori dalla classifica governativa e non ha preso un euro di finanziamento. L’indice di raggiungimento dei risultati è altissimo, il 92%. E il municipio di Perugia è un ente non solo generoso, ma riconoscente. Un suo ex dipendente, l’avvocato Mario Cartasegna, tra stipendio fisso e premi per cause vinte è andato a riposo con un vitalizio monstre: 53.083 euro il mese. Non ha smesso di collaborare e ogni tanto usa pure l’auto blu. Da ex. Il premio del segretario generale di Perugia, con Boccali sindaco, è arrivato al 10 per cento del lordo in busta paga. Quello del direttore generale al 20 per cento. Il sindacato parla serenamente di dirigenti comunali «che dirigono solo loro stessi». Massimo Monni, Nuovo centrodestra: «Sono superpagati e a volte incompetenti».
Non c’è solo Genova, con i quattro premi da 40 mila euro concessi alla vigilia di un’alluvione ancora una volta non prevista ai dirigenti di Protezione civile. Nel paese pubblico ci sono anche le teste e gli incentivi di Palazzo Carafa, Comune di Lecce: un milione e 825mila euro per 17 dirigenti (premi 2013 su 2012). Fanno 107 mila lordi a testa, trentamila in più di Perugia. Il segretario generale Vincenzo Specchia e la dirigente dell’Avvocatura, Maria Luisa De Salvo, che poi è anche capo di Gabinetto del sindaco, guadagnano rispettivamente 143.644 euro l’anno e 133.777 euro. Più 5 euro di buoni pasto ogni giorno. Il dirigente del settore finanziario Giuseppe Naccarelli, condannato nell’aprile 2013 a cinque anni e mezzo e all’interdizione dai pubblici uffici per la questione dei Boc comunali, per i suoi servizi del 2012 è riuscito a prendere stipendio più un premio da 9.110 euro, il massimo possibile. Gli è stato appena bonificato. Il segretario generale Specchia, che porta con sé la delega dell’anticorruzione, dice che il bonus gli andava versato perché due anni fa, processo avviato, non vi era ancora sentenza. E un collega ai Servizi informatici, Antonio Esposito, ha preso il suo extra — 9.000 euro — nonostante sia stato condannato dalla Corte dei conti a restituire 51mila e 791 euro illegittimamente autoassegnati.
Alla vigilia dell’ultimo ferragosto l’amministrazione Pizzarotti ha riconosciuto premi per 53mila euro a otto dirigenti assunti a termine dalla giunta Vignali per i risultati ottenuti nel 2011, con il Comune di Parma avviato al tracollo finanziario e il sindaco Pietro Vignali avviato verso l’arresto (arrivato a inizio 2013). Il Comune di Cremona, in pieno dibattito su spending review e riduzione del numero dei dirigenti, ha dato premi per 13mila euro a tre top manager e meno consistenti ad altri quattordici: “Capacità di coordinamento e innovazione” è stata la motivazione, sostantivi che dovrebbero accompagnare il normale curriculum e il normale stipendio di un funzionario sia pubblico che privato. Il direttore generale della Provincia di Cremona, Massimo Placchi, è arrivato a 30mila euro deliberati da sé. A Verona i manager comunali sono uno sproposito: 58 dirigenti e 177 posizionati, uno ogni dieci comandati. I premi arrivano a 24 mila euro. Nella piccola Crema, nonostante il 72 per cento degli uffici abbia avuto un impegno calante rispetto all’anno precedente, i dirigenti si sono presi 30mila euro di bonus. A Rovigo sono stati rapidissimi. Nel vuoto di poche ore intercorso lo scorso 19 luglio tra le dimissioni di massa dei consiglieri e la nomina del commissario, i pubblici servitori hanno ripristinato le 16 posizioni organizzative congelate dalla giunta. Si sono garantiti, così, 70mila euro l’anno aggiuntivi. Inarrivabili.