Il Messaggero, 31 ottobre 2014
Sorgenia, la società energetica della famiglia De Benedetti, è stata salvata dalle banche, le quali sono pronte ad acquisire il controllo totale. In arrivo la firma del piano che verrà consegnato al tribunale
Le banche sono pronte ad assumere il controllo di Sorgenia, la società energetica di proprietà di Cir e Verbund schiacciata da un’esposizione lorda di 2,2 miliardi. Dopo un anno di trattative, arriva la soluzione. Nei primi giorni della prossima settimana, presso lo studio del notaio Marchetti a Milano, secondo quanto risulta al Messaggero, verrà sottoscritto il piano di ristrutturazione che, subito dopo, sarà consegnato al tribunale per l’omologa ai sensi dell’articolo 182 bis della legge fallimentare. La firma era programmata per oggi, ma a causa della banca tedesca Portigon slitta di qualche giorno. Si chiude così una fase della vita del gruppo sopraffatto dall’incremento dell’offerta dei produttori di energia eolica e dalla debolezza della domanda di energia elettrica che, secondo il business plan della società, stima una ripresa fra tre anni anche per effetto dei contributi pubblici (capacity payment) ai produttori termoelettrici.
L’accordo fra banche, Cir e Verbund è stato favorito dalla flessibilità dei principali banchieri e del vicepresidente esecutivo Monica Mondardini. Prevede che gli istituti acquistino il 100% di Sorgenia a 1 euro a fronte della conversione di 400 milioni di debiti in azioni di una holdco. Nell’accordo è previsto il diritto dei soci a ricevere il 2,2% del ricavato dalla cessione e, se i creditori riusciranno a recuperare tutto il credito convertito (più il 10% di tasso interno di rendimento), il 10% del residuo.
Oltre alla conversione, il piano prevede la trasformazione di altri 200 milioni in un prestito obbligazionario convertendo, scadenza 2024 (più altri due anni di estensione) e un tasso del 4% pik. Gli istituti devono inoltre consentire utilizzi su 344 milioni (282 di garanzie, 53 factoring, 9 di denaro caldo) fino al 2019. Sempre riguardo Sorgenia spa, andrà ristrutturato al 2023 (più due di estensione) il debito a medio termine per 230 milioni e inoltre le banche dovranno concedere 256 milioni di nuova finanza (118 milioni di garanzie, 17 di factoring, 121 milioni di denaro caldo).
LA GOVERNANCE
Sulle controllate gli istituti dovranno riscadenziare al 2025 (più due di estensione) 770 milioni in capo a Sorgenia Power e 176 milioni di Sorgenia Puglia al 2021 (più due). Il recupero dei crediti è differenziato a seconda della partecipazione alla nuova finanza: circa l’87% a coloro che hanno aperto il rubinetto godono di una copertura maggiore (in proporzione al credito convertito) rispetto agli altri istituti.
La governance è stata strutturata in modo da scongiurare il controllo-consolidamento da parte delle banche. La holdco avrà un consiglio di 10 membri scelti dagli istituti in proporzione alla propria esposizione: il presidente sarà nominato dagli istituti che avranno il 50,01%. Il board di Sorgenia sarà di 5-7 consiglieri indicati dalla holdco e la maggioranza sarà di indipendenti. Nella carica di ad viene confermato Andrea Mangoni.
Nel piano industriale fatto dal management è previsto che gli incentivi pubblici possano contribuire per circa 80 milioni (45% dell’ebitda) sui risultati 2017. In base al business plan, un completo ristoro dei crediti mediante vendita potrebbe avvenire nel 2019 a un multiplo pari a sei volte il margine lordo (190 milioni): la cessione potrebbe quindi fruttare 1,1 miliardi.