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 2014  ottobre 31 Venerdì calendario

E’ scontro tra Fiom e governo • De Magistris torna a fare il sindaco • Gli italiani tornano a risparmiare • Una persona su quattro è a rischio povertà • Quanto costa fare impresa • In un anno si va otto volte dal medico • Quelli che si divertono a prendere a pugni i passanti


Fiom La Fiom ha annunciato otto ore di sciopero generale entro novembre, in contemporanea con due manifestazioni, il 14 a Milano per le regioni del Nord e il 21 a Napoli per quelle del Sud. Motivo: difendere i lavoratori dal Jobs Act di Renzi e protestare per quello che è successo mercoledì mattina a piazza Indipendenza, dove manifestanti delle acciaierie di Terni si sono trovati con la testa spaccata dalla polizia (vedi Fior da fiore di ieri). C’è stato un incontro tra Renzi, il ministro per lo Sviluppo Economico Federica Guidi insieme con il segretario della Fiom Maurizio Landini e il responsabile del settore siderurgia Rosario Rappa, uno dei sindacalisti feriti dalle manganellate. Il presidente del Consiglio ha detto di voler andare avanti nell’accertamento dei fatti, pretende risposte e, allo stesso tempo, spiega che «l’imperativo morale è portare a casa la vertenza che va separata dal confronto politico. A noi interessa la strategia complessiva sull’acciaio, non vogliamo fare a meno del sindacato nelle trattative aziendali». Intanto la multinazionale tedesca Thyssen Krupp si è impegnata a ridurre gli esuberi dagli iniziali 550 a 290, dei quali 140 già realizzati con uscite incentivate e volontarie. «Ne rimangono 150 che stiamo cercando di preservare al massimo», spiega il ministro Guidi. Anche questi potrebbero uscire con l’incentivo di circa 80 mila euro a testa. Thyssen si sarebbe poi impegnata a mantenere l’attività «su entrambi i forni, uno al massimo e l’altro con una turnazione che consente di mantenere l’integrità produttiva per i prossimi anni, con un impatto occupazionale minimo possibile», aggiunge Guidi.

De Magistris Il Tar della Campania ha sospeso la sospensione di Luigi de Magistris da sindaco di Napoli. Questi, condannato in primo grado per abuso di ufficio il mese scorso dalla seconda sezione del Tribunale di Roma, a un anno e 3 mesi di reclusione nell’ambito del processo Why not, era stato sospeso dalla carica per effetto della legge Severino. Il Tar ha dato ragione al sindaco di Napoli che contestava l’interpretazione retroattiva degli articoli 10 e 11 della legge. In particolare, al tempo in cui lui aveva deciso di candidarsi e fino alla proclamazione a sindaco, avvenuta il primo giugno 2011, non figurava tra le cause di incandidabilità e di sospensione l’aver riportato una condanna per abuso d’ufficio, come invece è diventato dal 5 gennaio 2013.

Risparmio Per il secondo anno consecutivo è aumentato, passando dal 29 al 33%, il numero di famiglie che negli ultimi 12 mesi sono riuscite a mettere i soldi da parte. L’87% degli intervistati dall’Ipsos ritiene che la crisi durerà ancora 5 anni e dunque è tornato a mettere i soldi da parte. Circa un terzo delle famiglie italiane, cioè il 26% del campione, non è in grado di far fronte con le sue risorse a una spesa imprevista di mille euro. Il 74% non lo è per un imprevisto da 10mila euro. aumenta, e raggiunge il 50%, cioè un italiano su due, la quota di chi si dichiara soddisfatto della propria situazione economica: negli ultimi tre anni la percentuale degli insoddisfatti era sempre stata superiore. Significativo anche il balzo fatto dagli ottimisti rispetto ai pessimisti: rappresentano il 24% e il 21%, nel 2013 erano rispettivamente il 21% e il 28%. I più fiduciosi sono i giovani e gli over 45 mentre restano scettici gli individui dai 31 ai 44 anni: i più colpiti dalla crisi (Tamburello, CdS).

Povertà L’Istat dice che più di una persona su quattro in Italia è «a rischio di povertà o esclusione sociale»: si tratta del 28,4% (dati 2013), pari a 17 milioni di italiani su 60. L’indicatore è in leggera diminuzione (-1,5 punti) rispetto al 2012, ma resta tuttavia preoccupante, soprattutto nel Mezzogiorno dove il rischio di povertà o esclusione sociale sale al 46,2%, valore più che doppio rispetto al resto del Paese. Il 20% più ricco delle famiglie percepisce il 37,7% del reddito totale, mentre al 20% più povero spetta il 7,9%. La metà delle famiglie italiane ha percepito un reddito netto non superiore a 24.215 euro l’anno, pari a 2.017 euro al mese. Nel Sud le condizioni peggiorano: il 5o% delle famiglie sta sotto i 19.955 euro annui, 1.663 euro al mese. Il reddito mediano delle famiglie che vivono nel Mezzogiorno è pari al 74% di quelle residenti al Nord (Marro, CdS).

Impresa In Italia un imprenditore impiega 269 ore l’anno per gli adempimenti fiscali: in Germania 218, in Spagna 167, in Francia 137, in Gran Bretagna 110. Ancora: quanti pagamenti fiscali deve fare mediamente un imprenditore italiano rispetto a un collega europeo? Fra tasse locali, addizionali, Irap, Ires si arriva a 15 l’anno. In Germania ne sono sufficienti 9, in Francia, Spagna e Gran Bretagna 8. Secondo Doing Business della Banca Mondiale, la pressione fiscale sulle imprese italiane arriva al 65,4% dei profitti; poco di meno della Francia (al 66,6%), diciassette punti in più della Germania (48,8), il doppio della Gran Bretagna, ferma al 33%. Per chiudere una pratica in Italia sono necessari mediamente 233 giorni, in Germania 90. Accesso all’energia elettrica: l’Italia è 102esima, la Germania terza. Se per un allaccio una impresa italiana aspetta mediamente 124 giorni, chi vuole aprire uno stabilimento nelle pianure tedesche avrà il sì in 28. Accesso al credito: Italia 89esima, Germania 23esima. Trasferimento della proprietà immobiliare: Germania 41esima, Italia 89esima. C’è però qualche aspetto positivo: in due anni si sono accorciati i tempi per avviare una nuova attività (l’Italia ha recuperato 44 posizioni e si è classificata 46esima su 189 Paesi). Bene anche la tutela degli azionisti di minoranza nelle società di capitali: l’anno scorso la Banca Mondiale ci ha classificati 21esimi, trenta posizioni sopra la Germania (Barbera, Sta).

Medici Dal 2005 al 2013 in Italia sono state fatte 34 milioni di visite specialistiche in più, toccando il dato record di 200 milioni. Se si contano anche i medici di famiglia e i pediatri, la crescita raggiunge 70 milioni, e il dato finale sale a 480 milioni di visite, cioè otto all’anno in media per ciascun italiano. Anche gli esami sono in aumento, di quattro milioni, e ogni mille persone ce ne sono 200 in più che ogni giorno prendono un farmaco. L’unica cosa che cala sono le visite odontoiatriche, 16 milioni in meno (Bocci, Rep).

Pugni Knockout game, ultimo divertimento importato dagli Stati Uniti alle città italiane: prendere a pugni un passante qualsiasi, mentre un amico riprende la scena con una telecamera.

(a cura di Daria Egidi)